2 novembre, a Trento Messa in onore dei caduti con il vescovo Lauro. “Abbiamo globalizzato la violenza. Servono incontro e fraternità, per globalizzare l’amore”

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“Chiediamo perdono a  Dio per aver data per scontata la pace, per non aver seminato parole di riconciliazione, per aver fatto sì che la violenza potesse crescere nel nostro Continente fino alla  barbarie che è sotto i nostri occhi. Ricordo ad uno a uno le tante vittime delle guerra: i soldati, i civili, i bambini, le donne”.

Nella mattinata di martedì 2 novembre, commemorazione dei defunti, le parole dell’arcivescovo Lauro risuonano dai gradini del sacrario militare del cimitero di Trento, durante la celebrazione eucaristica in memoria dei caduti di tutte le guerre“Non solo la guerra nel cuore dell’Europa – sottolinea don Lauro all’inizio della celebrazione, davanti alle autorità civili e militari e a molti fedeli – ma le tante guerre che stanno insanguinando il mondo da un capo all’altro”. “Pensavamo, grazie alla globalizzazione – argomenta Tisi -, al mondo come a un piccolo villaggio di fratelli e sorelle, ma dopo pochi decenni le uniche cose che abbiamo globalizzato sono state la violenza e le armi”. “Senza un cambiamento radicale delle persone – ammonisce l’Arcivescovo – non c’è globalizzazione che tenga. Se le persone sono smemorate e abitate dall’ego, globalizzeranno violenza; se viceversa sono abitate dall’incontro e dalla fraternità, allora sì può realizzarsi la globalizzazione dell’amore”.

Nell’omelia a commento del Vangelo, monsignor Tisi descrive un “Dio inclusivo, che in Gesù si dimostra accanto a chi sbaglia, si fa vicino a chi conosce la fatica del vivere” ben diverso da “chi continua a pensare Dio come un doganiere, un giudice implacabile, e in modo aberrante un Dio che possa benedire le armi!”.

Di qui l’invocazione: “Vieni Dio della vita, che non spegne lo stoppino fumigante, Dio che recupera e rialza chi è caduto, Dio nuovo di Gesù che muore abbracciando il nemico. Vieni Dio e regalaci spazi di gratuità, gli unici – conclude l’Arcivescovo – che fanno avanzare la Storia”.

Nell’introdurre la preghiera del Padre Nostro, don Lauro ha fatto cenno alla duplice tragedia accaduta nei giorni scorsi in Val di Sole: “In questo momento – ha detto l’Arcivescovo – siamo vicini alla comunità di Celledizzo e al grande dramma che sta vivendo”.