“Una Chiesa in immagini”. Presentato il libro curato da mons. Bressan: in 100 illustrazioni la storia della Chiesa di Trento

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“Accadde che un vescovo affamato d’arte e di cultura, attento alla valorizzazione del suo territorio, appassionato dalla storia e dai suoi anfratti, pensò bene di evidenziare in modo del tutto originale alcuni passaggi, i principali, di duemila anni di cristianesimo in Trentino“. È nato così, come ha raccontato Alessandro Martinelli nel pomeriggio di lunedì 29 settembre al Vigilianum di Trento, il volume “Una Chiesa in immagini. Tracce di storia della Chiesa trentina”, edito da Vita Trentina editrice e curato dall’arcivescovo emerito Luigi Bressan.

Un testo di assoluto pregio, che raccoglie le cento illustrazioni realizzate su pergamena e carta da artisti trentini, originariamente rilegate in dieci volumi, nelle quali si racconta la storia della Chiesa di Trento. Le opere erano state esposte nel corso della mostra del 2024 presso la chiesa di San Francesco Saverio a Trento e ora, fotograficamente riprodotte, sono state ordinate e arricchite dai puntuali commenti del curatore che chiariscono il contesto storico e inquadrano la vita della Chiesa locale tra storia, fede, arte e cultura.

La “lettura” di Lucia Rodler

“Un libro affascinante, anche grazie alle bellissime illustrazioni”, ha sottolineato nel suo intervento la professoressa Lucia Rodler, dell’Università di Trento. Già dal titolo, il volume indica le sue intenzioni: si parla di “una” Chiesa, non “la Chiesa”, e attraverso alcune “tracce di storia”, non “la storia”. “Questo volume non vuole essere l’unica voce in materia di storia della Chiesa trentina, ma ci rassicura: è una delle voci e ci accompagna lungo le tracce”.

Il grazie di Bressan e il tributo di Tisi

Monsignor Luigi Bressan ha quindi ringraziato gli artisti e tutte le persone che negli anni hanno permesso la realizzazione dell’opera, che lo hanno aiutato e affiancato nel lungo lavoro di raccolta e cura. Tra loro, anche l’arcivescovo Lauro Tisi, che, come ha raccontato nel suo intervento, questo progetto lo ha visto nascere mentre era vicario di mons. Bressan.

“Si tratta di un’opera composita, in cui hanno lavorato in tanti – ha spiegato don Lauro -. Anche questa è una dimensione interessante, che ci aiuta a percepire che tutti abbiamo bisogno di tutti, e che non c’è un lavoro più nobile e uno meno, ma tutti possono dare vita a quel lavoro che è frutto di più mani, che di solito è migliore di quello frutto di una sola mano. E in quest’epoca fatta di persone che pensano di essere il centro del mondo, e di possedere la scienza infusa, quest’opera figlia di tante mani ci dice che dobbiamo recuperare la dimensione della sinergia come attitudine per la vita, e mons. Bressan ne ha dato prova”.