“Antonio, idee feconde”. Il ricordo di Megalizzi nella Messa a Cristo Re con il vescovo Lauro

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La comunità di Cristo Re a Trento si è riunita martedì 14 dicembre per la s. Messa in suffragio di Antonio Megalizzi, a tre anni esatti dall’uccisione del giovane parrocchiano in un attentato terroristico al mercatino natalizio di Strasburgo (insieme ad altre quattro persone, tra cui l’amico fraterno Bartek). Ha presieduto la celebrazione l’arcivescovo Lauro Tisi.

In un contesto culturale dominato dal “pensiero unico”, da “parole violente che si considerano definitive” ed hanno “i colori nefasti del narcisismo che si fa pensiero”, Antonio – secondo don Lauro – emerge come l'”uomo che raccoglieva idee e pensieri diversi e lavorava perché ognuno potesse avere la legittimità di esprimersi. Era anche il suo sogno per un’Europa dove il pensiero libero potesse interagire, dialogare. Per questo la vita di Antonio e le sue idee sono di un’attualità sconvolgente”. 

“È il momento di invocare per tutte le nostre comunità e per la nostra Europa – ha aggiunto don Lauro, accanto al parroco don Mauro e al giovane cappellano don Francesco – il ritorno del sogno di Antonio: l’attitudine a dialogare, liberandosi dalla superbia di chi ascolta solo i propri pensieri. Antonio godeva nel frequentare mondi altri, storie altre, emozioni di altri e nel farle interagire, come dimostra anche il progetto della radio come luogo dove il pensiero può correre e confrontarsi senza diventare violenza”.

Monsignor Tisi, presente ogni anno fin dalla messa funebre in cattedrale nel 2018, si è rivolto quindi con parole di grande affetto alla famiglia Megalizzi (mamma Annamaria, papà Domenico, la sorella Federica e la fidanzata Luana Moresco): “Il tempo non lenisce il dolore, per certi aspetti lo dilata. Ma Antonio è diventato mistero pasquale: la sua vicenda non è consegnata a un faldone di storia, le sue idee abitate sono diventate feconde, hanno innescato un meccanismo di contaminazione positiva. Si è aperta un’altra storia, quella del chicco caduto in terra che porta frutto”. Il riferimento è anche all’attività della Fondazione intitolata ad Antonio Megalizzi – semplicemente Mega per gli amici -, nata con il compito di diffonderne in particolare il sogno di un’Europa unita e senza confini.