Papa Francesco, parole forti nell’udienza del mercoledì: “Rischiamo di parlare di noi stessi e non di Gesù e del suo amore. Tutta la nostra esistenza deve gridare il Vangelo ma troppe volte grida mondanità”

bookmark

“Il primo passo per evangelizzare è aver Gesù al centro del cuore, è perdere la testa per lui”. Va alla radice della missione cristiana, e lo fa proprio nel cuore dell’ottobre missionario, papa Francesco nell’udienza di oggi in piazza San Pietro dedicata a san Charles de Foucauld, “un uomo – ha detto – che ha fatto di Gesù e dei fratelli più poveri la passione della sua vita, che “a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti”.

“Rischiamo di parlare di noi stessi e non di Gesù e del suo amore”  

“Se ciò non avviene, difficilmente riusciamo a mostrarlo con la vita”, il monito di Francesco, come riferisce Agensir: “Rischiamo invece di parlare di noi stessi, del nostro gruppo di appartenenza, di una morale o, peggio ancora, di un insieme di regole, ma non di Gesù, del suo amore, della sua misericordia”. “Questo io lo vedo in qualche nuovo movimento che sta sorgendo”, ha proseguito il Papa a braccio: “parlano della propria visione dell’umanità, della loro spiritualità, e loro si sentono in una strada nuova. Parlano di tante cose, di organizzazioni, di cammini spirituali, ma non sanno parlare di Gesù. Sarebbe bello che si domandino: ‘io ho Gesù al centro del cuore, ho perso un po’ la testa per Lui?’”.

“Tutta la nostra esistenza deve gridare il Vangelo, mentre tante volte grida mondanità” 

Francesco rilancia l’attualità della missione di Foucauld che scriveva: “Tutta la nostra esistenza deve gridare il Vangelo”.  “Sempre succede così: quando ognuno di noi conosce di più Gesù, nasce il desiderio di farlo conoscere, di condividere questo tesoro”. “E tante volte la nostra esistenza grida mondanità, grida tante cose stupide, tante cose strane, e lui dice no, tutta nostra esistenza deve gridare il Vangelo”, il monito di Francesco ancora fuori testo, ricordando che Charles “decide di stabilirsi in regioni lontane per gridare il Vangelo nel silenzio, vivendo nello spirito di Nazaret, in povertà e nascondimento”: “Va nel deserto del Sahara, tra i non cristiani, e lì giunge come amico e fratello, portando la mitezza di Gesù-Eucarestia”.

“Crediamo ancora nella forza dell’Eucarestia?” 

“Charles crede che Cristo è il primo evangelizzatore. Così sta in preghiera ai piedi di Gesù, davanti al tabernacolo, per una decina di ore al giorno, certo che la forza evangelizzatrice sta lì e sentendo che è Gesù a portarlo vicino a tanti fratelli e sorelle lontani”. “E noi, mi chiedo, crediamo nella forza dell’Eucarestia?”, ha chiesto il Papa ai fedeli: “Il nostro andare verso gli altri, il nostro servizio, trova lì, nell’adorazione, il suo inizio e il suo compimento?”. “Io cono convinto che noi abbiamo perso il senso dell’adorazione”, la tesi a braccio: “dobbiamo riprenderlo, cominciando da noi consacrati, vescovi, sacerdoti, suore: perdere il tempo davanti al tabernacolo, riprendere il senso dell’adorazione”.