Giulia (di Carisolo) e Anita (bresciana), prima professione con le Suore operaie. Don Lauro: “Non siete voi a consacrarvi, è il Signore che vi prende e vi consacra”

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Prima professione religiosa con le Suore operaie della Casa di Nazareth per la trentina di Carisolo Giulia Bertarelli (a destra nella foto) e la consorella bresciana Anita Sberna nel pomeriggio di domenica 19 settembre, nella solenne s. Messa presieduta dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi nella basilica santuario di San’t’Arcangelo Tadini a Botticino Sera (BS).

“Gesù di Nazareth non è venuto a offrire religione, norme, etica ma a regalarci le ali per vivere. Giulia e Anita non hanno incontrato un apparato religioso ma l’incanto del Dio di Nazareth che viene a regalarti non norme e regole ma adrenalina, vita, speranza, gioia e festa“, ha detto monsignor Tisi nell’omelia. “L’amore – ha aggiunto don Lauro – uno lo vive non lo spiega. E oggi siamo qui non a spiegare una scelta ma a contemplare la forza di un Dio che attraverso l’umanità di Gesù è ancora capace di  sedurre il cuore di due ragazze e mettere nel loro cuore festa e gioia”.

In un’Europa che sta morendo di egoismi e autoreferenzialità, le due giovani – a detta di Tisi – dimostrano con la “loro scelta che la vita passa per la gratuità”. Dopo l’invito ad “avere i poveri come propri ‘padroni’, gli ultimi come primi compagni di viaggio” don Lauro conclude: “Andate serene, Giulia e Anita, perché oggi non vi consacrate al Signore, come spesso diciamo nelle stanze ecclesiali; è il Signore che vi prende e vi consacra: non dovete far niente, solo lasciarlo lavorare. Il Signore è di parola! Contemplatelo nell’umanità di Gesù, non caso al centro del vostro carisma”.