A Capriana Messa in memoria della venerabile Maria Domenica Lazzeri. Vescovo Lauro: “La sua lezione? Ama e fa’ quel che vuoi”

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“Cosa ci portiamo a casa dalla Parola di oggi e da Domenica Lazzeri? Ama in gratuità e fa’ quel che vuoi! E sappi che per Dio non sei mai da buttare. C’è sempre posto per entrare nella vigna e sperimentare la gioia dell’amore”. Nella chiesa di Capriana, nel pomeriggio di domenica 24 settembre, l’arcivescovo Lauro presiede la S. Messa con cui la comunità ricorda Maria Domenica Lazzeri, la popolare “Meneghina“, dichiarata “venerabile” da papa Francesco nel marzo scorso (QUI articolo). Un riconoscimento che solitamente precede la beatificazione. 

Le stigmate, documento dell’amore

Nell’omelia, don Lauro riprende anzitutto le parole del profeta Isaia – “Il Signore che largamente perdona”- per sottolineare che l'”invito al perdono senza se e senza ma altro non è che la riproduzione della vita di Dio, che è amore e perdono. Nel nostro immaginario questa idea di Dio non ci appartiene, continuiamo a pensare che non può essere così. Mi piace allora farmi aiutare dalle stigmate di Domenica Lazzeri. Cosa sono le stigmate, se non il documento, nella carne, che Dio è amore? Perché  lo ha realizzato nella sua vita di crocifisso e  risorto che muore abbracciando il nemico. Domenica Lazzeri ha vissuto nella sua carne il privilegio di avere i tratti di Dio nell’amare. Non per virtù sua ma per dono e regalo: ecco la sua bellezza”.

Domenica, icona di Cristo  

Commentando il Vangelo e la generosità, ai più incomprensibile, del padrone della vigna che premia tutti allo stesso modo, don Lauro nota che quegli “operai vivono di confronto. Ecco la maledizione della vita: noi costruiamo la nostra identità in competizione con gli altri, in termini prestazionali e non partendo dal fatto che siamo dono di Dio, ciascuno con le proprie risorse”.  “La Parola di oggi – aggiunge l’Arcivescovo – ci invita a fermare la prestazione e il confronto e a gioire perché Dio ci considera grandi e capaci di lavorare nella vigna. E lavorare nella vigna altro non è che amare. La paga dell’amor gratuito è l’amore stesso. Domenica, in mezzo a tormenti indicibili, è icona di Cristo, riuscendo a rimanere ferma nell’amore, resistendo alle calunnie e alle persecuzioni“.

Don Lauro si chiede con forza: “Cosa ci portiamo a casa dal Parola di oggi e da Domenica Lazzeri? Ama in gratuità e fa’ quel che vuoi! E sappi che per Dio non sei mai da buttare. C’è sempre posto per entrare nella vigna e sperimentare la gioia dell’amore“. “Preghiamo – ha concluso monsignor Tisi – perché sull’esempio di Domenica possiamo essere irriducibili nel continuare a voler bene agli uomini e a credere al bene che c’è nel mondo”.

Durante la Messa è intervenuto anche don Giulio Viviani, vicepostulatore della causa di beatificazione e autore di un’apprezzata biografia della Meneghina, manifestando la soddisfazione – propria e di tutta la comunità – per il riconoscimento cruciale delle virtù eroiche della stigmatizzata di Capriana.

La celebrazione si è conclusa con una preghiera davanti alla tomba di Maria Domenica Lazzeri.

Dopo la Messa, festa alla casa della Comunità, su iniziativa in particolare dell’Associazione Amici della Meneghina, ormai estesa anche Oltreoceano tra i discendenti degli emigrati trentini.

(Foto dalle riprese di Telepace Trento)