Giornata per la vita, il monito di don Lauro: “Violenza e denaro ci rubano la vita. Tu vali per quello che sei, non per quello che hai o fai”

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“A rubare la vita all’uomo sono la violenza e il denaro. Chiediamo al Padre il dono dello Spirito per tornare a guardare i fratelli e a dire: voglio che tu sia, tu vali perché sei, non per quello che hai o per quello che fai“. L’invito a condividere l’unico vero parametro di un’esistenza davvero umana risuona attraverso le parole dell’arcivescovo Lauro nella serata di sabato 4 febbraio, nella Messa in cattedrale in occasione della Giornata per la vita.

Da don Lauro, in avvio della celebrazione, il “grazie” al Movimento per la Vita e al Centro di aiuto alla vita “per il grande lavoro di promozione e tutela della vita. Tante donne e famiglie sono state visitate da questi fratelli che si spendono per la difesa della vita, dal concepimento al suo tramonto e molti hanno potuto risorgere  ritrovare fiducia e godere della vita”, nota l’Arcivescovo.

“Sale e luce del mondo”

Nell’omelia, monsignor Tisi parte dalla constatazione che  “in questo momento la fiducia nell’umano è ai  minimi termini: quando si pensa all’uomo e alla donna emergono fragilità e debolezza”. Ma la parola del Vangelo evidenzia un’altra prospettiva: “Il Maestro ci dice: voi siete in grado di essere sale e luce del mondo e questo la dice lunga sulla grandezza dell’esperienza credente che esalta l’uomo e gli permette di aver fiducia in se stesso. I cristiani – argomenta don Lauro – quando pensano all’uomo lo pensano in grado di essere luce del mondo e sale della terra. Gesù stesso lo identifica con la luce e il sale, perché il Maestro vuole che facciamo le sue opere e ipotizza addirittura che ne facciamo di più grandi di lui”.

“Quale lezione – aggiunge l’Arcivescovo – per questo momento della storia avvolto dalle nubi tenebrose della violenza! Quale messaggio di speranza per i nostri occhi che in questi giorni vedono i migranti morti in mare nella più totale indifferenza, vedono le immagini di uomini mandati al fronte a morire per niente, il volto sfigurato di tante donne violate. I nostri occhi vedono l’utilizzo della morte invocata come soluzione per tutta una serie di problemi personali e sociali. È la più grande aberrazione. La morte usata come illusione per produrre vita”.

“Smascherare l’illusione del denaro e della violenza”

“Di fronte a questa tragedia, il credente, mentre vede tutto questo, ha accanto il Maestro che gli dice: ‘coraggio, con me tu puoi diventare sale e luce del mondo‘. Quali sono i fattori che fanno affaticare l’umano? A rubare la vita all’uomo sono la violenza e il denaro. Noi veniamo mandati come credenti, come fascio di luce nel mondo per smascherare l’illusione del denaro e della violenza che introducono come parametro con cui pensare a Dio il criterio dell’utile e dell’efficiente. E contro questo criterio il Maestro ci mette al corrente dello sguardo del Padre che quando guarda l’uomo si meraviglia, s’incanta, ed esplode dicendo: è cosa molto buona! Padri e madri quando viene al mondo la vita si commuovono e scoppiano di gioia. Il Padre quando ci ha messi la mondo è scoppiato di gioia”.

Come possiamo diventare sale e luce nel mondo, e immettere nella vita la forza di Dio? Lo possiamo fare nella misura in cui quando guardiamo il volto delle persone e non andiamo a vedere quanto possiedono e quanto sono abili o utili. Quando vediamo le persone e liberiamo l’incanto, lo stupore, sapendo di non avere davanti solo un dato biologico, ma un mistero di bellezza, di forza di desiderio, di anelito, di gioia. Vieni Signore Gesù, regala a noi gli occhi del Padre per riconoscere che la nostra vita e quella di ogni uomo non è descritta dal dato biologico o da quanto possiede ma la vita à incanto, eccedenza, festa senza fine. Se non riusciamo a leggere la vita con questi parametri, chiediamo al Padre il dono dello Spirito per tornare a guardare i fratelli e a dire: voglio che tu sia, tu vali perché sei, non per quello che hai o per quello che fai“.

La celebrazione è stata animata dal coro Coraggio di Telve Valsugana: “È davvero bello – ha commentato don Lauro – il convenire in cattedrale dei cori delle nostre valli, segno di comunione tra le comunità della Diocesi e la chiesa cattedrale; la vita viene spesso minacciata proprio della mancanza di comunione”.