Author: Piergiorgio Franceschini

Addio a 93 anni a don Carlo Hoffman

Lutto nella Chiesa trentina. All’età di 93 anni è scomparso nel tardo pomeriggio di martedì 11 febbraio (Giornata del Malato), don Carlo Hoffman. Di origine belga (era nato a Uitergen nel 1926), venne ordinato prete a Bruxelles nel 1959. Incardinato in Diocesi di Trento, fu parroco di Bosco di Civezzano per ben 31 anni, dal 1983 al 2014. Don Hoffman era molto legato al santuario mariano di Mediugorje dove negli ultimi vent’anni aveva accompagnato molti pellegrinaggi trentini. Don Carlo si è spento alla Casa del Clero dopo un lungo ricovero in ospedale. I funerali si terranno giovedì 13 febbraio alle ore 14.30 a Civezzano. La salma sarà poi sepolta nella “sua” Bosco.

150 preti incontrano il vescovo

In seminario illustrate le linee pastorali

Circa 150 preti hanno partecipato, giovedì 5 ottobre, nel Seminario diocesano all’incontro del clero trentino con il vescovo Lauro e il vicario don Marco Saiani. Quest’ultimo ha introdotto la presentazione dell’offerta diocesana alla comunità in alcuni settori della pastorale – annuncio, liturgua, carità – prima del’intervento conclusivo del vescovo Lauro che li ha invitati a ripensare il ruolo del presbitero, chiamato a formare comunità in grado di “testimoniare Gesù, non un Dio anonimo”.  Qui e in allegato  il testo integrale dell’intervento del vicario don Saiani

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“Amoris Laetitia”, Pavanello al clero: “Novità, nella continuità”

Due incontri con il vescovo di Adria-Rovigo sull'esortazione di papa Francesco

Aula magna del seminario affollata nella mattinata di mercoledì 22 novembre per il primo di due incontri di formazione per

il clero diocesano sull’Esortazione apostolica Amoris Laetitia. Relatore mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo. Introdotto dall’arcivescovo Lauro, Pavanello si è soffermato sulle premesse e sul contesto in cui è stato pensato ed elaborato il documento di papa Francesco. “L’esortazione rappresenta una novità, ma nella continuità”, ha sottolineato il vescovo di Adria, in risposta a “chi ha criticato papa  Francesco” per l’atteggiamento troppo conciliante soprattutto “nei confronti dei divorziati risposati e loro partecipazione alla vita della Chiesa”. Il vescovo Pavanello ha dimostrato la continuità del percorso compiuto dalla Chiesa in materia di pastorale familiare, soprattutto dopo il Concilio, delineando un parallelo costante tra l’Esortazione Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II (1981) e le posizioni di Amoris Laetitia . Nel prossimo incontro, in calendario il 6 dicembre, Pavanello entrerà nel vivo dell’esortazione apostolica di Francesco con i suoi tre “pilastri”:  accogliere, discernere, integrare.

Su Amoris Laetitia la diocesi aveva proposto due appuntamenti nel febbraio scorso con don Paolo Gentili, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, e Gigi De Palo, Presidente Nazionale del Forum delle Famiglie, con la moglie Anna Chiara. Altro appuntamento formativo in estate ad Andalo e dibattito con Vita Trentina e Avvenire in val di Fassa.

“Chi è per te Gesù di Nazareth?”

L'appassionata riflessione del vescovo Lauro ai preti per l'avvio della Quaresima

Nell’affollata Chiesa del Santissimo a Trento sono risuonate, lo scorso 2 marzo, le parole accorate dell’arcivescovo Lauro, rivolte ai preti della Diocesi per l’avvio della Quaresima.

Una riflessione ampia sull’identità del prete a partire dai principi dell’Evangelii Gaudium di papa Francesco.

Tre i passaggi chiave:

“Gesù fa saltare la separazione sacro-profano, ma soprattutto proclama che la vita degli uomini, il loro lavorare, quello che vivono nella vita è essenziale per incontrare Dio“.

“Come preti, qual è il tesoro cui aggrapparci? Ѐ Gesù, quest’uomo diverso, questa umanità scandalosa e meravigliosa che ti inquieta, ma al contempo ti quieta, perché porta in sé quello che tu stai cercando, porta in sé la notizia di un amore ‘altro’ che non ha bisogno del contraccambio”.

“L’Eucaristia, prima di essere risposta, è domanda, provocazione. Il pane spezzato non ti dà tregua, perché è la manifestazione più luminosa dell’amore di Gesù per ciascuno di noi”.

Scarica la riflessione completa

Addio a monsignor Giuseppe Zadra, 86 anni. Fu vicario generale e amministratore diocesano. Funerali venerdì 24 in cattedrale e a Cis

La Chiesa di Trento piange la scomparsa a 86 anni di monsignor Giuseppe Zadra, per dodici anni vicario generale e in seguito amministratore diocesano a fine anni Novanta, tenendo di fatto le redini della Diocesi nei mesi intercorsi tra la morte dell’arcivescovo Sartori e l’arrivo di monsignor Bressan. Un ministero segnato da tante tappe, dove la ricca esperienza pastorale fu messa da lui a frutto nei ruoli di responsabilità in Diocesi.

Nato a Cis il 29 giugno del 1933, venne ordinato a Trento il 22 marzo 1958. Fu quindi prefetto al Collegio e in Seminario, viceparroco a Trento in S. Maria (1961-1963), segretario dell’Arcivescovo (1963-1968), assistente di Azione Cattolica e insegnante di religione all’Istituto d’Arte (1968-1975), parroco e decano a Civezzano (1975-1981); parroco, decano e delegato a Pergine (1981-1995), vicario generale dal 1995 al 2007, amministratore diocesano (1998-1999), protonotario apostolico (2004), co-visitatore per la visita pastorale iniziata nel 2006. Dal 2007 canonico onorario della cattedrale e rettore della chiesa di San Francesco Saverio. Ospite nelle ultime settimane alla Casa del clero, le sue già precarie condizioni di salute si sono aggravate nella giornata di martedì 21 gennaio, con il successivo ricovero al S. Chiara; in serata il decesso, poco dopo avere ricevuto l’unzione degli infermi dall’arcivescovo Lauro.

“Con lui – sottolinea monsignor Tisi – scompare un grande, seppur poco appariscente, uomo di Chiesa. Un prete esemplare per dedizione al ministero, vissuto sempre con grande disponibilità all’ascolto e umiltà. In don Giuseppe ho sempre trovato un amico e un consigliere prezioso, che ringrazio per avermi accompagnato con saggezza e affetto negli anni di vicario prima e poi di vescovo. Dio lo accolga nella sua luce”.

L’ultimo saluto a monsignor Giuseppe Zadra sarà dato venerdì 24 gennaio in cattedrale a Trento alle ore 11.00  e nel paese natale di Cis alle ore 15.00.

Nella foto monsignor Zadra  nel suo ufficio di vicario generale.

Linee pastorali spiegate ai preti

Giovedì 5 ottobre in Seminario incontro con vescovo Lauro

Giovedì 5 ottobre dalle 9.30 alle 12.00 presso l’Aula Magna del Seminario diocesano a Trento, incontro programmatico dei preti trentini, nel quale il Vescovo amplierà per il clero le linee pastorali presentate all’Assemblea di sabato scorso, 23 settembre. Seguirà un confronto e, al termine, il pranzo comunitario. Prenotazione entro lunedì 2 ottobre  tel. 0461/891.127  c.dorigoni@diocesitn.it

Preti trentini in ritiro quaresimale. L’invito del vescovo Lauro: “Torniamo a fidarci del Maestro per essere avamposto di speranza”

“La Parola del Maestro mi scalda ancora il cuore? Saremo capaci di trasformare questa Chiesa in un avamposto di speranza?“. Nella chiesa di san Giuseppe a Trento le parole e lo sguardo dell’arcivescovo Lauro incrociano orecchi ed occhi attenti dei preti trentini, riuniti giovedì 3 marzo per il loro ritiro spirituale d’inizio Quaresima. Commentando il brano biblico di Gesù che invita Pietro e i discepoli a gettare le reti don Lauro nota come l'”emergenza della Chiesa è la mancanza di speranza e di fiducia” e prevale la rassegnazione. “Se non riusciamo a tornare al largo sul fronte della speranza e della fiducia nel Maestro che abita la storia e cammina in mezzo a noi, non avremo futuro”, aggiunge l’Arcivescovo.

Monsignor Tisi auspica un ritorno all’essenziale e, così come nella lettera di avvio del Cammino sinodale, ricorda la necessità di abitare con coraggio le contraddizioni (le “tensioni polari” evocate da Guardini) che segnano ogni esistenza. Si rivolge quindi ai suoi preti con una domanda incalzante: “Chi è per te e quanto conta Gesù nella tua vita?“. Secondo don Lauro l’agire del clero e delle comunità spesso “dimostra che al Maestro in fin dei conti non crediamo, o lo percepiamo lontano”. Di qui l’appello che si fa augurio: “Il Maestro ci porti al largo, ci porti a fidarci gli uni degli altri e a recuperare la capacità di ascolto”.

A breve sarà disponibile il testo integrale della meditazione dell’arcivescovo Lauro.

Preti trentini in ritiro quaresimale. L’invito del vescovo Lauro: “Torniamo a fidarci del Maestro per essere avamposto di speranza”

“La Parola del Maestro mi scalda ancora il cuore? Saremo capaci di trasformare questa Chiesa in un avamposto di speranza?“. Nella chiesa di san Giuseppe a Trento le parole e lo sguardo dell’arcivescovo Lauro incrociano orecchi ed occhi attenti dei preti trentini, riuniti giovedì 3 marzo per il loro ritiro spirituale d’inizio Quaresima. Commentando il brano biblico di Gesù che invita Pietro e i discepoli a gettare le reti don Lauro nota come l'”emergenza della Chiesa è la mancanza di speranza e di fiducia” e prevale la rassegnazione. “Se non riusciamo a tornare al largo sul fronte della speranza e della fiducia nel Maestro che abita la storia e cammina in mezzo a noi, non avremo futuro”, aggiunge l’Arcivescovo.

Monsignor Tisi auspica un ritorno all’essenziale e, così come nella lettera di avvio del Cammino sinodale, ricorda la necessità di abitare con coraggio le contraddizioni (le “tensioni polari” evocate da Guardini) che segnano ogni esistenza. Si rivolge quindi ai suoi preti con una domanda incalzante: “Chi è per te e quanto conta Gesù nella tua vita?“. Secondo don Lauro l’agire del clero e delle comunità spesso “dimostra che al Maestro in fin dei conti non crediamo, o lo percepiamo lontano”. Di qui l’appello che si fa augurio: “Il Maestro ci porti al largo, ci porti a fidarci gli uni degli altri e a recuperare la capacità di ascolto”.

A breve sarà disponibile il testo integrale della meditazione dell’arcivescovo Lauro.

Preti trentini in ritiro quaresimale. L’invito del vescovo Lauro: “Torniamo a fidarci del Maestro per essere avamposto di speranza”

“La Parola del Maestro mi scalda ancora il cuore? Saremo capaci di trasformare questa Chiesa in un avamposto di speranza?“. Nella chiesa di san Giuseppe a Trento le parole e lo sguardo dell’arcivescovo Lauro incrociano orecchi ed occhi attenti dei preti trentini, riuniti giovedì 3 marzo per il loro ritiro spirituale d’inizio Quaresima. Commentando il brano biblico di Gesù che invita Pietro e i discepoli a gettare le reti don Lauro nota come l'”emergenza della Chiesa è la mancanza di speranza e di fiducia” e prevale la rassegnazione. “Se non riusciamo a tornare al largo sul fronte della speranza e della fiducia nel Maestro che abita la storia e cammina in mezzo a noi, non avremo futuro”, aggiunge l’Arcivescovo.

Monsignor Tisi auspica un ritorno all’essenziale e, così come nella lettera di avvio del Cammino sinodale, ricorda la necessità di abitare con coraggio le contraddizioni (le “tensioni polari” evocate da Guardini) che segnano ogni esistenza. Si rivolge quindi ai suoi preti con una domanda incalzante: “Chi è per te e quanto conta Gesù nella tua vita?“. Secondo don Lauro l’agire del clero e delle comunità spesso “dimostra che al Maestro in fin dei conti non crediamo, o lo percepiamo lontano”. Di qui l’appello che si fa augurio: “Il Maestro ci porti al largo, ci porti a fidarci gli uni degli altri e a recuperare la capacità di ascolto”.

A breve sarà disponibile il testo integrale della meditazione dell’arcivescovo Lauro.

Preti trentini in ritiro quaresimale. L’invito del vescovo Lauro: “Torniamo a fidarci del Maestro per essere avamposto di speranza”

“La Parola del Maestro mi scalda ancora il cuore? Saremo capaci di trasformare questa Chiesa in un avamposto di speranza?“. Nella chiesa di san Giuseppe a Trento le parole e lo sguardo dell’arcivescovo Lauro incrociano orecchi ed occhi attenti dei preti trentini, riuniti giovedì 3 marzo per il loro ritiro spirituale d’inizio Quaresima. Commentando il brano biblico di Gesù che invita Pietro e i discepoli a gettare le reti don Lauro nota come l'”emergenza della Chiesa è la mancanza di speranza e di fiducia” e prevale la rassegnazione. “Se non riusciamo a tornare al largo sul fronte della speranza e della fiducia nel Maestro che abita la storia e cammina in mezzo a noi, non avremo futuro”, aggiunge l’Arcivescovo.

Monsignor Tisi auspica un ritorno all’essenziale e, così come nella lettera di avvio del Cammino sinodale, ricorda la necessità di abitare con coraggio le contraddizioni (le “tensioni polari” evocate da Guardini) che segnano ogni esistenza. Si rivolge quindi ai suoi preti con una domanda incalzante: “Chi è per te e quanto conta Gesù nella tua vita?“. Secondo don Lauro l’agire del clero e delle comunità spesso “dimostra che al Maestro in fin dei conti non crediamo, o lo percepiamo lontano”. Di qui l’appello che si fa augurio: “Il Maestro ci porti al largo, ci porti a fidarci gli uni degli altri e a recuperare la capacità di ascolto”.

A breve sarà disponibile il testo integrale della meditazione dell’arcivescovo Lauro.