Ad animare il Cammino sinodale il metodo della “conversazione spirituale”. Lo spiega il professor Triani, consulente diocesano

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Come dovranno essere organizzati i gruppi sinodali, cuore dell’esperienza di Cammino sinodale che la Diocesi di Trento avvia in contemporanea all’inizio della Quaresima? “Nei gruppi sinodali – spiega il pedagogista Pierpaolo Triani, membro del coordinamento sinodale nazionale e consulente della Diocesi trentina – sarà importante lasciarsi sollecitare
dalle domande scelte dalla Diocesi (Che cosa suscita in te la parola Chiesa? Qual è la tua esperienza della comunità credente?) raccontando l’esperienza che esse suscitano. Sarà però importante tradurre questa fase in una metodologia chiamata della “conversazione spirituale” che “punta – spiega Triani a Vita Trentina – ad attivare quei processi di condivisione, di ascolto e di passaggio dall’”io” al “noi” che devono caratterizzare questa prima fase cosiddetta narrativa del Cammino sinodale.  In secondo luogo, l’attenzione al metodo vuole  esprimere un significato importante: che il camminare insieme deve avere come elemento imprescindibile la disponibilità all’ascolto dell’altro. Così da scoprirsi l’uno dono per l’altro nell’ascolto, ma anche da sapersi mettere all’ascolto dello Spirito Santo che parla nella vita delle persone. Questo è il dinamismo che sempre dovrebbe animare la vita della Chiesa”.

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