Acceso l’albero di Natale trentino che illumina piazza san Pietro, accanto al presepe peruviano. Vescovo Lauro: “La luce è servire”

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Dal tardo pomeriggio di venerdì 10 dicembre il grande abete donato da Andalo a papa Francesco illumina piazza san Pietro a Roma. L’accensione è stato l’atto culminante della suggestiva cerimonia inaugurale, spostata dalla piazza cuore della cattolicità all’aula Paolo VI a causa della pioggia battente. Inaugurato, accanto all’abete trentino che osserverà i fedeli dall’alto dei suoi 28 metri, anche il presepio peruviano proveniente dalla regione di Huancavelica. “Gli abitanti di due catene montuose, Dolomiti e Ande, si trovano uniti per donare un omaggio al Bambino Gesù” ha sottolineato l’arcivescovo Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, introdotto dalla banda della Gendarmeria vaticana. L’orgoglio peruviano, suggellato da alcuni video con bambini in coro, entusiasti di fare dono della Natività a Francesco, ha trovato poi eco nelle parole del vescovo della Diocesi di Huancavelica, monsignor Carlos Salcedo Ojeda, del ministro degli Esteri del governo del Perù Oscar Maúrtua de Romaña e del  governatore della regione Maciste Alejandro Diaz Abad, il quale ha descritto il presepe, composto da 35 figure, opera degli artigiani locali e ispirate alla cultura Chopcca.

Dopo l’esecuzione dell’inno italiano, ha preso la parola l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, secondo il quale “Gesù, luce del mondo, ci indica i criteri innovativi con cui pensare Dio”, così come si rivela in Gesù di Nazareth: “un Dio – precisa Tisi – che ritiene perfettamente dignitoso il servire, un Dio che al prendere sostituisce il donare. E quando qualcuno ha questi tratti, ci è naturale dire ‘è una persona luminosa’”. Citando don Tonino Bello – “il grembiule è l’abito regale di Dio” – don Lauro si augura che “guardando quest’albero, credenti e non possano, grazie a Dio luce del mondo, diventare luce scoprendo che il servire, l’amare e il donare, non sono un impegno ma l’ unica possibilità per gustare la vita e conoscere la gioia”.

Il sindaco di Andalo, Alberto Perli, ha sottolineato che l’abete proviene da una foresta alpina, sostenibile, che cresce e si rigenera ogni anno all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta. “Un abete sotto il quale stanno crescendo nuove piantine, nuove vite, a cui ha dato luce e ha fatto spazio. La natura che si rigenera e che fa spazio alla vita, che si prende cura dei piccoli. Una metafora delle nostre vite, da cui prendere esempio. Le nostre piccole piantine, il nostro futuro, sono i nostri figli. Sono le bambine e i bambini di Agop, un’associazione che si prende cura, perché non c’è cura senza il prendersi cura. E noi vogliamo prenderci cura, assieme alla Provincia di Trento, dei bisogni di queste famiglie e di questi piccoli, che provengono da tutt’Italia ma non solo”.

Suor Raffaella Petrini, neo-segretario del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha detto infine che il presepe e l’ albero, in un momento ancora scosso dalla pandemia, ci invitano a contemplare, come sottolinea anche papa Francesco, la natività di Gesù e ‘a metterci spiritualmente in cammino attratti dall’ umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo’. La cerimonia si è conclusa con il brano ‘Tu scendi dalle stelle’.

Al termine dell’esposizione, a partire dal 10 gennaio, l’albero verrà trasformato in piccoli oggetti da donare ai ragazzi di Agop, assieme ai 600 addobbi recuperati, contenenti i messaggi di solidarietà dei ragazzi delle scuole di Andalo, per un’asta di beneficienza o una gara di solidarietà.