A Bellamonte il convegno “Prendersi cura del creato” con l’intervento del vescovo Lauro. Promuovono Fraternità Francescana e Cooperativa Frate Jacopa

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‘Prendersi cura del creato’ è il titolo del 7° Convegno promosso dalla Fraternità Francescana e Cooperativa Sociale Frate Jacopa con il patrocinio del Comune di Predazzo (Trento), in località Bellamonte – nella cornice naturale del parco di Paneveggio ai piedi delle Pale di San Martino -, da oggi 26 agosto e fino al 29 agosto, per quattro pomeriggi alle ore 16.

Lunedì 26, dopo l’ introduzione di Argia Passoni della Fraternità Frate Jacopa, è previsto l’ intervento di mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, su ‘Prendersi cura del creato. Famiglia ed ecologia integrale’; domani sarà mons. Lauro Tisiarcivescovo di Trento, ad aprire con ‘Quante sono le tue opere, Signore! Coltivare la biodiversità‘ – dal titolo della 14ª Giornata per la custodia del creato -, cui seguirà l’ intervento di Maria Bosin, sindaco di Predazzo, su ‘Il bosco ferito’, e Luciano Malfer, direttore Agenzia per la Famiglia della provincia di Trento, con ‘La famiglia risorsa del territorio per la comunità‘. Mercoledì 28 dopo l’ intervento di Silvia Vaghi, ricercatrice e consulente di sostenibilità ambientale, di Poliedra, del Politecnico di Milano, su ‘Le interazioni fra cambiamenti climatici e biodiversità’, sarà Paolo Rizzi, economista dell’ Università Cattolica di Piacenza a parlare de ‘La cura per uno sviluppo sostenibile’. L’ ultimo giorno, la relazione di don Bruno Bignami, direttore dell’ Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, dal titolo ‘Quale etica per l’ ambiente? Conversione ecologica per nuovi stili di vita personali e sociali’ cui seguiranno le conclusioni di padre Lorenzo Di Giuseppe, assistente nazionale della Fraternità Frate Jacopa. Al termine, la celebrazione per la Custodia del creato secondo le intenzioni della Giornata indetta dalla Cei.

Nella foto la devastazione di alberi provocata dalla tempesta Vaia in val di Fiemme, nella zona di passo Lavazè.