Quando la Via Crucis racconta le croci di oggi. Anche nelle parrocchie trentine si prega per la pace e per le vittime migranti

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La Via Crucis, rito legato in particolare al tempo liturgico di Quaresima, nel quale si ripercorre l’ultimo tratto della vita di Gesù fino alla crocifissione, assume un valore particolare quando vi si associano le tante croci che segnano quest’ora della storia. È quanto accade anche in alcune parrocchie trentine dove si è deciso di porre al centro della preghiera il grido della pace e il dramma dei migranti.

Due esempi per tutti: a Trento le parrocchie di Sant’Antonio e del Sacro Cuore propongono in questo venerdì 3 marzo (nella chiesa del Sacro Cuore alle ore 20.30)  una Via Crucis per la pace, raccogliendo l’appello rilanciato con forza dal vescovo Lauro nella veglia in cattedrale dello scorso 23 febbraio a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina. Nella via Crucis saranno ricordati tutti i paesi del mondo che si trovano in guerra, secondo l’elenco della comunità di Sant’Egidio (QUI LINK), il cui fondatore Andrea Riccardi è stato di recente ospite a Trento, dove ha ribadito la forza indispensabile della preghiera per uscire dai conflitti.

Quanto al dramma dei migranti, il pensiero va alla recente tragedia di Crotone, per la quale si moltiplicano le iniziative di preghiera. La parrocchia di Martignano, ad esempio, ha deciso di far proprio nei prossimi giorni la traccia e sopratutto lo spirito della Via Crucis guidata dal vescovo di Reggio Calabria, monsignor Fortunato Morrone, presidente della conferenza episcopale della Calabria (di cui fa parte anche la diocesi di Crotone), dal titolo “Da un abisso di indifferenza ad un mare di umanità”. “Come Cristo vittima innocente della croce – spiegano i promotori -, preghiamo per tutte le vittime innocenti del naufragio di Cutro e di sempre”.