Gli auguri (online) delle Comunità islamiche all’arcivescovo Lauro: “La pandemia ci unisce nella solidarietà, al di là delle appartenenze religiose”. Tisi: “Chi non crede è nell’angoscia; la fede ci offre speranza”

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Clima famigliare e costruttivo nell’incontro on line nei giorni delle festività natalizie tra rappresentanti di alcune Comunità islamiche del Trentino e l’arcivescovo Lauro Tisi. Il dialogo conferma il proposito di mantenere un solido ponte, come espresso lo scorso anno in occasione dello scambio di auguri con il pastore della Chiesa trentina.

Un senso di “fratellanza”, consolidata anche dal contesto pandemico, “ci fa ritrovare – sottolinea il dottor Aboulkheir Breigheche – tutti sulla stessa barca, musulmani e cristiani, cittadini di ogni estrazione sociale o etnica o religiosa”. Breigheche ricorda come, soprattutto durante il lockdown della primavera scorsa, la “Comunità islamica di Trento si sia data da fare per fornire cibo, in collaborazione con il Banco alimentare”. Il terreno della solidarietà – è uno dei dati emersi dall’incontro – è comune a tutte le fedi. E se il vescovo Lauro dichiara che “la Caritas è a disposizione di chiunque possa aver bisogno, specialmente in questo tempo, e senza certificazioni di appartenenza religiosa”, dai rappresentanti delle Comunità islamiche arriva una chiara disponibilità a collaborare con le strutture, ecclesiali e civili, già operanti sul terreno del bisogno, con iniziative già in atto come quella dei giovani musulmani che si danno da fare per raccogliere vestiti e coperte, da distribuire ai senzatetto.

Da molti partecipanti al confronto su piattaforma digitale (per ragioni di spazio sono citati qui soltanto alcuni interventi), la sottolineatura di un percorso di integrazione e di rispetto delle tradizioni religiose che in Trentino si va consolidando. Mentre Mariam Abla (a Trento dal 1976) rimarca ad esempio la “volontà delle Comunità islamiche di unire i valori dell’Islam alle tradizioni trentine”, Tahar di Cles conferma che “incontri come questi sono la testimonianza del rispetto reciproco”. E aggiunge, concretizzando: “Grazie al Comune di Cles, i cittadini musulmani hanno ottenuto che in una parte specifica del cimitero possano essere sepolti i defunti di fede islamica; e grazie alla direzione dell’ospedale (sempre di Cles), si è ottenuto il permesso di preparare le salme dei fedeli musulmani secondo la tradizione islamica. Questi sono passi molto importanti!”.

Ben Raiss, responsabile della Comunità di Tione e della Val Rendena (per un periodo residente a Giustino, paese natale del vescovo Lauro), comunica che recentemente la Comunità, anche con qualche sacrificio da parte dei suoi membri, ha acquistato un fabbricato da adibire a sede dell’associazione islamica locale.

Amin, imam di Trento arrivato da poco nella città capoluogo, invoca “la misericordia di Dio su quanti ci hanno lasciato in questi mesi di pandemia”. Ricorda poi a tutti come nei principi fondamentali del credo islamico si parli di tener fede a tutti i profeti e alle rivelazioni precedenti il Profeta Muhammad: “tra queste – precisa – quella di Gesù ha un posto particolarmente importante. Il Profeta cardine dell’islam esprime così la sua particolare vicinanza con Gesù”.

A questo proposito Nibras Breigheche sottolinea come il dialogo interreligioso sia un dovere più volte ricordato nel Corano e praticato dallo stesso Profeta Muhammad; da qui la bellezza dell’occasione di un fraterno scambio di auguri.

Sulla stessa linea Abderrahman Zeidane, mediatore culturale ad Arco e Riva del Garda: “Gesù – sottolinea – è anche nostro; io poi – aggiunge – mi sento in debito con l’Italia, dalla quale ho ricevuto molto”.

Abdelkhalek Qabil, presidente dell’associazione culturale “Indimaj”, si dichiara speranzoso in un 2021 che sia migliore del 2020, ringraziando particolarmente i medici che rischiano tutti i giorni nei reparti ospedalieri Covid come anche le forze dell’ordine che garantiscono la sicurezza. Qabil racconta delle numerose iniziative svolte sul territorio di Lavis: tra queste la collaborazione con Atlas (l’associazione culturale dei marocchini) e Azzaituna – L’olivo (con la Comunità islamica di Trento sud, di cui è il vice-presidente) per la raccolta e distribuzione di pacchi alimentari per le famiglie bisognose e ulteriore quantitativo di pacchi consegnato alla Caritas di Lavis. Egli ricorda inoltre di una piccola raccolta di fondi per l’APSP “G. Endrizzi”.

Abdel Ali Et Tahiri, definito da Breigheche “vecchia guardia” per la sua presenza in Trentino da molto tempo e per la costanza con la quale si dà da fare per l’integrazione e per il dialogo, sostiene che “la presenza del Vescovo a questo incontro è segno dell’importanza del dialogo tra islam e cristianesimo. Dobbiamo trovare progetti concreti di collaborazione reciproca, come occasioni per rafforzare il nostro dialogo”.

Youness Et Tahiri, poco più che ventenne, neoconsigliere comunale a Lavis sottolinea “l’importanza di una presenza anche nel campo politico e amministrativo, come conferma anche l’elezione in Consiglio comunale a Rovereto di Omar, giovane musulmano”.

Da parte dell’arcivescovo Lauro, intervenuto insieme al delegato diocesano per il dialogo interreligioso don Cristiano Bettega, il riconoscimento della “bellissima molteplicità che dice la crescita capillare delle Comunità islamiche trentine. Bello che ci sia impegno anche nella politica locale, bello che a Tione ci si sia dati da fare per creare un centro islamico: è sentirsi più a casa. Anche noi invochiamo misericordia per chi ci ha lasciato; e ai nostri morti chiediamo una preghiera per noi. È bello anche pensare alla vicinanza tra il Profeta Muhammad e Gesù: anche questo aiuta a capire che i cristiani, onorando Gesù, non disturbano certo l’Islam. Gesù è anche vostro, e questo ci mette in una dimensione di fraternità ancora maggiore. Stimolata anche dalla pandemia: chi non crede è nell’angoscia; la fede ci offre speranza”.

La preghiera comune finale, presentata a nome di tutti da Amin, imam di Trento, ha visto i partecipanti uniti nel chiedere a Dio di sollevare gli ammalati e di portare serenità al mondo e in particolare all’Italia, considerata “patria comune”. Allo stesso tempo la volontà espressa da tutti è quella di continuare sulla strada del dialogo, anche individuando occasioni concrete di collaborazione, sia sul fronte della conoscenza reciproca come su quello della comune testimonianza di carità.