La mitezza via per relazioni fraterne. Alla Cattedra del confronto il francescano Patton e il musulmano Mokrani

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(19 marzo) Sia nella prospettiva cristiana che in quella mussulmana, la mitezza contribuisce a realizzare insieme alle virtù “sorelle” dell’umiltà e della pazienza quegli abiti virtuosi dei credenti che possono favorire relazioni fraterne. E’ l’esito del confronto tenutosi ieri a Trento nel secondo appuntamento della “Cattedra del Confronto” promosso dall’Area Cultura dell’Arcidiocesi di Trento.  Un pubblico molto folto – quasi trecento persone a gremire la Sala della Cooperazione – ha ascoltato per oltre due ore il dialogo fra il francescano trentino padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa e il teologo islamico Adnane Mokrani, docente alla Pontificia Università Gregoriana.

Numerosi i punti di convergenza a partire dalla “forza” della mitezza nel riuscire a spezzare la catena dell’odio e della vendetta ed a disarmare l’altro nella prospettiva però dei tempi lunghi. A proposito, secondo i due relatori, la recente Dichiarazione di Abu Dhabi, firmata da Papa Francesco e dall’imam di Al Azhar, Sheikh Ahmed al Tayyeb, , rappresenta un testo decisivo per fondare un impegno comune delle religioni e per una condanna degli atteggiamenti di sopraffazione e di discriminazione dell’altro in contesti multietnici e interreligiosi.

Il Custode di Terra Santa ha collocato in questa prospettiva anche l’impegno francescano in un ambiente  non facile: “In questo momento – ha detto padre Patton- non vedo purtroppo in Terra Santa molte persone alla ricerca sincera di una soluzione dei problemi e osservo che  purtroppo eventuali ipotesi  non sono certo  nella linea della mitezza, ma nell’uso della forza che, anche quando ottiene qualcosa,  pone però le premesse di nuove tensioni e di nuovi conflitti”.  Patton ha ricordato che, a 800 anni dall’incontro di San Francesco con il sultano, la presenza francescana si esprime soprattutto nella costruzione della collaborazione fra credenti di diverse fedi e nell’educazione scolastica come momento di formazione alla fraternità

Il teologo Mokrani ha presentato la mitezza nell’Islam come atteggiamento di obbedienza a Dio, dentro un cammino di liberazione dal proprio egoismo individualista. Ripercorrendo alcune narrazioni del Corano ha evidenziato come i cristiani vengano considerati con particolare vicinanza anche per l’impegno nella mitezza. “Si tratta di un valore che per noi – ha chiartio Mokrani – non deve essere esclusivo di una fede, ma dovrebbe essere vissuto da ogni uomo”. Nel dibattito, il teologo mussulmano ha rilevato la problematica assenza di una legge sulla libertà religiosa in Italia e la mancanza di una convenzione fra Stato italiano e organismi mussulmani per cui anche i detenuti di fede islamica non possono essere adeguatamente seguiti: “Così le nostre carceri rischiano di diventare luoghi di radicalizzazione e di frustrazione invece che di recupero delle persone”.

MITEZZA INCONTRO DIOCESANO

Al termine del confronto sul tema della mitezza, moderato dal delegato vescovile don Andrea Decarli, è intervento l’Arcivescovo Lauro Tisi: “Ringrazio i due relatori – ha osservato – perché questo loro intenso dialogo ci ha fatto comprendere come la mitezza non ha bisogno di premio, poiché premia chi la pratica”.

Prossimo e ultimo incontro lunedì 25 marzo con il tema “purezza”: ne parleranno Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e il teologo Marcello Neri.