Vescovi Nordest: due giorni di riflessione e dialogo a Cavallino (Venezia) su guerra, pace, democrazia e nuovi scenari di geopolitica mondiale

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Due giorni per allargare gli orizzonti e scoprire le interconnessioni tra le vicende di questo tempo, l’annuncio del Vangelo – che è sempre “buona notizia” – e la vita dei territori del Nordest italiano; due giorni per comprendere meglio l’attuale situazione internazionale – tra guerra, pace, democrazia, diseguaglianze e nuovi scenari geopolitici – anche attraverso differenti “letture” della realtà e particolari punti di vista ed osservazione: su queste direttrici si è svolto l’incontro di riflessione ed approfondimento dei Vescovi del Triveneto che si sono ritrovati il 9 e 10 gennaio 2023 presso la Casa Maria Assunta di Cavallino (Venezia) insieme a 3 rappresentanti per ciascuna delle 15 Diocesi: in tutto erano presenti circa 60 persone (tra cui sacerdoti, diaconi, religiose e laici). Per la Diocesi di Trento erano presenti l’arcivescovo Lauro Tisi, il delegato dell’Area Testimonianza don Cristiano Bettega, il Referente Caritas, Fabio Chiari e la giornalista Linda Stroppa.

Ad aprire e scandire i lavori, nelle giornate di lunedì e martedì, era stato il padre gesuita Luciano Larivera (direttore del Centro Veritas di Trieste) che si è soffermato, soprattutto, sul contributo specifico di lettura “sapienziale” della realtà che la Chiesa può dare nell’odierna situazione, una lettura frutto di “una fede in dialogo con la realtà, capace di fare sintesi – secondo un approccio realistico e impegnato, da operatori di pace – e capace di attingere anche al vocabolario della tradizione profetica, per riuscire a cogliere e trasmettere la presenza di Dio nella storia. La grande sfida oggi, anche di fronte ai fenomeni della guerra e dei grandi cambiamenti climatici, è trovare i modi per riconciliare antagonismi o polarità differenti, recuperare il livello superiore – l’esperienza della carità e del bene che rigenera – e riscoprire così la comune fraternità umana, che è una categoria che non si può abolire”.

“Nel cambiamento d’epoca che stiamo attraversando – ha osservato Paolo Beccegato (Vicedirettore e responsabile dell’Area internazionale di Caritas Italiana) – è importante cogliere anche il punto di vista e lo sguardo dei poveri. In questi anni c’è chi si è affrancato dalla povertà ma guerre e diseguaglianze colpiscono sempre più con fenomeni nuovi e inquietanti come il coinvolgimento dei civili nelle guerre (il 90% dei morti arriva da loro), aspetto di cui si parla ancora pochissimo. La guerra in Ucraina ci ha dato un po’ più il sentore di questo fenomeno ma ci sono almeno altri 20 conflitti in atto nel mondo di cui non si parla e non si sa quasi nulla. E’ importante poi crescere nella consapevolezza della rilevanza mediatica ed informativa di tutto ciò e crescere nella conoscenza di cause, conseguenze, rapporti e corresponsabilità. Bisogna lavorare di più sulla gestione dei conflitti, sull’uso dei media e sul loro accesso, consapevoli dell’enorme valenza pedagogica e di condizionamento che i media hanno”.

Ad offrire un contributo di analisi e riflessione è intervenuto oggi il prof. Vittorio Emanuele Parsi (docente di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) che ha definito la guerra in corso in Ucraina come “un attacco esterno ai principi dell’ordine internazionale fondato sui principi della democrazia e del liberalismo – per il quale la libertà è cardine per tutti e non deriva da privilegi – e questo rende complicati i tentativi di risolvere il conflitto perché potrà essere risolto solo riaffermando quei principi, altrimenti l’intera casa crolla e ci aspetta un mondo pre-illuministico e pre-liberale”. Di fronte alla guerra, ha proseguito, “riemerge il dilemma di Karl Popper: si può essere tolleranti con chi è intollerante? La risposta è no, altrimenti la tolleranza è morta. Certo, la guerra esiste e ritorna, eppure l’unico modo per respingerla o ridurla è stato, in particolare dal 1945 ad oggi, la costruzione di un ordine internazionale – non perfetto ma il migliore possibile e fondato su economia di mercato, democrazia rappresentativa e società aperta – che va tutelato ad ogni costo”. Per il prof. Parsi la crisi odierna avrà un “lungo decorso e non prevede rapide soluzioni”. Commentando il fenomeno degli assalti ai palazzi governativi negli Stati Uniti e, nei giorni scorsi, in Brasile ha sottolineato che “la democrazia rimane sempre un viaggio infinito e continuamente va riparata e mantenuta nella sua efficienza”. Sollecitato dal dialogo con i Vescovi e i rappresentanti delle Diocesi sulla realtà dell’Occidente, sul concetto di democrazia e di legittima difesa, ha infine aggiunto: “La pace passa attraverso la democrazia, non succede il contrario. La democrazia non è perfetta ma ti consente di cambiare anche se non ti garantisce sul cambiamento, e per questo dobbiamo difenderla e tenercela stretta”.

Nel corso della “due giorni” a Cavallino, Vescovi e rappresentanti delle 15 Diocesi del Triveneto – proseguendo l’ascolto della realtà secondo altri punti di osservazione – hanno, inoltre, seguito in videoconferenza le testimonianze di due comunità cristiane del Medio Oriente attraverso gli interventi del presidente di Caritas Libano padre Michel Abboud e del direttore di Caritas Giordania Wael Suliman.

Fonte: Ufficio Stampa Cet