Corpus Domini, Messa e processione in città con l’arcivescovo Lauro: “Chiesa di Trento, non avere paura, prendi il largo e diventa pane di riconciliazione”

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“Questa sera veniamo guariti dall’Eucaristia e inviati sulle strade della nostra città a raccontare che c’è speranza perché abbiamo un Maestro che anche nell’ora del tradimento continua ad offrirci il Pane della vita. Chiesa di Trento, non avere paura, prendi il largo e diventa pane di riconciliazione“. Nelle parole dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, il senso della Messa in cattedrale, la sera di giovedì 8 giugno, e della successiva processione del Corpus Domini per le vie del capoluogo. Tanta gente in duomo e poi in cammino tra le case del centro storico, fino alla benedizione finale nella chiesa del Santissimo.

“Chiesa, nuovo Israele” 

Nell’omelia don Lauro crea un parallelo tra il popolo d’Israele, alle prese con il lamento e la mormorazione e quindi invitato a non dimenticare il dono della manna e dell’acqua nel deserto e la “nostra Chiesa, nuovo Israele – ricorda don Lauro – invitata a ricordare i volti che ci hanno amato, che ci amano e che portano uno squarcio di sereno dentro le nostre giornate. Siamo sollecitati – spiega l’Arcivescovo – a uscire dal lamento e della mormorazione e a far memoria dei tanti volti delle persone che con la loro vita con il loro amore e la loro vicinanza ci hanno tenuto e ci tengono in piedi”.

“Eucaristia, non solo ricordo ma presenza viva” 

“Nell’operazione ricordo, accanto all’acqua buona, emerge anche l’acqua un po’ stagnante di quello che non ha funzionato”, ammette don Lauro, riconoscendo anche il peso di “relazioni non sane  e percorsi interrotti”. Ma ecco la notizia: “Non solo il ricordo, ma la memoria viva che riporta qui, in questo nostro presente il Signore Gesù che anche a noi lava i piedi come ai discepoli, offre il pane al traditore e continua a chiamare amici coloro che l’hanno abbandonato, tradito e rinnegato”. Di qui l’invito accorato: “L’Eucaristia è medicina, farmaco, il Signore questa sera è qui esattamente come in quell’inizio nel cenacolo e si fa non solo ricordo, ma vivo e presente e rialza, ridà vita, rilancia e manda noi ad uscire per essere, come il Maestro, almeno un piccolo assaggio del suo lavare i piedi, del suo farsi prossimo, del suo farsi accoglienza, perdono. Del suo essere irriducibile nell’amore“.

“In val di Sole uomini e donne che diventano loro stessi eucaristia”

Don Lauro ricorda l’esperienza della Val di Sole dove ha incontrato alcune comunità in oggettiva difficoltà a causa della malattia dei loro parroci: “Quanto è stato bello parlando con loro vedere che nonostante la sofferenza e le difficoltà, nelle comunità anche più sperdute del Trentino ci sono meravigliose storie di uomini e di donne che prendono sul serio il proprio essere comunità e Chiesa, fanno fronte alla malattia del proprio parroco e si rendono loro stessi pane spezzato per i fratelli. Mentre viene meno la possibilità magari di celebrare, in Val di sole vedo uomini e donne che diventano loro stessi eucaristia”.

“Accorgiti dei fratelli che sono diventati pane spezzato”

Quindi l’appello finale: “E allora coraggio Chiesa di Trento, il tuo Signore è in mezzo te, ti cambia la vita. Apri gli occhi e accorgiti dei fratelli che sono diventati pane spezzato. Non avere paura, prendi il largo e diventa pane di riconciliazione, vai e racconta che ti è stata usata misericordia. Vai con quel pane-farmaco e diventa tu piccola goccia, piccola medicina per i fratelli che camminano accanto a te!”.

FOTO DORIGONI