“Torniamo all’essenziale. Oltre la mascherina, nell’altro troveremo un compagno di viaggio”: la riflessione del vescovo Lauro nella quarta domenica di Pasqua (giornata di preghiera per le vocazioni)

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Nella quarta domenica di Pasqua, giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, l’arcivescovo Lauro ha presieduti in cattedrale la Messa delle ore 10, sempre a porte chiuse ed in diretta streaming: è la nona messa che, causa emergenza sanitaria, viene trasmessa in questo modo.

Alla vigilia dell’avio della “fase 2”, ancora carica d’incertezza, l’arcivescovo introducendo la celebrazione invita a considerare i mesi trascorsi “con il loro tragico bagaglio di sofferenza e di morte” che “sono stati per noi una provocazione e una chiamata a tornare all’essenziale”. “Il pericolo per tutti noi -ha aggiunto- è di riprendere il ritmo della vita lasciando inevase le tante domande emerse in quest’ora surreale. I rumori della vita rischiano per l’ennesima volta di tenerci lontani da noi stessi e dai nostri desideri più profondi. Preghiamo perché ciò non accada”. Quindi l’invito a pregare per il dono di nuove vocazioni e per i giovani: “L’attuale situazione rischia di tarpare le ali al loro bisogno di incontrarsi, socializzare ed essere solidali”.

Nell’omelia, monsignor Tisi traduce il “vivere per la giustizia” evocato nella lettera di Pietro come l’”avere come obiettivo della vita l’essere vincolati all’altro”. “Nessuno può salvarsi da solo, la forma più alta della libertà è la solidarietà”. “In questo momento di ripartenza -precisa l’arcivescovo-, di tutto abbiamo bisogno tranne che del ritorno a una vita dove a dettare le danze siano, per l’ennesima volta, le istanze del nostro ego. La Chiesa e le nostre comunità non sono per nulla esenti da questa tremenda eventualità.”

Commentando il brano evangelico in cui Gesù si definisce “porta delle pecore”, don Lauro sottolinea: “Egli non è il Dio del recinto, ma il Dio che apre, fa uscire e cammina con noi. Quanto è bella una Chiesa e una comunità che conoscono e chiamano per nome. Triste una Chiesa luogo di conflitto e di contrapposizione”.

“Da domani -conclude- cominceremo di nuovo a uscire di casa, incontreremo un altro mondo, non più quello di due mesi fa. Uscendo con Gesù, troveremo pascolo, vedendo nell’altro, oltre la mascherina che ne cela il volto, non un avversario di cui diffidare ma un compagno di viaggio con cui camminare. A distanziarci sarà solo lo spazio fisico, non altro.”

VEDI QUI TESTO INTEGRALE OMELIA