Usmi e Ciism, il ritiro a Padova dei rappresentanti del Triveneto con l’arcivescovo Lauro Tisi

L’incontro ha inizio alle ore 15, con la presenza di un significativo numero di religiose e religiosi, essendo stati invitati i superiori generali e provinciali delle congregazioni maschili e femminili, i vicari, i delegati diocesani, i segretari di Usmi e Cism e il consiglio Ciis.
Madre Claudia introduce il lavoro e a nome dei consigli Usmi e Cism dà un saluto all’assemblea e ringrazia della presenza il vescovo mons. Tisi dando il benvenuto a tutti. Segue un momento di preghiera animato delle Discepole del Vangelo: invochiamo lo Spirito e contempliamo il rimanere nell’amore di Dio con la pagina del Vangelo di Giovanni 15 e una preghiera con le parole di Papa Francesco. Concludiamo invocando Maria regina della pace.
Madre Claudia coordina gli interventi e dà inizialmente la parola a fra Roberto, provinciale dei Frati Conventuali, che fa gli onori di casa e si complimenta per l’iniziativa e il numero delle presenze per quella che è una riunione allargata dei consigli Usmi-Cism.
La parola passa a monsignor Lauro Tisi, che ringrazia per la numerosa presenza e dice, richiamando Papa Francesco, che “la realtà corre più delle idee”! Considera infatti come nell’ambito della vita consacrata, per quanto riguarda il cammino della commissione Cet, si sta realizzando una serie di scambi che incoraggiano. Considerando l’importanza della vita consacrata per la chiesa dice non bisogna perderla, anche se riscontriamo come a breve in qualche diocesi sarà completamente assente, e questa significherà una grande povertà. Esorta quindi a quello che chiama “riposizionamento”, ripensarsi guardando alle nostre presenze in attenzione alle chiese dove mancano; pertanto è importante tessere un dialogo con i responsabili delle chiese locali per avere consapevolezza della situazione.
Arrivando alla decisione di elaborare la lettera di intenti, illustra a tutti la sua genesi. La commissione Cet vede attraverso di essa l’opportunità di presentarsi come vita consacrata ai Vescovi del Triveneto. Andando a rivisitare la precedente, che risale al 2010, si è considerato come oggi risulta insignificante nei contenuti. Pertanto si è avviato il progetto di elaborarne un’altra, chiedendo una collaborazione ai giovani religiosi, che si sono coinvolti subito nel progetto. L’obiettivo di tale lavoro è di presentare in conferenza episcopale un testo che offre alle chiese locali la possibilità di riflettere sulla vita religiosa, e nello stesso tempo permettere ad essa di esprimersi.
Il Vescovo annuncia inoltre che il 5 febbraio avremo la presenza di padre Gaetani, presidente della Cism nazionale, che incontra i religiosi e religiose del Triveneto, quindi vorremmo allargare questo invito anche alle segreterie diocesane. È un’occasione da non perdere per riflettere insieme tra vita consacrata e chiese locali; il Vescovo invita a credere in questo percorso e coinvolgersi.
La riunione continua con l’intervento di fra Alessandro Carollo, presidente Cism, prima del quale viene consegnata ad ogni partecipante la bozza elaborata con i giovani religiosi, che lui ha il compito di illustrare. Fra Alessandro riprendendo il motivo dell’incontro definisce occasione straordinaria poter creare opportunità perché la vita consacrata si presenti ai Vescovi della nostra regione ecclesiastica. Considera come a volte emergono incomprensioni e i rapporti sono faticosi: forse abbiamo poca conoscenza reciproca, anche dei nostri volti.
Fra Alessandro chiama i giovani che hanno collaborato alla prima stesura dello strumento intorno al tavolo, e li invita a condividere l’esperienza vissuta. Precisa che chiedere aiuto a loro non è stata una delega, ma un voler valorizzare la loro capacità di sognare, ricchezza per tutti noi. Chiede loro come hanno vissuto questo lavoro sinodale: Elisabetta, discepola del vangelo, dice che è stato un bel lavoro di equipe nella condivisione di carismi diversi, un impegno laborioso ma fruttuoso, e significativo lo spirito con cui hanno condiviso, considerandolo un servizio alla vita religiosa e alla chiesa. Interviene quindi Jany, verbita, che parla di spirito di amicizia e di buon rapporto tra loro già
costruito in precedenza e che ha aiutato il lavoro. Sottolinea che hanno lavorato credendo a quello che erano chiamati a fare e l’hanno fatto disposti a lasciare anche i punti di vista personali per giungere ad un accordo sulle diverse posizioni. P. Carlos, saveriano, ha comunicato l’impegno a sognare insieme trovando convergenze e sintonia. Questi religiosi hanno rappresentato tutto il gruppo operativo.
Fra Alessandro continua precisando che quello che abbiamo in mano non è un documento finito, ma uno strumento di lavoro con un testo di riflessione e di approfondimento tematico a cui seguono delle domande. Sarà consegnato a tutte le comunità del Triveneto, accompagnato da una lettera dei presidenti regionali Usmi e Cism. La risposta dovrà pervenire entro il 10 maggio con i contributi di comunità o singole persone, così da permettere l’elaborazione definitiva da presentare al convegno biennale Triveneto del 2026. Lo scopo di questo lavoro è costruire una dichiarazione di intenti per dire il volto di vita consacrata che vogliamo mostrare alla nostra chiesa. Fra Alessandro considera che se non si è mai parlato di vita consacrata in seno alla Conferenza da una parte può essere dipeso dai Vescovi, ma dall’altra anche noi ne siamo responsabili, in quanto non abbiamo fatto i passi necessari per esserci.
Si passa alla illustrazione del testo consegnato: si compone di cinque aree, ognuna contenente una prima parte con il testo di riflessione: esso è stato proposto quasi interamente dai giovani religiosi e integrato con qualche citazione del magistero; ogni area si conclude con delle domande rivolte a tutti, per costruire insieme la lettera di intenti. Fra Alessandro presenta le cinque aree:

1) “Dono co-essenziale per la chiesa”: precisa che non si tratta di teologia, in quanto i fondamenti li conosciamo, ma piuttosto ci interroghiamo su come si incarnano. Allora ci chiediamo quale volto di chiesa noi vogliamo esprimere, descrivendo la nostra realtà.

2) “Cristocentrismo”: il motivo per cui siamo qui è mostrare a tutti il volto di Gesù, la vita di Gesù povero, casto e obbediente, attraverso opere e servizi.

3) “Vita consacrata dal volto umano”: il volto umano di Gesù Cristo ci rivela la tenerezza di Dio che si fa vicino ad ogni fragilità, soprattutto in questo nostro tempo segnato da solitudine e smarrimento. In questa area le domande sono numerose ma non occorre rispondere a tutte, si può scegliere di narrare alcune esperienze significative o intravedere le urgenze per capire dove impegnare al meglio le nostre risorse oppure dove toglierle per sostenere altre realtà.

4) “Fraternità”: tocca lo specifico della nostra vita e ciò di cui forse il mondo ha più urgenza. Anche noi abbiamo bisogno di contaminarci con la diversità per non rischiare che le nostre caratteristiche specifiche diventino muri di separazione.

5) “Consacrazione e servizio”: richiamo ad essere sentinelle nel cercare i semi del bene, del bello e del buono che sono presenti nel nostro mondo; le sentinelle devono guardare anche dentro la realtà senza aspettarsi che avvenga chissà cosa da fuori. Attenzione a non correre due rischi:
– trascuratezza della vita interiore: a volte ci scusiamo con il pretesto dei tanti servizi e incarichi;
– adeguamento allo stile del mondo: ci siamo dentro anche se come rischio è meno percepibile. Pensiamo all’uso dei cellulari a qualsiasi ora del giorno. Dobbiamo essere consapevoli che ogni scelta del singolo ricade su tutta la comunità.

A termine della presentazione di fra Alessandro rimane un tempo perché i partecipanti possano reagire al testo. Tutte le osservazioni verranno raccolte e con i contributi delle comunità si stenderà una bozza di documento, da parte di un piccolo gruppo di lavoro che verrà costituito, e il tutto sarà presentato il 24 ottobre 2026 al convegno Triveneto.
Gli interventi dell’assemblea sono numerosi e approfonditi e convergono su alcuni punti:

– Apprezzamento dell’iniziativa e gratitudine per il lavoro già svolto.

– Importanza della lettera alle comunità che accompagnerà il lavoro: deve essere chiarissima nell’obiettivo e incisiva, per non rischiare di elaborare un altro documento formale.

– La proposta è vista come stimolo non solo per le nostre comunità ma per tutta la chiesa. Dentro le diocesi la vita consacrata rischia di venire lasciata ai margini: questo lavoro deve andare oltre i confini delle comunità religiose e interrogare la realtà ecclesiale. È importante che i vescovi assumano questo dono insieme all’impegno di riconoscere i ministeri istituiti e quelli di fatto. Deve essere compreso il valore che la vita consacrata è in sé, al di là del fare.

– Qualche intervento si sofferma sul titolo da dare all’elaborato: chi preferisce il primo e chi il secondo tra quelli ipotizzati.

– Richiesta di poter conoscere più possibile i materiali che arriveranno tramite i contributi, magari in maniera anonima, ma poter usufruire di tale ricchezza.

– Valorizzare la missione di persone anziane e ammalate che hanno dato tutta la loro vita e che oggi possono mostrarci una fragilità feconda.

– È riconosciuto l’approccio importante che il testo può rappresentare diventando uno strumento formativo. Viene richiamata l’attenzione al metodo, il sinodo ce lo ha insegnato; si suggerisce di aggiungere altre citazioni per una riflessione personale nella parte di testo.

– Attenzione al rischio di camminare con progetti paralleli, congregazioni e chiese locali. Dobbiamo essere realtà che arricchiscono la chiesa locale.

– Far emergere le collaborazioni tra vita consacrata e realtà laicale.

Fra Alessandro conclude la riunione assicurando che da parte delle segreterie si farà tesoro di proposte e suggerimenti raccolti. Ne sottolinea alcuni:
– preziose le indicazioni sulla lettera che accompagnerà il lavoro;
– sostiene il suggerimento di fare il lavoro non come un “dovere”, ma come una condivisione fraterna, occasione di scambio e confronto, senza escludere la possibilità di risposte di singoli;
– il primo passo è stato fatto nella riunione in corso, dove si è apprezzata anche la presenza di vicari e delegati diocesani;
– il titolo deve essere individuato, le due proposte erano semplici riferimenti a papa Francesco;
– attenzione a non farne un testo giuridico canonico e neppure un trattato di teologia, ma l’obiettivo è suscitare domande, un invito a confrontarsi come è avvenuto in questo incontro.
Monsignor Lauro Tisi saluta l’assemblea ringraziando della partecipazione le superiore generali, provinciali, i vicari e tutti i presenti. Apprezza le sollecitazioni emerse in sala e comunica di essere disponibile a firmare la lettera insieme con i due presidenti, per confermare che il lavoro è voluto da tutta la commissione Cet. Sollecita a comunicare ai Vescovi il processo in atto, cosa che lui farà personalmente nella conferenza di novembre, ma fin d’ora insieme ai Vicari dobbiamo sostenere l’iniziativa. Da questo lavoro non deve uscire un documento, ma noi, la nostra vita e la nostra testimonianza.
Esorta, prima della benedizione conclusiva, a lasciarsi sorprendere dallo Spirito, perchè le nostre riflessioni devono “svegliare” con un materiale lavorato con la nostra vita.

Segreterie Usmi e Ciism