Si è rinnovato nel pomeriggio di oggi, sabato 27 dicembre, nella cattedrale di Trento, il tradizionale mandato ai Cantori della Stella, custodi di un’antica usanza natalizia ancora viva nelle valli trentine. Vestiti da angeli, pastori e magi, al seguito dei portatori della Stella, i cantori si muovono a piccoli gruppi di casa in casa per annunciare la nascita di Gesù e raccogliere fondi a sostegno dell’infanzia missionaria. In cattedrale erano non meno di duecento, provenienti da una ventina di località diverse del Trentino e accompagnati da genitori e animatori parrocchiali.
La novità: il dialogo ecumenico con la comunità ortodossa
La celebrazione di quest’anno, dal titolo giubilare “Raccontiamo la speranza”, è stata arricchita da una presenza significativa: una nutrita rappresentanza della comunità ortodossa moldava di Rovereto. Il coro dei ragazzi della loro scuola parrocchiale ha eseguito alcuni canti sia all’esterno del Duomo sia all’interno, al termine della celebrazione. Particolarmente sentito il saluto del responsabile della comunità padre Ioan Grebanosu, che ha portato all’Arcivescovo gli auguri di Natale a nome della sua comunità, invocando pace, salute e speranza.
Le parole dell’Arcivescovo
Nel suo intervento, monsignor Tisi ha commentato la testimonianza di alcuni Cantori provenienti da Barco di Levico e dalla zona del Bleggio-Lomaso che hanno sottolineato in Duomo, con entusiasmo, il senso del loro cammino di porta in porta. Tisi l’ha collegato alla Visita pastorale in corso in Valsugana: un entrare nelle case che diventa incontro, festa, condivisione. Anche davanti alle difficoltà o a chi può mostrarsi infastidito, ha ricordato l’Arcivescovo, il bene resta più forte e non si lascia fermare.
Il dono della Scuola del legno di Tesero
Momento centrale della celebrazione, animata dai ragazzi del coro interparrocchiale di Trento Nord, è stato il dono di un presepio realizzato dagli studenti della Scuola del legno di Tesero. I ragazzi, già autori un anno fa della Croce del Giubileo presente in cattedrale dopo un lungo pellegrinaggio in tutta la Diocesi durante l’Anno Santo (domani alla conclusione per la Chiesa trentina con la Messa alle ore 15), hanno offerto a don Lauro per questo Natale un’opera carica di significato, realizzata con legno di recupero proveniente da un vecchio fienile.
Il presepio è nato grazie anche alla collaborazione con l’Associazione Amici del Presepio di Tesero e in particolare con il maestro presepista Lauro Ventura. Il colore viola dello sfondo richiama l’Avvento, tempo di attesa e vigilanza; la scena della Sacra Famiglia con il pastore rappresenta la quotidianità vissuta con un cuore capace di ascolto e stupore.
Un presepio che diventa Vangelo: il dono agli ucraini del Donbass
Nell’illustrare il loro lavoro, gli studenti, accompagnati da alcuni studenti, hanno posto una domanda semplice e radicale: qual è il messaggio da portare nel cuore per vivere davvero il Natale? La risposta è racchiusa in alcune parole: aiuto, condivisione, pace, gioia e speranza. Il dono, hanno spiegato, è una preghiera senza voce, una fede che si fa concreta, luce che illumina chi la riceve.
L’Arcivescovo ha accolto il presepio con un gesto altrettanto significativo: lo ha infatti donato a sua volta agli ucraini del Donbass accolti a Levico, ospiti della Croce Rossa dopo la fuga dalla guerra e segnati anche dalla malattia. Un segno forte di attenzione verso quelli che ha definito “i più poveri tra noi”, ma capaci di comunicare una gioia sorprendente. Gli ospiti ucraini, insieme ai volontari della Croce Rossa, sono saliti sul presbiterio per ricevere il presepio: un gesto semplice e altamente evocativo, che racconta un Natale fatto di mani tese e speranza condivisa.
“Dona e vivrai! Moltiplica il dono e moltiplicherai la gioia”, ha detto infine monsignor Tisi subito prima di rinnovare il suo nuovo mandato a bambini e ragazzi Cantori della Stella.
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