Anniversario Vaia, a Cavalese tremila pellegrini alla Madonna Addolorata. Vescovo Lauro: “Nella devastazione, la forza del noi”. Martedì 29 fiaccolata e Messa a Dimaro

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“Gli sguardi si sono uniti nel vento, le mani si sono intrecciate nel fango. Le lacrime si sono asciugate a vicenda. Nella devastazione, abbiamo scoperto la forza del noi”. Così l’Arcivescovo Lauro nell’omelia della s. Messa a un anno dalla tempesta Vaia, nella chiesa di Sant’Apollinare a Trento, la sera di sabato 26 ottobre.

La s. Messa in Sant’Apollinare (foto Magrone)

”Vaia – sottolinea monsignor Tisi – ci ha fatti sentire in difetto rispetto alla natura che abbiamo violato, contrapponendoci ad essa anziché sentircene parte”. Secondo l’Arcivescovo, nelle valli trentine, storicamente, ”l’ambiente è stato una formidabile palestra dove abbiamo imparato l’arte di resistere e la necessità di farlo assieme”. Per don Lauro “la creazione è l’habitat del bello ed essa offre una casa anche all’animo umano. Quando viene a mancare ci si accorge di quanto è importante”. Ricordando Michela Ramponi e Denis Magnani, vittime di quelle ore di tempesta, Tisi si stringe alle famiglie “consapevoli – rammenta – che la loro perdita non ha prezzo, non potrà in alcun modo essere colmata. Il prezzo di una vita umana non è paragonabile ad alcuna foresta.”

Allegato testo integrale omelia in memoria di Vaia 

Nel pomeriggio di domenica 27 ottobre, don Lauro ha presieduto (accanto al vicario di zona don Albino Delleva) la s. Messa sul sagrato della Pieve dell’Addolorata di Cavalese, dove circa tremila fiemmesi sono arrivati in pellegrinaggio (molti a piedi) dai paesi limitrofi. La celebrazione è stata fortemente voluta dai Comuni del territorio e dalla Magnifica comunità di Fiemme come ringraziamento alla Madonna Addolorata per l’assenza di vittime nella valle e per non aver provocato danni irreparabili. Di fronte a una comunità “viva, partecipe, solidale e legata da ideali comuni”, monsignor Tisi ha ribadito la vicinanza alle vittime di Vaia, Michela e Denis e la loro superiorità a qualunque danno ambientale, rilanciando la “lezione” derivante dalla furia della tempesta: la forza del “noi” e il rispetto della creazione, culla della bellezza. Lo scario della Magnifica Comunità di Fiemme, Giacomo Boninsegna aveva introdotto il senso del pellegrinaggio alla Madonna che ha protetto il territorio da possibili vittime. Boninsegna ha anche letto la frase collocata alla base dell’ambone scolpito per l’occasione da Federico Vanzo da un cippo di legno a Cadino: “Ciò che ha un’ un anima è destinato a rinascere”.

Le foto della celebrazione di Cavalese sono di Gianni Zotta 

Martedì 29 ottobre, nella parrocchiale di Dimaro, alle ore 19.00, don Lauro celebrerà l’Eucarestia in ricordo di Michela Ramponi, la giovane madre che un anno fa perse tragicamente la vita. Nella s. Messa sarà ricordato anche Denis Magnani, il giovane della val di Non pure vittima di quelle ore di tempesta.