Se la pace passa dalle donne. E dalla fede

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A Trento una testimonianza di fertile dialogo interreligioso

La pace è incontro, relazione, dialogo. Ma soprattutto è – deve essere – una scelta. Lo hanno detto ad una sola voce le “Donne di fede per la pace”, un gruppo di donne di religione diversa, che operano per la pace in Terra Santa – Adina Bar Shalom, ebrea ultra ortodossa, Faten Zenati, musulmana palestinese, Hedva Goldschmidt, ebrea ortodossa, Lia Beltrami, cristiana cattolica, Nuha Farran, araba cattolica, Gilli Mendel -, nell’incontro svoltosi martedì 17 ottobre al Seminario Maggiore di Trento.

L’esperienza di “Women of Faith for Peace”, nata nel 2009 grazie all’impegno di Lia Beltrami, regista manager e scrittrice, da sempre impegnata nel dialogo interreligioso, ha appena ottenuto il Leone d’Oro per la Pace a Venezia, e nel suo saluto l’arcivescovo Lauro Tisi ha evidenziato il valore del femminile di cui il prestigioso riconoscimento è espressione: “Alle donne è legato il trasmettere la vita e il senso della vita, ci aiutano a individuarlo nel terreno della relazione, dove sono vincenti proprio per la loro capacità relazionale. Oggi siamo in difficoltà su questo versante, ma è attraverso questa dinamica che impariamo a godere dell’esistenza degli altri e gioire per essa. Queste donne hanno abbattuto muri con la forza del dialogo: stare in relazione significa rischiare, e loro ci dicono che è possibile osare”.

“Il contributo femminile alle nostre comunità non è ancora riconosciuto – ha commentato l’assessora Sara Ferrari -: c’è un potenziale da valorizzare e il vostro lavoro dimostra che il mondo diventerà più pacifico se le donne si assumeranno responsabilità pubbliche”.

Al saluto di monsignor Luigi Bressan, primo sostenitore del gruppo, è seguito il dialogo tra Lia Beltrami e le “sorelle”, rievocando l’origine di questa esperienza e raccontando come ha influito sulla vita di ognuna: “Qui a Trento ci sentiamo a casa: all’inizio avevamo paura, ma volevamo guardare a ciò che ci unisce, imparare a stare insieme, fare qualcosa di concreto, scegliere la via della dell’amore e della pace, la strada del rispetto: siamo diventate non solo amiche ma sorelle. Il cambiamento accade quando si fa qualcosa insieme”.

“Questo gruppo – ha concluso Nicoletta Gatti, docente universitaria trentina di teologia in Ghana –  assomiglia ad una pietra lanciata nell’oceano: genera un continuo movimento, ispirando altre iniziative in altri paesi. La pace non nasce da un progetto politico, ma da una scelta, quando offro la mia umanità come luogo di incontro per gli altri: ha un prezzo, ma siamo pronte a pagarlo perché senza questo lavoro di cucitura e dialogo non c’è futuro per noi e per i nostri figli”. (Patrizia Niccolini)

Nella foto, le “Donne di fede per la pace” insieme all’arcivescovo emerito Bressan e agli organizzatori dell’incontro di Trento, in particolare il Centro Missionario Diocesano.

PER INFO ULTERIORI

www.womenoffaithforpeace.org

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