Pagina dei ragazzi – n. 509 Dicembre 2023 – Le parole danno forma al pensiero

Introduzione

Con ottobre 2023 i contenuti de “La pagina dei ragazzi” di Comunione e Missione vengono realizzati in forma digitale e saranno fruibili solo attraverso il sito. Tutti i materiali saranno scaricabili e stampabili, speriamo in questo modo di rendere questo strumento più agevole per chi intende proporlo ai gruppi.

Anno pastorale 2023-2024

Per quest’anno si è scelto di proporre un percorso ispirato dal Manifesto della comunicazione non ostile e dal Manifesto per l’infanzia realizzati dall’Associazione Parole O_Stili.

Guarda il video che spiega il decalogo ai bambini.

Ogni mese ci focalizzeremo su un punto del Manifesto.


Ecco il materiale che accompagna il

numero 509 – dicembre 2023


Le parole danno forma al pensiero

Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.

Prima di parlare bisogna pensarci: puoi contare fino a dieci! così riesci a trovare proprio le parole giuste per dire quello che vuoi.


Per i più grandi

Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.

Teniamo i vetri puliti

[scarica il testo in pdf]

Dentro di noi c’è un mondo che possiamo esprimere a parole. Aprire la bocca e mettersi a parlare è come aprire una finestra sul nostro cervello e permettere agli altri di capire il nostro pensiero. Beh, forse più che aprire la finestra è un po’ come tirare le tende e lasciar guardar dentro dai vetri. Chiaramente se i vetri sono belli puliti si vede dentro per bene ma se i vetri sono sporchi, rovinati o coperti da una patina opaca non è detto che si veda chiaramente.
Insomma, non basta tirare le tende per lasciar guardar dentro, bisogna prendersi cura dei vetri. Non basta aprir la bocca o scriver giù due parole per farsi capire, bisogna prendersi cura delle parole che usiamo.
E cosa vuol dire prendersi cura delle parole? Forse lo sapete meglio di me, ma per chi avesse bisogno di qualche suggerimento ecco quel che penso io. Prendersi cura delle parole vuol dire conoscere davvero il significato delle parole che usiamo; scegliere le parole giuste per esprimere un certo concetto; assicurarsi che non ci siano fraintendimenti; prendersi il tempo di formulare un pensiero coerente.
Poi chiaramente bisogna tenere conto di chi riceve le nostre parole: i nostri interlocutori vanno rispettati nella loro intelligenza e sensibilità. Chi ci ascolta ha diritto ad essere trattato con gentilezza; ad avere un’opinione diversa dalla nostra.
E poi c’è un altro aspetto da tenere in considerazione: avete presente quando si prova a guardare oltre un vetro ma fuori c’è troppa luce e il riflesso ci impedisce completamente la vista? Ecco, la stessa cosa succede quando comunichiamo. È chiaro che se esprimo il mio pensiero in un contesto poco adatto posso impegnarmi fin che voglio ma alcune situazioni proprio non si prestano alla comunicazione. Se sono ad un concerto o allo stadio, nel mezzo della folla urlante sicuro non mi metto a fare una telefonata per parlare di un argomento delicato, no?
Insomma, le parole non sono come coriandoli da gettare al vento e senza preoccuparsi di dove cascano. Le parole sono semi preziosi che per fiorire hanno bisogno di molta attenzione, di un luogo adatto e di cura.

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Se sei un adulto che ha a che fare con gruppi di adolescenti potresti trovare utile questa dinamica.

Ma che storia è questa?

[scarica la scheda per l’attività in pdf]

Obiettivo

Riflettere sull’importanza di una comunicazione completa e chiara.

Materiale necessario
  • Carta e penna per ciascun gruppo
  • Elementi per inventare una storia (preparare dei cartoncini con diversi personaggi, ambienti e situazioni; in alternativa si possono utilizzare le carte di Dixit oppure i dadi StoryCubes)
Procedimento
  • Dividere i presenti in almeno due gruppi e posizionarli in modo che non si influenzino fra loro. [NB: è preferibile che i gruppi siano formati da poche persone]
  • Estrarre il primo elemento. A partire da quello ciascun gruppo inizia la propria storia. Dare qualche minuto per scrivere.
  • Estrarre il secondo elemento. Ciascun gruppo continua la storia inserendovi il secondo elemento. Dare qualche minuto per scrivere.
  • Proseguire con quanti elementi si vuole.
  • Lasciare del tempo finale per sistemare la storia in modo che abbia un senso logico e non sia solo un’accozzaglia di eventi scollegati.
  • Ascoltare a turno la storia di ciascun gruppo. Può venir letta o raccontata.

Il risultato auspicato è che i gruppi, pur avendo lavorato con gli stessi elementi, abbiano prodotto storie diverse.

Rilettura

In una prima fase guidare il confronto sull’analisi delle storie portando alla luce il positivo e il negativo:

  • incongruenze nella storia;
  • idee originali;
  • similarità e divergenze fra le diverse storie…

Proseguire con dei ragionamenti che portino fuori dal gioco. Questi sono alcuni degli aspetti su cui si può stimolare il ragionamento.

  • Quando si comunica non si possono fornire solo alcuni elementi dando per scontato il resto altrimenti chi ci ascolta completa le informazioni mancanti secondo le proprie idee.
  • Le storie, e quindi le idee, degli altri vanno rispettate e valorizzate. Possono essere un’occasione di incontrare altri punti di vista.
  • Il tempo finale per rendere la propria storia coerente è un parallelismo col tempo che serve a tutti noi per formare un pensiero chiaro prima di esprimerlo.

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Per i più piccoli

Prima di parlare bisogna pensarci: puoi contare fino a dieci! così riesci a trovare proprio le parole giuste per dire quello che vuoi.

 

 

Per trattare il tema delle parole, soprattutto con i più piccoli, suggeriamo il libro La grande fabbrica delle parole di Agnès de Lestrade, illustrazioni di Valeria Docampo, editore Terre di Mezzo.

 

 

Messaggio in codice

[scarica l’attività pdf con soluzione]

Scopri qual è la prima cosa da fare per dire ciò che pensi in modo chiaro e semplice.
Partendo dallo schema in fondo alla pagina incrocia i simboli a lato con i numeri in alto e scopri a quale lettera corrisponde ogni casella.

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