giovani volontari al pellegrinaggio della diocesi di trento a lourdes nel settembre 2017

Giornata Malato, in Seminario le testimonianze dei volontari a Lourdes e al San Camillo. L’invito di don Lauro: “Serve una nuova pastorale della salute che faccia rete e accolga”

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La forza delle testimonianze al centro dell’incontro “Cento volte tanto”, proposta di formazione e confronto tra ammalati e volontari impegnati nelle diverse opere di pastorale sanitaria attive in Diocesi, svoltosi sabato 15 febbraio nel Seminario di Trento, a pochi giorni dalla 28^ Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio). Come quella di Donatella, dottoranda all’Università di Vienna, giovane volontaria all’ultimo pellegrinaggio diocesano al santuario mariano di Lourdes:  “La chiamata per Lourdes – ha raccontato – mi è arrivata durante la Giornata Mondiale della Gioventù nel 2016 a Cracovia: un pellegrinaggio fatto a misura di giovane, dove i giovani sono i protagonisti. Ho un ricordo indelebile di tutte le persone che in vario modo erano in servizio per noi. Quando mi hanno chiesto di venire a Lourdes ho pensato che quello fosse il momento di stare dall’altra parte, di mettermi io a servizio degli altri. Da questa esperienza ho portato a casa due cose: il senso di fiducia e la pazienza. Fiducia ne ho avuta fin dall’inizio, soprattutto dagli ammalati, che malgrado io non fossi medico, infermiera o oss, si sono affidati a me in assoluta tranquillità. La pazienza l’ho invece ricevuta dai colleghi volontari sempre pronti a sostenermi in ogni necessità”.

Il pomeriggio è proseguito con il racconto di Giulia, Gloria, suor Rosa e suor Melany, coinvolte in “Va e anche tu fa lo stesso”: percorso teorico e pratico di formazione al volontariato presso l’Ospedale San Camillo.

“Cento volte tanto” è stato coronato dalla messa parrocchiale presieduta dal vescovo Lauro nella vicina Chiesa del Santissimo Sacramento di Trento.

Vescovo che, nel ringraziare i presenti, si è augurato che quest’incontro sia l’inizio di una nuova Pastorale della Salute nella quale nessuno si senta escluso o “ai titoli di coda” ma tutti,  ammalati, volontari, giovani e adulti, facciano rete e siano impegnati in un costante e fecondo dialogo. Con l’obiettivo di rendere tutta la chiesa trentina sempre più “comunità sanante”. (Enrico Tozzi)