Pinzolo abbraccia l’arcivescovo Ivan. Nel suo “grazie” un mandato “francescano”: “Semplicità, fraternità, riconoscenza per le persone che incontriamo”

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Una vera festa di popolo quella di domenica 6 novembre a Pinzolo per l’arcivescovo di Perugia Ivan Maffeis, accolto per la prima volta da vescovo nel paese che gli ha dato i natali 58 anni fa.  Ad accoglierlo sul sagrato della chiesa il sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini, accanto a molti altri primi cittadini della Rendena. Accanto al vescovo Ivan il parroco don Flavio Girardini e molti altri preti, parroci nella Zona pastorale delle Giudicarie e conterranei di monsignor Maffeis.  A seguire la solenne celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale, con collegamento video allestito anche al Paladolomiti dove si è poi tenuto, al termine della Messa, un momento di condivisione. La celebrazione è stata trasmessa sul canale YouTube CEDIS-TV (sotto il link). Don Ivan, eletto arcivescovo il 16 luglio scorso, è stato ordinato a Perugia domenica 11 settembre.

Don Ivan, a cui è giunto anche un messaggio di benvenuto dell’arcivescovo Lauro, ha espresso un “grazie per tutta la comunità, perché in tanti anni mi sono sempre sentito a casa, nelle case di tanti malati, degli amici, persone con cui condividi un tratto di cammino che poi rimane. Il pensiero va agli anziani, agli ospiti delle RSA, ai nostri defunti. A San Vigilio, il nostro cimitero, le nostre famiglie si ricompongono, nella speranza e nella certezza che non siamo semplicemente destinati alla polvere, che la nostra storia non è consegnata al sepolcro, ma grazie al Signore ritroveremo i nostri cari, in modo misterioso ma reale”.

Dalle prime settimane di impegno pastorale in terra umbra, la terra di San Francesco, don Ivan rilancia nella sua val Rendena tre parole chiave tipiche della spiritualità francescana. “Mi sono detto: se vuoi essere vescovo prova ad improntare la tua missione su queste tre cose: semplicità, fraternità, la riconoscenza per ogni persona che la vita ci dà la grazia di incontrare e affida alla nostra responsabilità: la moglie, il marito, i figli, i genitori anziani, i colleghi di lavoro, una comunità”. Un “mandato” che da ieri è esteso anche alla sua terra natale che con l’occasione ha concesso al vescovo Ivan la ciittadinanza onoraria.

Ampio reportage nel prossimo numero di Vita Trentina. Foto di Maria Pia Bonapace.