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Pastorale Missionaria

Il percorso di accompagnamento alla preghiera giornaliera della Quaresima 2021 è proposto on line settimanalmente.

I dettagli si trovano nell’introduzione al sussidio e negli altri strumenti per l’animazione.

Il tema di quest’anno è “Credettero alla Scrittura” (Gv 2,22)

La settimana dal 22 al 28 febbraio ha il sotto tema “Questi è il mio figlio”.

Lunedì 22 febbraio. Introduzione

Il posto della preghiera
Tutti noi abbiamo bisogno di luce interiore per superare le prove della vita. Di fronte ad una seria difficoltà facciamo ricorso alla risorsa della preghiera. Per raccogliersi in preghiera individualmente, per proprio conto, si riesce più facilmente a trovare il tempo e a ritirarsi in un posto adatto. Ma riuscire a pregare insieme ad altri, a pregare in famiglia, non è facile; è una grazia da richiedere instancabilmente, senza preoccuparsi se per il momento si tratta di un sogno impossibile. I ritmi di vita degli uni e degli altri sono spesso così diversi da rendere estremamente difficoltoso ritrovarsi insieme. Rimane pur sempre la liturgia della santa Messa festiva. Può anche essere presa in considerazione la scelta di aderire ad una particolare proposta che Missio indica ai fedeli. Nel Vangelo della seconda domenica di Quaresima, Marco colloca il racconto della trasfigurazione in un punto strategico della sua narrazione evangelica. C’è stato l’episodio della confessione di fede da parte di Pietro a Cesarea di Filippo, seguito subito dopo dal rifiuto del destino di sofferenza del Messia da parte di Pietro, dopo che Gesù aveva fatto il primo annuncio della sua passione, morte e risurrezione. La missione del Messia richiedeva di essere ridefinita in prospettiva della passione e morte e risurrezione di Gesù, il Figlio dell’uomo. Essa si doveva manifestare gradualmente e progressivamente nel corso della sua vita, della sua predicazione e delle sue opere, per culminare nella sua passione, morte, risurrezione e glorificazione alla destra del Padre. Per affrontare questa difficoltà, per preparare i discepoli ad affrontare lo scandalo della croce, Gesù prende con sé tre di loro, Pietro, Giacomo e Giovanni e li conduce con sé sul monte a pregare.

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Martedì 23 febbraio. Vedere la vita

La testimonianza: il cardinal Gualtiero Bassetti
Il 28 ottobre 2020, il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, venne ricoverato in ospedale in quanto positivo al coronavirus. Le sue condizioni di salute iniziarono a peggiorare sino a che venne spostato in terapia intensiva. In seguito al miglioramento delle condizioni di salute, venne dimesso il 19 novembre 2020. Il cardinal Gualtiero Bassetti, dal letto di ospedale, ha sentito l’urgenza di scrivere una lettera a tutto il popolo di Dio. È la testimonianza della personale vicenda di grazia e del conforto ricevuto dalla santa comunione con il Signore. Vi si coglie il rammarico per le migliaia di persone che durante la prima fase della pandemia sono morte senza la possibilità di ricevere il Viatico per la vita eterna e per i fedeli che sono stati privati del Corpo di Cristo. Da quando sono in isolamento per la positività al Covid19 – scrive Bassetti – ho la possibilità di comunicarmi ogni giorno nella mia camera, avendo portato una piccola pisside vicino alla porta della stanza. Il presidente dei vescovi italiani, però, non si è limitato a proclamare il suo amore per Gesù Eucaristia, ma indica nella comunione eucaristica la via per uscire da ogni prova materiale e spirituale, per la Chiesa e per il mondo. Anche le vicende drammatiche che stiamo vivendo in questi giorni in Italia – scrive Bassetti – come la diffusione dell’epidemia, la grave crisi economica per molti lavoratori e per tante imprese, l’incertezza per i nostri giovani della scuola non sono al di fuori della Santissima Eucarestia. Perciò, l’Eucarestia, soprattutto in questo periodo così difficile, non può essere lasciata ai margini delle nostre esistenze ma dev’essere rimessa al centro della vita e della missione dei cristiani.

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Mercoledì 24 febbraio. Riflettere con la Parola

La trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor
Gesù conduce con sé sul monte Pietro, Giacomo e Giovanni perché vuole rivelare a loro la sua propria partecipazione alla gloria divina ed essi ricevano la forza di affrontare lo scandalo della croce. La trasfigurazione di Gesù avviene in un contesto di preghiera. Dalla trasfigurazione di Gesù traspare la comunione del Figlio con il Padre. Gesù dischiude ai discepoli il senso delle Scritture, l’insegnamento dei profeti, la volontà di Dio e la realtà della vita futura. La trasfigurazione è anticipazione della Pasqua di risurrezione. Pietro vorrebbe che questa esperienza restasse stabile. Viene dal Cielo il segno del compiacimento di Dio Padre: la luce che trasfigura il Cristo e la voce che lo proclama il Figlio amato. Come al Battesimo nel Giordano, Gesù è confermato il Messia, il Servo fedele e sofferente di Dio, ma vittorioso, che tutti devono ascoltare e seguire. Lo scandalo della sua crocifissione non dovrà essere ritenuta un suo fallimento ma una tappa necessaria verso la gloria e soprattutto l’espressione della sua obbedienza di servo sofferente glorificato da Dio. La sua morte in croce significa l’abbassamento del Figlio dell’Uomo, il quale verrà alla fine nella pienezza della sua gloria e come Signore del mondo. La trasfigurazione non è un evento che riguarda Gesù solo, ma riguarda anche noi, perché è anticipazione del nostro futuro. Importante è la visione, ma lo è anche l’ascolto. Finché saremo sulla terra il nostro rapporto con Dio avviene più nell’ascolto che nella visione. Occorre ascoltare, seguire Lui, per collaborare alla sua missione. L’attesa del suo ritorno apre a noi la prospettiva del Regno eterno di comunione con Dio: quando Dio sarà tutto in tutti.

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Giovedì 25 febbraio. Agire in concreto

Che importanza diamo alla preghiera e alla missione?
Se aspettiamo di avere tempo per pregare, non pregheremo mai. Il problema non è: non ho tempo per pregare; piuttosto: che importanza do alla preghiera, che importanza do alle missioni? Ma come fare, se la giornata è già sovraccarica di impegni e di preoccupazioni? Occorre ritagliarsi dei tempi e dei luoghi adatti. Occorre poi perseverare nella preghiera, tenendo presente che ciò che conta non è tanto quello che faccio io, ma quello che può fare Dio in me. Mettersi nelle mani di Dio, tenere occhi e cuore sempre desti, accettare di lasciarsi sorprendere continuamente da Lui, non è affatto scontato e soprattutto non è affatto facile. Ma è proprio ciò che continuamente egli ci chiede: lasciarci guidare da Lui, anche quando tutto sembra contraddittorio. E ci chiede di farlo anche in famiglia. La famiglia riunita in preghiera: è questo il segreto della sua unità, coesione e missionarietà. Possiamo imparare a pregare leggendo il Vangelo della domenica, per trarre insegnamento e ispirazione dalla meditazione sull’esperienza di Gesù e degli apostoli. Questa pratica ci prepara alla partecipazione alla santa Messa festiva, che è la preghiera completa, perché in essa uniamo la nostra alla preghiera e al sacrificio di Cristo. La Parola di Dio ci è offerta come nutrimento. Per quanto riguarda le missioni, potrebbe giovare aderire alle occasioni di incontro, di partecipazione e di formazione offerte da Missio. Il silenzio di fronte a realtà e a compiti che sembra ci superino, non poche volte ci fanno soffrire. L’ascolto è capacità di fidarsi di Dio, di lasciarsi ammaestrare dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo ci aiuta a integrare la fede con la vita e a portare il frutto delle opere della misericordia, le opere missionarie.

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Venerdì 26 febbraio. Preghiera

Signore che hai chiamato i discepoli a seguirlo sul monte a pregare insieme, invita anche noi a trovare il tempo di raccoglierci in preghiera. Ci viene in aiuto la parola di Dio.
I testi liturgici di questa seconda domenica della Quaresima ci insegnano a pregare offrendoci la seguente orazione:
O Padre,
che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio,
guidaci con la tua Parola,
perché purificati interiormente,
possiamo godere la visione della tua gloria.

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Sabato 27 febbraio. In famiglia

Questa Quaresima ci faccia la grazia della conversione del cuore per accogliere la chiamata alla trasfigurazione che è insita nel nostro battesimo e che ci vuole far gustare la bellezza di essere figli di Dio e fratelli tra noi, chiamati a condividere la stessa vita di Dio e a renderne partecipi ogni uomo.
(Chiara – Monaca Clarissa, 5 Marzo 2020)

Gioco: Parole nascoste
Cerca le parole nascoste e se vuoi colora il disegno. (soluzioni)

Impegno
Scopriamo che anche noi siamo figli e tutti fratelli. Proviamo a scoprire il volto di Gesù nell’altro. Proviamo ad accorgerci di un bisogno di chi abbiamo vicino, prima che ci venga chiesto.

Preghiera
Aiutaci Signore a metterci in ascolto, a pregare anche per chi è lontano da noi, per chi ha donato la propria vita per gli altri. Fa che ognuno di noi possa vedere nell’altro il tuo volto.

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Domenica 28 febbraio. Commento

La conversione di cui si parlava domenica scorsa ci purifica lo sguardo, ci riorienta e ci rende capaci di capire, di vedere il nuovo, di contemplare il Figlio. Il convertito entra in un mondo di Luce che diventa visibile e trapassa sotto la pelle del mondo, della storia, delle comunità, delle persone e degli avvenimenti. La conversione ci rende attenti e sensibili, ci apre gli occhi, ci fa vedere la realtà per quello che è, e così siamo capaci di reinnamorarci dell’umanità. L’amore comincia a scorrere nelle nostre vene, ci apre alla contemplazione e alla gioia. Ci sentiamo innamorati del Cristo e dell’umanità. Così come l’innamorato vede l’amata con uno sguardo inedito, più autentico e profondo, così il cristiano vede e percepisce la realtà e il mondo con occhi nuovi, con gli occhi del Padre, o della Madre. Osservate una madre davanti al suo bambino: lei sa, lei ama, lei vede.
Nel corso di un viaggio mi fermai allarmato: sui bordi di una pista, alla periferia della capitale, una piccola folla circondava il corpo carbonizzato di un uomo a cui era stato dato fuoco con un copertone. Qualcuno degli astanti accennava a dei passi di danza. La rabbia era sbollita, qualcuno aveva pagato caro il prezzo della violenza diffusa in quel quartiere. Un capro espiatorio. Mi dissero che era stato ucciso in quanto ladro. Poco vicino, seduta accanto al morto, una donna si disperava, era la sua anziana madre. Lei non vedeva in quel povero corpo straziato un ladro, ma il figlio che aveva portato in grembo. “Questi è mio Figlio, l’amato”. Tra qualche settimana riconosceremo il Figlio straziato sulla croce del Golgota.

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