LA FECONDITA’

Come un poco di lievito permette a tutto l’impasto di lievitare, così alla famiglia cristiana viene chiesto di essere fermento nella coppia, con i figli, nella società, nella Chiesa.

COMMENTO AL VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca (1, 5-14 23-25)

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore.

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 OBIETTIVI DELL’INCONTRO

  • Comprendere in che cosa consista la fecondità nel matrimonio cristiano
  • Distinguere fecondità e fertilità
  • Riconoscere la fecondità nella coppia, come l’essere aperti alla vita
  • Riconoscere la fecondità della famiglia cristiana anche come lievito all’interno della società e della Chiesa

 

CONTENUTI PRINCIPALI

I contenuti che permettono di raggiungere gli obiettivi e caratterizzano l’incontro possono essere vari. Qui si presentano un elenco di possibili nuclei e alcuni esempi di sviluppo di questi contenuti:

  • La fecondità nella coppia come capacità di mettersi al servizio l’uno dell’altro, con lo scopo di generare la propria e l’altrui crescita
  • L’espressione più immediata della fecondità è la procreazione responsabile dei figli e la loro educazione
  • Dio è fecondo attraverso la fecondità degli sposi che si esprime in varie forme
      • adozione o affido
      • accoglienza e ospitalità̀
      • aiuto ai bisognosi
      • impegno sociale e/o politico
      • impegno per la salvaguardia del creato
      • impegno nella comunità cristiana

 

PROPOSTE E SUGGERIMENTI PRATICI

  • Attivare nelle coppie il confronto su questi temi, stimolarlo.
  • Promuovere legami tra famiglie nella comunità cristiana
  • Portare testimonianza di famiglie della comunità che vivono una fecondità allargata

 

Strumenti operativi

Film/video
  • Gattaca – La porta dell’universo di Andrew Niccol 
  • Hello Denise di Hal Salwen
  • Parenthood – Parenti amici e tanti guai di Ron Howard
  • Tre vite allo specchio di Nancy Savoca
  • Dare il nome_video Video  tratto dal sito di avvenire, utilizzato nel cammino di avvicinamento alla giornata mondiale della famiglia di quest'anno; racconta la storia sul dare il nome, testimonianza molto bella
  • Accogliere l'amore_video. Protagonista è una famiglia di Roma. Una mamma, un papà, tre figlie. Poi il tentativo di avere un quarto bambino, gli aborti spontanei. E la scelta di adottare una bambina con una grave disabilità., Manuela. A raccontare la storia di questa “normale famiglia speciale” è Alessia, la primogenita, ventenne come tante, che ci fa entrare a casa sua, tra risate e amore. Non mancano le difficoltà, ma quello che emerge è soprattutto la tenerezza, l’amore che unisce le quattro sorelle. Perché è proprio dal fatto di essere figli che si impara la fraternità. Come dice Papa Francesco: «In famiglia, tra fratelli si impara la convivenza umana, come si deve convivere in società. Forse non sempre ne siamo consapevoli, ma è proprio la famiglia che introduce la fraternità nel mondo! A partire da questa prima esperienza di fraternità, nutrita dagli affetti e dall’educazione familiare, lo stile della fraternità si irradia come una promessa sull’intera società e sui rapporti tra i popoli».

Per saperne di più

PER APPROFONDIRE

La fecondità nella coppia come capacità di mettersi al servizio l’uno dell’altro, con lo scopo di generare la propria e l’altrui crescita

Il nostro modo di vedere il mondo ed i nostri rapporti umani sono condizionati dalle nostre emozioni, vissuti, culture ed esperienze, ma anche dal particolare specifico rapporto di coppia che andiamo gradualmente costruendo nel tempo. Per non rischiare di vederlo più o meno lentamente andare in crisi e per non rischiare di isolarci dalla società, appare talvolta necessario fermarci per ritornare in noi stessi, per prendere coscienza di come stiamo cambiando o siamo già cambiati, per chiederci dove stiamo andando come individui, come coppia e come famiglia.

Fatica, stress, rabbia e paura sono cattive consigliere e per mantenere il controllo di noi stessi è bene cercare di non reagire nel pieno dell’emozione, prendendoci invece il tempo di fare un passo indietro e di riflettere. Il nostro modo di parlare esprime l’attenzione e il rispetto che portiamo agli altri, così come le piccole o le grandi premure, che ci fanno tanto piacere. La fecondità, quindi, è innanzitutto la massima attenzione a generare una continua crescita personale, di coppia, familiare, nel contesto della comunità, ricercando e promuovendo informazioni adeguate, raccogliendo, valorizzando e partecipando alle proposte che ci provengono dalla comunità civile ed ecclesiale, collaborando in diversi modi, nei limiti del possibile ed a seconda delle nostre diverse sensibilità, del tempo e della possibilità di impegno, delle nostre conoscenze, delle attitudini, della professionalità.

Quando poi la famiglia si arricchisce di nuovi membri, si sviluppano nuove meravigliose incredibili emozioni, ci si arricchisce tutti insieme, ma aumentano anche inevitabilmente il sonno, la stanchezza, le preoccupazioni e gli impegni… Ecco allora che il concetto di fecondità richiede di mettersi tutti in gioco, di ricercare in sé nuove potenzialità e di sviluppare attitudini nuove e diverse, che magari prima non si sarebbero immaginate possibili.

In questa occasione è importante confrontarsi nella coppia riguardo ai modi con i quali fare fronte ai periodi più difficili o carichi di impegni, esercitando anche la fantasia, non solo al fine di riequilibrare i compiti, le energie e le fatiche all’interno della coppia e della famiglia, ma anche nelle relazioni esterne. In tal modo si eviterà il rischio di chiudersi progressivamente e di perdere quindi quella dimensione di socialità tanto fondamentale per una equilibrata crescita umana.

La fecondità va intesa quindi come apertura alla vita, in tutte le sue forme e le sue manifestazioni, e non invece solo nel significato di fertilità fisica o relazionale nel nucleo familiare; può essere quindi anche attenzione al vicinato, alle persone sole, ammalate, a bambini o giovani in difficoltà per i più svariati motivi (cfr. Fecondità allargata AL 178-184).

 

L’espressione più immediata della fecondità è la procreazione responsabile dei figli e la loro educazione

“L’amore dà sempre vita. Per questo, l’amore coniugale «non si esaurisce all’interno della coppia […]. I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente della unità coniugale e sintesi viva ed indissociabile del loro essere padre e madre»” (AL 165).

Un articolo sulla procreazione responsabile del card. Cafarra [1] ci aiuta a capire quali sono le condizioni che rendono il concepimento eticamente buono. “La persona del futuro concepito ha diritto di nascere in un contesto nel quale si presume prudentemente possa aver accesso ai beni umani fondamentali”, compresa almeno un’educazione di base e che “avrà i mezzi necessari e sufficienti per una vita umanamente degna. In mancanza di tale prudente previsione, la decisione di procreare una persona è da ritenersi eticamente imprudente”.

Anche la capacità educativa del genitore “può incontrare difficoltà insormontabili se il numero dei figli è troppo elevato”, ovviamente non solo dal punto di vista semplicemente economico. Inoltre nella decisione di procreare/non procreare va presa in considerazione anche la “situazione demografica della società in cui i due sposi vivono”. É utile, cioè, tenere in considerazione come criterio di scelta anche la salvaguardia del bene comune, che non deve necessariamente spingere a non procreare, ma anzi, nella società occidentale, dove la natalità è molto bassa ed è altissima l’età media della popolazione, esso va inteso “soprattutto, come indicazione di donare la vita con grande generosità…La decisione di procreare/non procreare dipende quindi innanzitutto dal bene della persona del futuro concepito, dalla persona dei futuri genitori, dalle condizioni generali della società in cui e l’uno e l’altro sono chiamati a vivere” (cfr. GS 50; AL 166-167).

 

Dio è fecondo attraverso la fecondità degli sposi che si esprime in varie forme

  • Adozione o affido: adozione e/o affidamento familiare di minori possono essere forse le forme più strutturate ed impegnative per cui necessitano di adeguata formazione ed opportuno accompagnamento. Esse vanno assolutamente concordate e quindi cogestite con gli appositi Servizi di riferimento, ma qualche forma più leggera ed elastica di accoglienza ed ospitalità può essere affrontata anche solo di comune accordo fra famiglie, soprattutto all’interno di un gruppo di conoscenti e/o amici che condividono sensibilità ed impegno o anche con buone relazioni di vicinato. Quanti bambini, anche nella nostra realtà trentina, purtroppo stanno soffrendo per incuria, trascuratezza, per relazioni familiari disastrate, per la violenza subita o anche, per la violenza assistita, più frequente di quanto si possa immaginare ed incredibilmente dannosa, o per la separazione più o meno violenta dei genitori, o le varie forme di dipendenza che affliggono gli adulti di riferimento, oppure ancora a causa dell’allontanamento forzato dai nonni o dai parenti, già diventati significativi punti di riferimento e poi per qualche motivo di fatto allontanati, o anche sofferenti per forme diverse e purtroppo crescenti di bullismo! Tutti elementi che contribuiscono ad alimentare conseguenti difficoltà di relazione e spesso anche di apprendimento. Chiediamoci se come coppia e/o famiglia riusciamo a cogliere i segnali di tanta sofferenza e solitudine intorno a noi, confrontiamoci con discrezione con parenti ed amici, visitiamo se possibile famiglie più isolate o in qualche modo in difficoltà, proviamo ad offrire ascolto e compagnia, invitiamo i loro figli a giocare con i nostri, a condividere una merenda, proponiamo di portarli con noi ad una gita, di aiutarli a fare i compiti, di accoglierli per un weekend. Coltivando con costanza ed attenzione reciproca la nostra volontà di osservazione, di ascolto attento, discreto e assolutamente non giudicante, impareremo a sperimentare numerose e diversificate modalità per cercare di essere di aiuto.
  • Accoglienza e ospitalità: da non dimenticare che anche le persone adulte possono trovarsi per i più svariati motivi momentaneamente in situazioni di bisogno. Pensiamo a quante mamme, talvolta giovanissime e magari sole, si trovano ad essere molto spaventate e legittimamente preoccupate di fronte alla notizia di una nuova maternità, oppure ex carcerati che appena usciti non trovano punti di riferimento che li possano sostenere almeno in una prima fase, persone afflitte da una qualche forma di dipendenza che faticano a liberarsene e magari avrebbero bisogno di essere accompagnate, rincuorate e sostenute, coppie con relazioni altalenanti, magari ferite o violente, sacerdoti che vivono una situazione di disperata solitudine. Anche per loro e con loro possiamo cercare di costruire forme di sostegno ed accoglienza familiare. Anche qui gli aspetti nei quali si manifesta la fecondità possono davvero essere molteplici!
  • Aiuto ai bisognosi: quante situazioni difficili anche intorno a noi! Magari l’apparenza ci può ingannare, ma se impariamo a rivolgere uno sguardo attento, non superficiale ma più approfondito e cerchiamo continuamente di arricchire il nostro cuore di sensibilità e libertà da pregiudizi, quanto bene possiamo scoprire intorno a noi e contribuire a seminare! L’apertura alla fecondità ci può portare a scoprire anche nel nostro agiato Trentino quante persone o nuclei familiari siano in difficoltà per bisogni economici. Anche andando oltre le nostre dirette conoscenze, riferendoci alla Parrocchia, ai centri di ascolto delle Caritas locali, ai servizi sociali del Comune o della Comunità di Valle, possiamo scoprire davvero situazioni familiari o individuali di estremo bisogno (anziani soli e quindi magari bisognosi di compagnia ed aiuto, sia nelle spese che nelle attività domestiche, persone ammalate non adeguatamente assistite oppure curate da un unico caregiver sovraffaticato perché troppo impegnato e che quindi non può reggere a lungo la fatica da solo, nuclei familiari monogenitoriali, magari senza lavoro, papà disperati perché disoccupati da tempo, persone in cerca di lavoro che hanno bisogno di essere accompagnate o aiutate, magari anche solo a redigere o aggiornare il loro Curriculum vitae, numerosi giovani in cerca di occupazione o in prolungata difficoltà perché trovano solo lavori temporanei, che non offrono loro alcuna garanzia per programmare un futuro costruttivo). Avere uno sguardo sensibile, un ascolto attento e non giudicante, insieme all’apertura del nostro cuore, ci può aiutare a scoprire tanti diversi bisogni e quanto bene possiamo fare anche intorno a noi.
  • Impegno sociale e/o politico: quanto ci limitiamo a criticare chi si impegna in tali ambiti? Ma quanto ci sarebbe bisogno, invece, di interessarci personalmente e direttamente di come stanno andando realmente le cose nel nostro quartiere, nel vicinato, paese, rione, Comune, Stato? Come potrebbe migliorare la vita di molte persone se riuscissimo a coltivare la nostra fecondità personale, di coppia e familiare, anche interessandoci benevolmente e senza pregiudizi del benessere altrui, allargando lo sguardo ad una visione più ampia ed intesa politicamente (da res publica, che riguarda la cosa pubblica)? Oppure se volessimo e potessimo farci carico di aiutare nei modi più diversi, quelli che ci risultano più confacenti o a noi possibili, le molte persone che già si stanno impegnando per il bene comune, affiancandole nel loro impegno diversificato o anche solo segnalando situazioni di bisogno o contesti che necessitano di un qualche intervento privato o pubblico? Come non approfondire concretamente la conoscenza delle diverse situazioni economico-sociali che contraddistinguono questo nostro tempo ricco di numerose informazioni, ma forse troppo povero di collegamenti, di approfondimenti, di ricerche e di opportune riflessioni? Perché non cogliere i numerosi e diversificati stimoli che anche quotidianamente ci vengono offerti dalle più diverse e numerose organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, enti del privato sociale? (Un elenco non esaustivo lo si può trovare nella sezione “Per il saperne di più”). Perché non coltivare ed impegnare la nostra possibile fecondità interrogandoci ed approfondendo sistematicamente quanto, spesso solo superficialmente e magari in maniera più o meno parzialmente distorta, ci viene proposto dai media, ricorrendo anche o invece a fonti di stampa alternative credibili, come le riviste missionarie ad esempio, che, proprio perché radicate nei diversi territori, propongono letture di tipo sociale, economico, storico, ambientale alquanto analitiche, approfondite e magari ben diverse dal mainstream? Se solo volessimo ricercare, confrontare ed approfondire, potremmo arrivare a scoprire davvero un altro mondo, non solo alquanto complesso ed articolato, ma assolutamente ed incredibilmente correlato ed interdipendente a livello globale. Allora si aprirebbe ai nostri occhi ed al nostro cuore, non solo una splendida, costruttiva, meravigliosa realtà di speranza costituita dai numerosi missionari e/o laici che si stanno impegnando in prima persona, ma anche quanto e in che modo il nostro mondo opulento abbia fondato e tuttora continui a basare la sua ricchezza economica sullo sfruttamento secolare dei popoli dell’America Latina, piuttosto che dell’Africa (ad esempio l’immenso e crudele fenomeno dello sfruttamento minorile nelle miniere di coltan, tanto intensivo in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, ci dice niente?). Lo sappiamo che nel mondo sono in atto anche in questo periodo moltissimi focolai di guerra, con bambini violentati e schiavizzati per costringerli ad impugnare le armi, bambine, ragazze, madri violentate sistematicamente anche per reprimere qualsiasi forma di possibile reazione? Ci aggiorniamo sull’evoluzione sempre più complessa della guerra in Siria, dei bombardamenti sempre più distruttivi, della molteplicità di nazioni impegnate per l’incredibile groviglio di interessi politico/economico/militari in gioco? Lo sappiamo che l’Italia è fra i maggiori produttori mondiali di armi e che moltissime delle armi qui prodotte vanno vendute proprio a chi sta continuando a combattere anche in Medio Oriente? Ci chiediamo come mai, purtroppo anche in Italia, stanno continuamente aumentando gli stanziamenti governativi nel settore militare mentre negli ultimi decenni sono andati progressivamente diminuendo quelli destinati all’istruzione ed alla salute, con la conseguenza che si sta tristemente evidenziando proprio in questo periodo per l’attacco del coronavirus, che il nostro Sistema Sanitario Nazionale non riesce ad affrontare adeguatamente anche perché impoverito nel tempo di adeguate risorse, strutture e personale? Ci chiediamo come possiamo approfondire, ricercare, studiare per poi insieme impegnarci in qualche modo a migliorare anche queste complesse situazioni? Come riuscire a fare cultura insieme per contribuire costruttivamente al benessere collettivo? Cerchiamo individualmente, in famiglia, a diversi livelli di gruppo, modalità e forme diverse di approfondimento, di confronto costruttivo, di nuovo impegno personale, familiare, di quartiere, di parrocchia, magari in collegamento con qualcuna delle numerose realtà che già si stanno impegnando per offrire nuovi spunti di conoscenza, riflessione, approfondimento, confronto? Queste e numerose altre, possono rappresentare modalità multiple e diverse di coltivare la nostra preziosa fecondità.
  • Impegno per la salvaguardia del creato: in particolare in questo ultimo periodo, grazie anche a movimenti giovanili come Friday for Future, che cercano di sensibilizzarci sulla gravissima evoluzione dell’inquinamento che si sta verificando a livelli diversi ormai in tutto il nostro meraviglioso pianeta, sta aumentando la nostra sensibilità individuale, familiare e sociale sul tema? Ci chiediamo come mai il nostro Pontefice, tanto attendo anche alla salvaguardia del creato ed impegnato al punto da emanare un’Enciclica su tale complessa problematica, nonostante le ormai evidenti, tragiche e preoccupanti manifestazioni di cambiamento climatico, ancora non venga ascoltato? Ma forse nemmeno noi cristiani su tale tema riusciamo a scegliere di cambiare il nostro stile di vita ed impegnarci in maniera adeguata? Ne parliamo in famiglia, nelle più diverse occasioni di incontro professionale e/o amicale, in parrocchia…? Cerchiamo anche noi di approfondire ed adottare stili di vita più attenti ed adeguati? Proviamo ad interrogarci su cosa sia possibile cambiare nelle nostre abitudini quotidiane a livello individuale e familiare: un’attenzione diversa nell’acquisto di beni di prima necessità, un nuovo impegno per un riuso intelligente di oggetti vari e quindi per lo sviluppo di un’attenzione più critica verso il fenomeno tanto generalizzato nella nostra società opulenta dell’usa e getta, il recupero e la coltivazione di spazi di terreno abbandonato o incolto, l’attenzione ad un acquisto mirato, attraverso gruppi di auto mutuo aiuto o Gas, a prodotti del nostro territorio o comunque il più possibile a km zero, all’utilizzo di mezzi pubblici di trasporto ed alla salutare riscoperta di spostamenti a piedi o in bicicletta, oltre che, magari a sistemi moderni di trasporto collettivo come solo a titolo di esempio il car sharing.
  • Impegno nella comunità cristiana: un nostro inserimento attivo e fattivo in tale realtà ci può aiutare sia a cogliere meglio anche diversi bisogni che ad individuare altre forme di possibile impegno, di comune accordo con il nostro Parroco, con catechisti, lettori, cantori, sacristi, ministri straordinari della comunione, volontari che si impegnano a visitare e sostenere le persone sole, anziane e/o ammalate della parrocchia. Anche in questo ambito, sia i bisogni che le possibilità di impegno sono moltissimi, diversificati e caratteristici in ogni diversa realtà parrocchiale, di rione, quartiere, città, così come differenziati da caratteristiche di urgenza specifiche; l’importante è coltivare la nostra fecondità cercando di muoverci con discrezione, rispettando l’esistente, riconoscendoci e valorizzandoci sempre a vicenda per il bene più vero, profondo e costruttivo della nostra comunità.

[1] http://www.caffarra.it/lessic01.php

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