Missionarie di San Pietro Claver

Origine dell’Istituto

Maria Teresa Ledóchowska

La fondatrice delle Suore di S. Pietro Claver, Maria Teresa Ledochowska, nacque a Loodsdorf, diocesi di S. Ippolito, Austria inferiore il 29 aprile 1863. Ebbe la sua formazione nel collegio delle Dame Inglesi di S. Ippolito.

A ventidue anni entrò alla corte del granduca di Toscana Ferdinando IV, residente a Salisburgo, come dama d’onore della granduchessa Alice. Maria Teresa si trovò subito a suo agio, e si distinse sempre per pietà, ordine, puntualità e fedeltà al suo dovere.

Due incontri al castello con le Suore Francescane Missionarie di Maria che venivano a questuare per l’Africa, la commossero profondamente e la fecero riflettere. Il problema missionario, del quale non aveva mai sentito parlare fino allora, sorgeva in tutta la sua importanza. Volle fare anch’essa qualche cosa per le missioni, pure attendendo al suo dovere presso la granduchessa, vide però che le due cose non si sarebbero potute conciliare.

Lasciò la corte, prese in affitto una stanzetta in città, e si mise con tutto lo zelo a lavorare per l’Africa, si mise in relazione con i missionari per conoscere i loro bisogni. Diede alle stampe il periodico Eco dell’Africa, che preparava e redigeva essa stessa. In questo tempo ebbe anche la triste notizia della crudele schiavitù in Africa, così aumentò il suo zelo e il suo lavoro.

Accolse intorno a sé giovani generose, piene di entusiasmo per lo stesso ideale: liberare tutta l’Africa dalla schiavitù e convertirla tutta e presto a Cristo. Giunta a questo punto, pensò di fondare una congregazione, affinché dopo la sua morte l’Opera potesse continuare e si portò a Roma per chiedere il permesso al S. Padre.

Leone XIII, ricevette affabilmente la fondatrice, in privata udienza e le fece molte domande: parlò della sua Opera, del Sodalizio di S. Pietro Claver, di quelli anni di lavoro intenso e solitario, e chiese la Benedizione apostolica. II Papa alzò gli occhi e sorridendo disse bene, bene, questa è un’occasione speciale, e benedisse l’Opera.

Maria Teresa ritornò a Salisburgo; si fermò a Trento per chiedere a una signorina svizzera Melania d’Ernst residente presso i conti Wolkenstein, la sua collaborazione e di unirsi a lei in quest’Opera. La signorina d’Ernst, udito che c’era l’approvazione del S. Padre, aderì immediatamente alla richiesta; dopo aver sistemato i suoi affari, si unì alla fondatrice. Colta e intelligentissima fu il braccio destro della fondatrice, le soppravisse di molti anni, morì nel 1961 all’età di 102 anni.

Maria Teresa intanto, acquistò una casa presso Salisburgo, fece installare macchine per la stampa indigena, ed ebbe altre tipografie in altri paesi per questo scopo. In questo tempo scrisse le regole per il suo Istituto, definitivamente approvate poi da S. Pio X.

L’Opera intanto crebbe e si sviluppò; Maria Teresa lavorava indefessamente, tenne conferenze sulle missioni in molte città d’Europa per destare l’interesse sulle missioni. La sua parola trascinava le folle ed acquistava sempre nuovì amici alla sua causa.

Tenne due conferenze a Trento, dove nel 1909 acquistò una casa stabilendovi un recapito con due zelatrici laiche che lavorarono per l’Opera, finché, nel 1924, vennero definitivamente le suore.

La salute della fondatrice, già tanto precaria, andava deperendo; ma ella se ne andava felice, perché vedeva la sua opera ben consolidata. Morì a Roma, alla Casa madre il 6 luglio 1922. Morì in concetto di santità.

Spirito dell’Istituto

L’apostolato delle Suore Missionarie di S. Pietro Claver consiste nel formare e informare i fedeli sulle necessità della Chiesa Missionaria.

Sull’esempio della Beata Maria Teresa Ledóchowska e fedeli alla loro vocazione le Suore di dedicano all’animazione missionaria tra bambini, giovani, adulti, per suscitare collaborazione all’opera evangelizzatrice della Chiesa.

Le Suore desiderano essere la voce dei senza voce nel mondo d’oggi, schiavo delle passioni e del benessere, per risvegliare le buone volontà latenti proponendo modi e mezzi concreti per impegnarsi di persona e costruire un mondo più giusto e fraterno.

La schiavitù quest’obbrobrio e vergogna dell’umanità che esisteva già agli albori della sua esistenza e si riscontra ancora oggi sotto varie denominazioni.

Ancor oggi nel Nord Sudan si vendono ragazzi Africani come schiavi.

La mancanza di istruzione è una forma di discriminazione e sfruttamento da parte di chi detiene il potere.

Il turismo sessuale e lo sfruttamento dei bambini nella Tailandia, Birmania, Brasile, ecc.

I ragazzi di strada, i “rag-pickers”, oppure i “meninos de rua”, tanti nomi per designare la triste realtà dell’infanzia abbandonata nelle metropoli del terzo mondo.

Il lavoro minorile per una paga irrisoria di tanti figli di famiglie povere e disperate

La dipendenza economica dei poveri dell’America Latina, sfruttati dai ricchi proprietari.

Maria Teresa Ledóchowska aveva capito che solo evangelizzando il mondo si può combattere le vecchie e le nuove schiavitù e a tal scopo fondò l’Istituto di S. Pietro Claver. Una vocazione che si attua tramite l’apostolato assiduo, promuovendo la conoscenza e l’amore per le missioni.

L’Istituto conta circa 238 membri con 33 case: in diverse città d’Europa, nel Nord e Sud America, in India, in Africa e in Oceania (Le suore provengono da 28 nazioni).

Scopo precipuo: aiutare da lontano le missioni con la propaganda, con offerte e mezzi materiali.


Info

Missionarie di S. Pietro Claver

animazione missionaria – via della Collina 18 – 38121 Trento
0461 263645
0461 268435
Zona Pastorale : Trento
Decanato : Trento

claver.trento@gmail.com
www.missionarieclaveriane.org


Note

Casa generalizia
00184 Roma – via dell’Olmata 16 – tel. 06 4880450

Via della Collina, 18, Trento, TN, Italia