Festa Battesimo di Gesù, in cattedrale due nuovi ministeri e l’accoglienza di un diacono in formazione. “Siate testimoni del Dio della danza”

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“Cari Guido, Sebastiano, Valdonei Alves Da Silva, voi oggi siete la prova che le meraviglie di Dio non sono finite. La Parola di Dio vi mette nel cuore l’adrenalina del Dio della danza”. Le parole dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi risuonano in cattedrale nella festa del Battesimo del Signore, domenica 7 gennaio, durante l’omelia (QUI TESTO INTEGRALE) della S. Messa con il conferimento del ministero di Lettore al giovane seminarista diocesano Sebastiano Spagnolli di Riva del Garda e al religioso bertoniano Valdonei Alves Da Silva, brasiliano  nato a Vàrzea da Palma. Sempre nella stessa liturgia vi è stato anche il rito di ammissione al diaconato permanente di Guido Marcon, 60 anni, di Lavis.

“Fatichiamo a dare credito all’amore”  

“La terra è lacerata e squarciata dalla nostra attitudine a far precedere l’io al tu. Facciamo fatica a dar credito all’amore, è un’ipotesi di lavoro che appare perdente”, aveva fatto notare poco prima don Lauro, citando Isaia: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie.” (Is 55,8). “La prospettiva di essere amati a prescindere da quello che facciamo o non facciamo, da ciò che siamo o non siamo – nota monsignor Tisi -, proprio non ci appartiene, non è assolutamente nelle nostre corde. Addirittura, ci appare ingiusta, perché per noi la considerazione, la stima degli altri devi meritartela; non può essere che uno venga amato gratuitamente.

“Danzate, cantate, amate e risvegliate la nostra Chiesa”

L’Arcivescovo sottolinea come la Parola “ci consegna un tratto di Dio che mai avremmo immaginato. Ancora una volta, non appartiene ai nostri pensieri: un Dio che danza, un Dio entusiasta, con gli occhi carichi di incanto e di stupore. Dobbiamo cominciare a raccontare questo Dio!”

“Cari Sebastiano e Valdonei, caro Guido – conclude l’omelia l’Arcivescovo -, oggi la Parola di Dio vi mette nel cuore, grazie allo Spirito e alla preghiera della Chiesa, l’adrenalina del Dio della danza. Danzate, cantate, amate e risvegliate la nostra Chiesa che ha bisogno di cantori di un Dio della danza e non di mesti narratori di un Dio triste impegnato a giudicare e condannare. No, il nostro Dio non giudica e non condanna. Fa festa, s’incanta, s’innamora”.

Foto Gianni Zotta