Capitolo 6

ALCUNE PROSPETTIVE PASTORALI

Una parola ed un cuore che abbraccino tutte le famiglie

 

Film

(Wolfgang Becker, Germania 2003)

Per aiutare i propri familiari nel momento del bisogno ci vuole anche una buona dose di inventiva e un po’ di follia.

(Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giambattista Avellino, Italia 2009, 98’)

Quando due famiglie litigano, la parte difficile è fare il primo passo.

(David Lynch, USA-Canada 1999, 111’)

Non è mai troppo tardi per fare pace.

(Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne, Belgio 2014, drammatico, 95’)

Molto bello il rapporto tra Sandra e il marito, che non molla mai una moglie sempre sul punto di crollare; le sta vicino, la sprona a riconoscere quel che lei ha e la spinge a non desistere in una lotta in cui in palio non c’è solo un posto di lavoro, ma soprattutto il rispetto di se stessa.

(Andrew Haigh, Gran Bretagna 2015, drammatico, 95’)

L’arrivo di una lettera inaspettata sconvolge le vite di una coppia sposata da quarantacinque anni e rimette in discussione la veridicità dei loro sentimenti

(Gus Van Sant, USA 2015, drammatico, 110’)

Rielaborare il lutto e il fallimento amoroso: due vicende che corrono parallele e intrecciate in quest’opera e che raccontano tante situazioni odierne che tolgono il fiato alle persone.

(Tom Ford, USA, Thriller, 115’)

Un thriller di grande suspense tra arte, moda, letteratura, affetti e violenza che ci pongono di fronte alcune provocazioni che possono valere anche per la nostra vita sentimentale.

 

Musica

  • Unica – Antonello Venditti

É il racconto in musica di una relazione di coppia.

 

Arte                                   

Il Seminatore al tramonto è un celebre soggetto che Van Gogh che replicò e riformulò diverse volte lungo la sua vita, con diverse tecniche e in diversi formati. Questa che vediamo è la versione di Arles, del 1888, conservata ad Amsterdam, quasi identica a quella di Zurigo, realizzata nello stesso anno. Sappiamo che questa tela si ispira ad un capolavoro di un altro artista, Jean-François Millet, del 1850, che aveva lo stesso soggetto. Van Gogh, come possiamo rilevare dalle sue lettere, apprezzava moltissimo le opere di questo pittore francese autore tra l’altro del famoso “Angelus”: ai suoi occhi infatti esse rivestivano un’importanza fondamentale, perché rappresentavano una traduzione esemplare della fede cristiana. Tra tutta la produzione di Millet, nessun quadro impressionò Van Gogh come “Il Seminatore”, oggi conservato a Boston. Si dice che quella figura magra e nervosa, rappresentasse per Van Gogh qualcosa di entusiasmante, per cui ci si affezionò fin al punto da idealizzarlo, anzi da idolatrarlo: il realismo drammatico del gesto grandioso con cui quest’uomo sparge sulla terra “il pane dell’avvenire”, raggiungeva infatti per lui un livello eroico, eterno… divino, tanto da portarlo ad affermare che esso costituiva “l’apice dell’arte”! Così, nel desiderio di seguire il proprio maestro, (che egli arrivò perfino a chiamare “papà Millet”), Van Gogh, si propose di realizzare un’opera che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto diventare “il” seminatore in assoluto. Nel constatare tutta l’attenzione particolarissima concentrata su questo soggetto da parte del nostro artista, dobbiamo anche ricordare un particolare di grande importanza: il tema del seminatore è proposto infatti dalla parabola del Vangelo di Marco (4, 3-8), in cui Gesù, parlando della Parola di Dio, la paragona alla potenza del seme che darà il suo frutto nonostante tutte le avversità; ebbene, per il giovane Van Gogh, figlio di un pastore protestante, proprio questo fu il primo testo che egli fu chiamato a commentare in un sermone festivo, nella sua veste di aiuto predicatore. E’ quindi evidente che il messaggio della Scrittura ha svolto un ruolo centrale nell’affascinarlo, anche se poi l’artista sviluppò soprattutto il tema della prosecuzione eterna della vita, (più legato al racconto della creazione del Libro della Genesi, che al testo di Marco).

IL SEMINATORE

Così noi comprendiamo che questo quadro, “Il Seminatore al tramonto”, racchiudeva molti di quegli aspetti che erano al centro dell’attenzione di Van Gogh: un chiaro riferimento al Vangelo, un gesto di grande portata simbolica, un’espressione della fatica causata dall’opera nobile ed impegnativa, una speranza nell’avvenire. C’è grandiosità, c’è stile, in questa figura che compie un gesto ordinario eppure solenne, dalle linee essenziali, che sembra dipinto in palese contrasto con i colori dei campi che egli sta seminando. Il suo sguardo si rivolge alla mano, mentre i suoi piedi, che noi non possiamo vedere per la particolarità del taglio del quadro, seguono il percorso tracciato dall’aratro: il ritmo del passo e del gesto del braccio sono sincronizzati, in una cadenza che ricorda un passo di danza… la danza della vita! Sembra davvero che l’uomo, tutto dipinto a tinte scure, senta il peso della sua responsabilità. Quello della semina non è un gesto banale; infatti solo se il contadino semina con arte, sapendo misurare l’azione della mano con la quantità dei semi attinti dal sacco delle sementi, risparmierà il seme e le forze produttive della terra, in un rituale che ha qualcosa del genio del Creatore. E sarà veramente capace di generare la vita, con l’aiuto di Dio. Per questo una volta i seminatori iniziavano la semina lanciando in aria un pugno di semi in forma di un segno di croce, accompagnandolo con una preghiera!

IL SOLE

Il sole, dipinto dall’artista con un giallo limone, è posto proprio dietro la testa del contadino, come una specie di aureola naturale! In questo modo ci viene rivelata la “santità” del lavoro di quest’uomo, riconosciuto come una continuazione dell’opera del Creatore. Infatti, affidando il seme alla terra, quando anche non riuscisse a coglierne il frutto, noi comprendiamo che questo seminatore merita il riconoscimento e l’onore di chi lotta con indomabile energia ed umiltà per la vita. Inoltre, il particolare del sole al tramonto annuncia la fine di una giornata, così come l’autunno preannuncia la venuta dell’inverno: in questo senso, ancora di più viene accentuato il significato di un congiungimento ideale tra la vita vecchia e quella nuova… e proprio per questo assume una valenza che ha il sapore dell’eternità. Il tutto, sotto un cielo verde… il colore della speranza.

L’ALBERO

Alla figura del seminatore, fa da contrappunto un grande albero dipinto in primo piano, di stile “giapponese”: anche questa presenza rimarca il senso della continuità tra la stagione autunnale e l’inizio della vita nuova primaverile che produrrà fiori e frutti. Seminatore ed albero ci sono adesso, come ci saranno dopo, al momento del raccolto… ed è precisamente in questo orizzonte che Van Gogh percepì in questa scena qualcosa di trascendente, qualcosa che parla di Dio e della sua eterna azione creatrice e ricreatrice, che l’uomo è chiamato a continuare con la sua opera.

GENERALE

Per Van Gogh dunque questo seminatore non è dunque una semplice scena agreste, quanto piuttosto una grande omelia a colori: questa semina doveva apparire agli spettatori come una vera e propria pagina biblica! Secondo Van Gogh gli dei, gli eroi ed i santi della pittura classica, era giusto ormai che lasciassero il posto all’uomo comune. E l’artista aveva il compito di raggiungere nella sua rappresentazione una tale elevatezza che assumesse anche una valenza edificante. Solo, in mezzo ad una terra colorata di cielo, ed arata da poco, questo seminatore sembra comprendere allora la grandezza della sua missione per comunicarla anche a noi. Quest’uomo ci viene mostrato come un ministro di Dio che tiene in mano la ricchezza della terra e la lancia nel vento, perché anche noi, meravigliati, raccogliamo il suo messaggio: creare qualcosa di bello, di vero, di buono, fare del nostro ambiente, della nostra vita e del nostro lavoro quotidiano un’opera d’arte, è questo il dono/compito affidato alle nostre fragili e potenti mani, perché impariamo a camminare, guardando in avanti, con un desiderio di vita mai appagato, che si lancia continuamente verso nuovo orizzonti. Contempliamo dunque questa tela, provando a lasciarci cullare da alcuni versi tratti da una poesia di un’autrice contemporanea:

Dopo il tuo primo solco, diritto e sicuro,

ora traccerai gli altri, perché la nebbia è scomparsa

e vedi chiara la direzione…

Ti contemplo all’inizio di questa giornata,

io che non posso aiutarti…

soltanto ti contemplo come un bambino,

ad occhi sgranati, da una siepe:

con le mie mani nude ed il mio cuore puro.

Dio benedica il tuo andare e il tuo stare,

benedica per te la semina ed il raccolto:

Egli che arò il grande campo dell’universo

E trasse spighe di stelle dai suoi solchi.

Margherita Guidacci

don Antonio Scattolini

(Servizio per la Pastorale dell’arte “Karis” della diocesi di Verona)

 

Lettura

  • Accompagnare nel cammino dell’amore – Orientamenti per l’educazione degli adolescenti all’amore, Centro Diocesano di Pastorale familiare, 2010.