Il richiamo del vescovo Tomasi (Treviso) ai preti trentini: “In tutto curate gli interessi di Cristo”. “Dio? Non nelle nostre idee ma nella realtà”

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Mattinata di ritiro spirituale per i preti trentini, riuniti nella chiesa di San Giuseppe, nel capoluogo, giovedì 17 settembre, in avvio di un anno pastorale quantomeno anomalo. Ad aiutarli nella meditazione, introdotto dal vicario per il clero don Ferruccio Furlan, il vescovo di Treviso, l’altoatesino Michele Tomasi, da un anno alla guida della Diocesi veneta.

Attingendo alla sua competenza biblica e con la gioiosa freschezza che gli è propria, monsignor Tomasi ha commentato il racconto dei viaggi di San Paolo nel testo degli Atti degli Apostoli, offrendo una stimolante chiave di lettura legata alla spiritualità del prete e alla missione pastorale della Chiesa in quest’oggi così carico di incertezza. Le oggettive tensioni tra Paolo e Barnaba in avvio della loro missione sono l’invito – secondo il vescovo Michele – a “non avere paura della realtà accettandola così com’è”, ma non per lasciare che le cose scivolino via, “dicendo tanto va bene a tutti, ma prendendola come punto di partenza per arrivare al modello indicato da Cristo“. “Se non è Lui che agisce – aggiunge monsignor Tomasi – siamo un’associazione un po’ complicata e non particolarmente attraente. Ma se ci lasciamo trasformare da Lui diventiamo attraenti anche noi”. “Ecco la spinta radicale di Paolo: in tutto curare gli interessi di Cristo!“, incalza il vescovo di Treviso che rilancia ai presenti l’interrogativo chiave della mattinata: “Che interessi curo?” “Per capire qual è l’interesse di Cristo – argomenta – dobbiamo pregare, celebrare l’Eucarestia, parlare tra noi curando la sinodalità!”. Poi ci sono gli impedimenti, la fatica, la malattia come capitò a Paolo, il quale però  – è il pensiero del vescovo altoatesino – li considera sempre come intervento del disegno dello Spirito di Gesù.  “Oggi – attualizza Tomasi – pensiamo alle chiese chiuse, alla mascherina, al distanziamento…: non so – commenta – se questo sia disegno dello Spirito, ma dovremmo arrivare a una lettura spirituale della Storia”. Una lettura dove la parola d’ordine secondo il predicatore deve essere “pazienza, intesa come saper patire. Siamo chiamati a pazienza perché in essa germina la Parola di Dio che abita il nostro cuore. Dio – aggiunge – non parla attraverso i miei progetti, nelle mie idee, ma parla nella realtà e Lui sa quello che fa“.  Sulle orme di Paolo e dei suoi compagni di missione, Tomasi invita a i preti a rileggere la storia come pellegrinaggio, a dare importanza al silenzio come condizione per accogliere la Parola. La meditazione del vescovo Tomasi termina con la sottolineatura dell’approdo di Paolo a Filippi, l’incontro con le donne in preghiera lungo il fiume, parallelo dell’incontro pasquale delle donne con il Risorto, la nascita di fatto della prima Chiesa in Europa. “La nostra rigenerazione, che preferisco alla parola ripartenza, inizia – è la certezza del vescovo Michele – dalle relazioni, dall’esperienza di preghiera in famiglia, dalle reti di solidarietà, dalla fiducia nella persona, per dire che Gesù è risorto. Abbiamo bisogno di esser rigenerati, rimessi al mondo!”.

Al termine della meditazione biblica, l’adorazione eucaristica guidata dall’arcivescovo Tisi che ha avuto parole di ringraziamento per il “dono del vescovo Michele: quanto ci ha detto può aiutarci a muovere i passi in quest’anno particolare”. Don Lauro ha ricordato il rapporto di cordialità e amicizia che lo lega a monsignor Tomasi (“mi è di grande aiuto e sostegno”), riprendendo poi alcuni passaggi chiave della sua riflessione “che porto – ha detto – davanti al Signore: è Cristo il nostro interesse? Salviamo le nostre idee dimenticando la realtà? Il silenzio è abitato dalla Parola”. Monsignor Tisi ha invitato quindi a pregare per i confratelli preti in maggiore difficoltà, in particolare quanti stanno pagando soprattutto da un punto di vista psicologico le conseguenze dell’emergenza Covid ed ha augurato infine buon cammino ai due novelli preti ordinati sabato scorso, don Devis e don Gianluca.