“E’ l’ora dei primi passi nel farsi prossimi e della fiducia”. L’augurio natalizio di don Lauro a dipendenti e collaboratori

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Un augurio in videocollegamento solo un anno fa sarebbe stato considerato freddo e surreale. Non così, in tempo di Covid, per i settanta dipendenti e collaboratori della Curia diocesana e degli Enti Afferenti, connessi in piattaforma digitale lunedì 21 dicembre per il consueto messaggio natalizio dell’arcivescovo Lauro. Da monsignor Tisi, introdotto dal vicario don Marco Saiani, un grazie per l’impegno delle varie aree pastorali e amministrative che anche in questi mesi di pandemia non è mai venuto meno, con una menzione particolare all’attività sul versante solidale (da InFondo speranza a Passi di Prossimità).

L’Arcivescovo ha quindi invitato a non lasciarsi condizionare da una narrazione mediatica che impedisce di cogliere l’enorme sofferenza diffusa, con esiti sempre più pesanti anche sul terreno del disagio psichico.  “Abbiamo davanti – ha sottolineato don Lauro – un Natale senza cenoni e grandi feste, ma ci resta Gesù di Nazareth e la sua mangiatoia. L’atteggiamento migliore per stare in questo tempo è l’umiltà, non la dote di chi sembra rinunciare ma la virtù alta di chi prova a fidarsi degli altri, osservandoli con stima.  Questo è il miglior antidoto alla tempesta che viviamo: non chiederti chi è il tuo prossimo, ma fatti tu prossimo. E’ l’ora dei primi passi di chi dice io voglio essere prossimo degli altri”.

“Potrebbe essere anche il Natale in cui riprendiamo fiducia in noi stessi“, ha soggiunto Tisi. “Un tempo come questo – spiega – ci permette di capire l’affermazione di Gesù: ‘a ciascun giorno basta la sua pena”. La quotidianità presa per mano con concretezza e nella fedeltà è il modo migliore per non lasciarsi sopraffare dalla disperazione e dall’angoscia. Se vogliamo veramente trovarci pronti per costruire novità – non appena avremo vinto il virus -, dobbiamo abitare l’ora presente”. Nella certezza che questo Natale in tempo di pandemia “può aiutarci anche a passare – conclude l’Arcivescovo – dall’idea di un Dio ‘tappabuchi’ a un Dio Emmanuele che cammina noi. Auguri a voi e alle vostre famiglie!”.