Gioioso natale a tutti

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Noi vogliamo far sì che il nostro cuore divenga lieto. Non allegro, che è qualcosa di completamente diverso. Essere allegri è un fatto esterno, rumoroso, e presto si dissolve. La gioia invece vive nell’intimo, silente, è profondamente radicata. Essa è la sorella della serietà; dove è l’una è anche l’altra. Come si apre la strada alla gioia? Come si può far sì ch’essa fluisca nell’anima? Questo è il problema. Noi dobbiamo avvicinare a Dio ciò che di più intimo è in noi. […] Forse tu conosci altre strade. Io vorrei proporti la seguente, perché su di essa è un bellissimo andare. Ciò che di più profondo vi è in noi, è il modo delle nostre intenzioni. Se siamo una sola cosa con Dio, allora la sua gioia può fluire in noi. Ogni volta che sinceramente diciamo al Signore: “Signore, io voglio ciò che tu vuoi” è aperta la via verso la gioia di Dio. […] Ma come scorgiamo che cosa Dio vuole? Non abbiamo bisogno di profonde meditazioni o di grandi piani. Lo vediamo in ogni cosa, anche la più comune: nell’attimo presente. […] Ciò che appunto in questa situazione è necessario, ciò che appunto ora è il mio dovere, questo è il volere di Dio. Poiché quell’istante, col suo dovere, è un nunzio di Dio. […] Quindi: io devo fare questo ora: Sì, Signore, volentieri. Quest’ultima parola decide tutto, è ciò che importa. Non a malincuore, non perché si deve; non zoppicando e fiacchi; ma volentieri. […] Allora sarai lieto.   (Guardini, Lettere sull’autoformazione, La gioia del cuore, Morcelliana 1999)