Papa Francesco: un messaggio per i cantori

bookmark
In occasione del raduno delle Scholæ Cantorum a Roma
Liturgia
Musica Sacra

Sabato 28 settembre 2019 le Scholæ Cantorum aderenti alla Associazione S. Cecilia si sono radunate a Roma partecipando ad una udienza particolare con Papa Francesco nell’Aula Paolo VI. Il discorso del Papa ci offre l’occasione per riflettere su alcune questioni che, forse, ci toccano da vicino:

Quale musica facciamo circolare nelle nostre liturgie? Il Papa ci dice:  “Non una musica qualunque, ma una musica santa, perché santi sono i riti; dotata della nobiltà dell’arte, perché a Dio si deve dare il meglio; universale, perché tutti possano comprendere e celebrare.

Qual è il rapporto dei nostri cori nella comunità parrocchiale che si raduna in assemblea celebrante? Francesco ci ricorda: “Il coro guida l’assemblea e – con i suoi repertori specifici – è voce qualificata di spiritualità, di comunione, di tradizione e di cultura liturgica. Vi raccomando di aiutare a cantare tutto il popolo di Dio, con partecipazione consapevole e attiva alla Liturgia. Questo è importante: la vicinanza al popolo di Dio.

Ancora il pontefice ci rimanda alle motivazioni che sono alla base del nostro ministero: “Cantare, suonare, comporre, dirigere, fare musica nella Chiesa sono tra le cose più belle a gloria di Dio. È un privilegio, un dono di Dio esprimere l’arte musicale e aiutare la partecipazione ai divini misteri. Una bella e buona musica è strumento privilegiato per l’avvicinamento al trascendente, e spesso aiuta a capire un messaggio anche chi è distratto.

Da ultimo risuona anche un bel monito all’unità delle comunità delle quali noi siamo al servizio attraverso il dono della musica: “La musica sacra svolge anche un altro compito, quello di saldare insieme la storia cristiana: nella Liturgia risuonano il canto gregoriano, la polifonia, la musica popolare e quella contemporanea. È come se in quel momento a lodare Dio ci fossero tutte le generazioni passate e presenti, ognuna con la propria sensibilità. Non solo, ma la musica sacra – e la musica in genere – crea ponti, avvicina le persone, anche le più lontane; non conosce barriere di nazionalità, di etnia, di colore della pelle, ma coinvolge tutti in un linguaggio superiore, e riesce sempre a mettere in sintonia persone e gruppi di provenienze anche molto differenti. La musica sacra riduce le distanze anche con quei fratelli che a volte sentiamo non vicini. Per questo in ogni parrocchia il gruppo di canto è un gruppo dove si respira disponibilità e aiuto reciproco.

Buona lettura!