«Prigionieri o protagonisti nella complessità?»

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Stimolante primo incontro della Cattedra del Confronto con Saraceno e Manicardi

Primo incontro, lunedì 20 marzo, dell’edizione 2017 della Cattedra del Confronto. Sul tema “Complessità” (prima delle ‘Parole dell’oggi’) sono intervenuti alla Sala della Cooperazione la sociologa Chiara Saraceno e il monaco priore di Bose Luciano Manicardi. Presente anche l’arcivescovo Lauro.

 

Nel suo saluto, don Andrea Decarli, direttore dell’Ufficio diocesano Cultura, ha introdotto il tema ponendo l’attenzione su alcuni interrogativi, lasciando poi spazio alla riflessione degli ospiti: come vivere la complessità in un mondo in cui nessuno ha il controllo di tutti gli aspetti di una singola cosa o procedura? Come reagire al senso di impotenza discendente dal non poterla capire né controllare? Come portare e gestire questa realtà in modo umanamente sensato e fecondo?

“La rottura delle barriere geopolitiche e la pluralizzazione delle visioni del mondo permeano la vita quotidiana in modo capillare producendo incertezza e nostalgia di un tempo rassicurante in cui vi erano regole chiare e distinte – ha esordito Saraceno -. Vi è la necessità di nuove regole, nuove sensibilità e comportamenti soprattutto per quanto riguarda le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione: siamo così interconnessi che possiamo comunicare a grandi distanze via skype, ma la relazione faccia a faccia è insostituibile. La complessità è parte della condizione esistenziale dell’uomo, mi preoccupa di più lo sviluppo di modalità di controllo egemonico dei processi comunicativi e dell’informazione: crediamo di avere accesso a tutte le informazioni su internet, ma non dobbiamo ignorare che è un algoritmo a presentarcele nell’ordine ritenuto corrispondente al nostro profilo. La complessità – ha concluso – pone perciò la questione di come sviluppare e mantenere capacità critica”.

“Ci stiamo muovendo verso un nuovo stadio evolutivo, caratterizzato dall’intreccio fra biologia e tecnologia che prefigura una società post-mortale il cui obiettivo è realizzare il sogno dell’immortalità – ha detto Manicardi -. Occorre un risveglio dell’etica della responsabilità che implica la consapevolezza dei limiti del proprio pensare, conoscere e agire: è l’invito di Papa Francesco nella Laudato Sii. La responsabilità per l’avvenire è per l’altro, come diceva Levinas, e si tratta di esercitare una responsabilità di parole e di azione: la prima mantenendo le promesse, la seconda attraverso la mitezza. Chi promette, impegna se stesso nel futuro e fa sperare, chi è mite, è capace di mettere un limite alla sua forza per fare spazio all’altro e alla sua crescita. Prendere sul serio la Bibbia, che è paradigma della complessità, racchiudendo in un libro più libri in dialogo tra loro, aiuterebbe i cristiani a entrare nel movimento di accoglienza della pluralità di visioni che la complessità pone oggi”.

La serata si è conclusa con il saluto dell’Arcivescovo Lauro Tisi: “Dire complessità significa frequentare inizi, mai giungere a conclusioni, ed è un’opportunità per sviluppare l’arte umana dell’umiltà che ci invita a pensarci come un frammento e non come tutto. Ciò implica il frequentare il volto dell’altro che ti è sconosciuto e ti destabilizza, ma in tale incontro e apertura riconosciamo la stagione degli inizi, in cui ogni cosa ricomincia, e per un credente questo è il percorso del discepolo che, come dice Buber, ogni giorno monta e smonta la sua tenda”.

L’incontro Saraceno-Manicardi sarà riproposto su radio Trentino inBlu venerdì 24 marzo a ore 21.00.

La Cattedra proseguirà lunedì 27 marzo indagando la seconda parola – Velocità – con il fisico Stefano Fantoni e il monaco benedettino Notker Wolf che cercheranno di indicare una possibile via tra fretta e lentezza.
Tutti gli incontri si tengono alle 20.45, alla Sala della Cooperazione in via Segantini. (Patrizia Niccolini)

(Foto Panato e Ufficio Cultura)