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Pastorale Missionaria

Il percorso di accompagnamento alla preghiera giornaliera della Quaresima 2021 è proposto on line settimanalmente.

I dettagli si trovano nell’introduzione al sussidio e negli altri strumenti per l’animazione.

Il tema di quest’anno è “Credettero alla Scrittura” (Gv 2,22)

La settimana dal 1 al 7 marzo ha il sotto tema “Credettero nel suo nome”.

Lunedì 1 marzo. Introduzione

Il desiderio di partire si accende nel momento in cui qualcuno ci racconta la sua esperienza, oppure dopo che abbiamo letto qualche recensione su internet o magari incuriositi da un’immagine suggestiva. Si parte, ma non a caso. Da soli o in compagnia, come “calamitati” verso la meta e si scoprono energie che non si pensava nemmeno di avere. Il pellegrinaggio verso un santuario o un altro luogo significativo per la vita spirituale è una pratica comune a molte religioni, forse perché camminare è una caratteristica che accomuna tutti gli uomini di questa terra, al di là della provenienza geografica, della cultura, del ceto sociale e del credo professato. Il cammino è metafora della vita, lo diciamo spesso: siamo in cammino, si va avanti, procediamo, la nostra meta è… Siamo tutti d’accordo, la nostra vita è un pellegrinaggio.
Chi ha esperienza di accompagnamento di gruppi parrocchiali, Scout, ma anche CAI-SAT o altri viaggi organizzati conosce bene le potenzialità del cammino. Sulla strada si incontrano persone, ci si immerge nella vita quotidiana, si osserva come si muove la società nei paesi che si attraversano. Si ritrova il gusto dell’essenzialità, del vivere con quello che davvero serve. Si respira libertà, parola tanto cara in ogni epoca e forse ancora di più in questo tempo di restrizioni. Nella fatica emerge tutto il nostro vissuto interiore; prima o poi viene a galla. Si fa “verità” a volte spigolosa quando si è costretti al confronto con la “verità” di chi cammina al nostro fianco. La parola chiave è “movimento”: nel pellegrinaggio se ti fermi è solo per una sosta, una tappa intermedia, non è prevista la staticità, né del corpo, né della mente, né dello spirito. Tutto è in movimento, tutto è in evoluzione.
In questa Quaresima stiamo camminando verso Pasqua, forse un po’ per tradizione, forse un po’ per abitudine, ma non importa. La cosa che più conta è percepirsi in cammino!

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Martedì 2 marzo. Vedere la vita

È un dato di fatto che le pubblicità ogni giorno ci propongono una serie innumerevole di articoli e prodotti più o meno utili, a volte rispondendo a bisogni reali, altre volte creandone di nuovi. Il mercato funziona così. La proposta è sempre “ideale”: un contesto sociale e familiare perfetto è un ambiente paradisiaco dove tutti vorremmo vivere. Erba verde, uccellini, silenzio, vento leggero, colori magnifici, lentezza… È certamente preferibile camminare in un prato piuttosto che sull’asfalto, respirare aria pulita in montagna piuttosto che aria inquinata in città, sedersi all’ombra di un faggio e godere delle sue tonalità autunnali ascoltando il canto degli uccellini piuttosto che aspettare l’autobus sotto la pensilina, infastiditi dal rumore dei motori e dai clacson, magari con lo sguardo fisso sul telefonino. È preferibile mangiare cibo sano coltivato con metodi naturali, piuttosto che cibo confezionato da qualche multinazionale prodotto chissà dove e chissà come.
La domanda a questo punto sorge spontanea. Perché l’essere umano, pur sentendo benissimo quali sono le proprie preferenze vitali, ha costruito un mondo e un modo di vivere che ci sta allontanando sempre più da quel magnifico dono divino che è il creato?
Quanto è bello potersi immergere nella natura per godere dei suoni, dei colori, dei profumi e della gratuità di tutto questo. Peccato che abbiamo ridotto questa stupenda possibilità alle poche ore di tempo libero, ma poi siamo costretti a tornare alla nostra routine quotidiana. La nostra vita lavorativa è sempre più sedentaria, magari facciamo decine di km con i mezzi di trasporto, ma poi trascorriamo le ore davanti allo schermo del PC o a smistare carte su carte. Siamo sempre più bloccati nel movimento, lusingati dalle comodità che un certo stile di vita può portare, ma limitati nella relazione con la natura.

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Mercoledì 3 marzo. Riflettere con la Parola

La vita di Gesù sulla terra è stata un pellegrinaggio, e non solo simbolicamente. Le sue giornate erano in cammino, “on the road” già nel grembo di Maria. Il Maestro aveva una meta, Gerusalemme, la Pasqua, e c’erano molte tappe intermedie scandite dagli incontri quotidiani con chi desiderava accostarsi al Regno di Dio, con chi voleva partire o ripartire. Gesù metteva in movimento quelli che dalle città e villaggi si incamminavano per ascoltarlo o per essere guariti dalle loro malattie, quelli a cui chiedeva di seguirlo, quelli a cui diceva di andare/tornare nella loro quotidianità. Sono solo alcuni esempi che indicano un movimento fisico, certo, ma anche un movimento interiore che coinvolge pensieri, desideri, emozioni, scelte, fede.
Gesù arriva nella città santa, anche se per ora rappresenta solo una tappa nel suo pellegrinaggio terreno; dovrà tornarci un paio di anni più tardi per portare a termine la sua missione. Ma nel centro propulsore della spiritualità trova cuori pietrificati e menti ferme, bloccate dalla tradizione, dai compromessi del quieto vivere tra religione, economia e politica, dalla paura delle autorità. Nel tempio, così come nella vita e nella società, tutto è stato monetizzato. E anche la relazione con Dio corre il rischio di venire assoggettata alle leggi del mercato. Credere nel nome di Gesù, invece, significa credere nel valore della gratuità, credere nel nome di colui che ha donato tutto gratis, perché l’essere umano, coltivando e custodendo il creato in armonia con le leggi della natura, potesse godere di una relazione bella con Dio nella piena libertà.
Molti credettero nel suo nome, perché videro in Gesù e nella sua Parola un modo nuovo per celebrare non solo il credo religioso, ma anche la vita quotidiana. Con Lui possiamo sbloccarci, lasciar andare le nostre convinzioni cristallizzate e la presunzione di poter incasellare Dio nei nostri schemi mentali. Con Gesù possiamo continuare il nostro cammino di evoluzione spirituale e umana.

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Giovedì 4 marzo. Agire in concreto

Forse è solo una suggestione personale, ma mi pare che oggi facciamo fatica a credere/aderire alla Parola perché essa è destinata a chi crede/aderisce alla vita vera. Forse l’uomo moderno lontano dalla natura, “fermo” e dipendente (lo si voglia o meno) dal sistema del mercato, è poco recettivo di fronte alla proposta evangelica. Il Vangelo è scritto con il linguaggio quotidiano di chi è immerso nella vita, non di chi è prigioniero nei castelli di carta della nostra economia… Le immagini che usa sono: il seminatore, il campo di grano, gli uccelli del cielo, il granello di senape, il pastore, la vigna, l’albero di fichi, i pescatori, la farina, il lievito, e così via. Non possiamo certo fare un balzo indietro nel tempo o auspicare il ritorno glorioso dell’economia rurale, ma forse qualche passo concreto siamo chiamati a farlo.
Cercare di trascorrere più tempo possibile all’aperto, immersi nel creato, educando i bambini e i ragazzi a dare priorità a questo, piuttosto che ai divertimenti online. Il creato ci parla di Dio e ci invita a riconoscere l’autore della bellezza (Cfr. Sapienza cap 13).
Andare spesso a camminare, consapevoli che mettendo in movimento il corpo stiamo aiutando a risvegliare anche la mente e lo spirito.
Coltivare qualcosa! Che sia l’orto, una piccola aiuola, una cassetta sul balcone. Contempliamo il miracolo della vita.
Ogni tanto, provare a fare il pane. Non dimentichiamo che è il simbolo dell’Eucaristia!
Trovare le occasioni per poter fare qualcosa gratuitamente, qualcosa che non ricada nel sistema del “mercato”. Gratuitamente non solo dal punto di vista economico, ma anche libero dalla ricerca del consenso degli altri (Mt 6,3: Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra).
Leggere il Vangelo credendo che quella Parola è scritta per noi.
Continuare, nonostante tutto, ad avere piena fiducia nella vita, nella buona provvidenza di Dio e credere al Buon Annuncio nel nome di Gesù, colui che guarisce e salva.

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Venerdì 5 marzo. Preghiera

La faremo preferibilmente all’aperto, in un luogo appartato, dedicando qualche minuto al silenzio, magari dopo una breve camminata.

Ti rendo lode Padre, Signore del cielo e della terra, tu hai creato tutto con sapienza e amore e hai affidato all’umanità il compito di coltivare e custodire l’opera delle tue mani.
Donaci di scoprire le leggi che regolano la vita nell’universo, perché impariamo a lavorare e utilizzare i beni a nostra disposizione in armonia con il tuo grande progetto divino.
Desideriamo unirci al canto di gioia che sale a te da ogni essere vivente.
Resta accanto a noi ogni giorno del nostro pellegrinaggio terreno, illumina le nostre mete e sostienici nella fatica del cammino.
Lampada ai nostri passi sia sempre la tua Parola vivente: il tuo amatissimo figlio Gesù.
In Lui noi confidiamo, nel suo nome noi crediamo.
Amen.

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Sabato 6 marzo. In famiglia

Che strano anno è quello che abbiamo vissuto… Ci ricordiamo di quanto è accaduto giusto un anno fa; di come ci è piombata addosso, del tutto inattesa, la pandemia? E ci ha travolti? Ripensiamo alla nostra vita, a come è stata trasformata, e facciamone memoria. Segniamo quello che abbiamo imparato a lasciar andare, e quello invece che non può mancare; mettiamoci i dolori e le difficoltà ma anche i doni ricevuti. E mettiamoci dentro il nostro grazie per il tempo che ci è stato dato.

Gioco: Trova le differenze
Trova i 10 particolari mancanti nel disegno di destra.  (soluzioni)

Impegno
Ripensiamo alla nostra vita, cerchiamo i segni della presenza di Gesù e ringraziamo per questi doni (un incontro, un’esperienza…). Prepariamo un “segno di ringraziamento – ex-voto” (lettera, disegno….) che appartiene alla vita della nostra famiglia e portiamolo in un luogo significativo per noi per ringraziare per la nostra guarigione, quella dei nostri cari, per la vicinanza delle persone amate.

Preghiera
Signore, aiutaci ad essere come i discepoli desiderosi di starti accanto anche se alle volte non capivano quello che dicevi o che facevi. Anche a noi può capitare di non comprendere, accompagnaci e sostienici nel nostro cammino di fede.

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Domenica 7 marzo. Commento

Per credere alla Parola, cioè a lui, Gesù, il verbo, bisogna passare attraverso la purificazione, lo sforzo, la disillusione rispetto alle nostre credenze, la rinuncia dei nostri interessi personali. Noi passiamo la nostra vita a costruire il “nostro” Tempio, che diventa il centro della nostra vita e che riempiamo dei nostri idoli. Contempliamo l’opera delle nostre mani, la difendiamo. Diventiamo esclusivi, giudicanti, ci ripieghiamo su noi stessi, sulle nostre sicurezze solide e dure come le pietre squadrate del Tempio di Gerusalemme. Poi arriva Gesù e improvvisamente capiamo che il “tempio privato” delle nostre comunità e pieno di paure, di piccoli interessi, di false sicurezze. Ognuno corre il rischio dei molti che si costruiscono e si rifugiano nella religione-fai-da-te, del “qui comando io”, dei recinti, dei muri, degli steccati e dei narcisismi che spengono la gioia delle relazioni vere, profonde, autentiche. Il tempio delle divisioni, del “io sono di Paolo”, “io sono di Apollo”.
Gesù arriva e la sua sola presenza svela a noi stessi le nostre défaillance, i nostri egoismi, le nostre incapacità di contemplare il volto di Dio. Gesù ci fa capire, ribaltando le nostre visioni piccine come le monete dei cambiavalute, l’esigenza di cambiare, di uscire dagli steccati per confrontarci ancora una volta con la Parola di Verità.
Una volta in una missione ho ricevuto la visita di un sacerdote del voodoo. Era un uomo conosciuto e anche temuto. Mi dice di voler diventare cristiano. “Padre” dice “un fulmine ha distrutto il tempietto del voodoo che custodivo da una vita. Ora che la casa del voodoo è andata distrutta posso finalmente seguire Gesù Cristo”.

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