In 600 alla Madonna di Piné per il pellegrinaggio diocesano giubilare. Un ulivo per ricordare don Mauro Leonardelli (FOTOGALLERY – RIVEDI DIRETTA)

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Erano più di 600 i fedeli presenti domenica 1° giugno al Santuario mariano di Montagnaga di Pinè per il Giubileo diocesano degli ammalati, in una delle quattro chiese giubilari della Diocesi.

Introdotta da una breve riflessione del rettore don Piero Rattin, ha preso le mosse dalla chiesa del Santuario la processione che ha condotto i fedeli al prato della Comparsa, dove è seguita  la S. Messa presieduta dall’arcivescovo Lauro Tisi.

Il ricordo di don Mauro

Una Messa nel segno di don Mauro Leonardelli, compianto delegato dell’Area Testimonianza e Impegno sociale della Diocesi scomparso a 54 anni lo scorso 26 aprile. “Ci ha insegnato ad attraversare il dolore con la certezza che la Risurrezione è più forte della morte”, lo ha ricordato in apertura l’arcivescovo Lauro che a fine Messa ha invece ricordato e chiesto la benedizione per la mamma del sacerdote noneso, Maria, presente a Piné tra ammalati e anziani.

Un ulivo come invito a dare continuità alla sua opera

A don Mauro i volontari di Ospitalità Tridentina hanno voluto intitolare una pianta d’ulivo, portata all’altare all’offertorio.

“E” un simbolo di quella pace di cui c’è tanto bisogno e per la quale don Mauro si era speso” ha commentato don Rattin. “Faremo però un torto a don Mauro – ha aggiunto il rettore del santuario – se ci limitassimo al semplice ricordo di quanto lui ha compiuto; il vuoto da lui lasciato è sicuramente enorme, ma non incolmabile. Sta a noi capire che il nostro grazie e anche le nostre scuse a don Mauro per aver qualche volta preteso più attenzioni di quante lui fosse in grado di darci, possono concretizzarsi ora nel dare continuità alla sua opera, mediante l’assunzione di qualche impegno continuativo nelle realtà in cui lui si è speso, fino alla fine, senza limiti: alla Mensa della Provvidenza, alla Caritas, all’Emporio solidale, nelle nostre parrocchie e in ogni altra realtà che abbia a cuore malati e anziani”.

La pianta d’ulivo a memoria di don Mauro sarà piantata prossimamente nel giardino dell’Episcopio, sede della Curia.

L’omelia

L’Arcivescovo, commentando nell’omelia il Vangelo dell’Ascensione (QUI TESTO INTEGRALE) , ha parlato di un “amore che ha bisogno di uomini e di donne che hanno l’attitudine a ritrarsi, a scomparire per ospitare l’altro, per dar campo all’altro, per far crescere l’altro. Dio che è amore scompare dagli occhi dei discepoli. Per dare loro campo, farli crescere e attraverso di loro compiere le opere del Padre”. 

“Dio si gioca la vita per noi”

“Ma il Vangelo oggi – prosegue don Lauro ci dà un’altra meravigliosa lezione. Gesù sale al Padre benedicendo, parlando bene. Avrebbe avuto tutte le argomentazioni per essere arrabbiato con l’umanità che gli ha offerto un patibolo. E invece lui lascia il mondo, benedicendo il mondo, parlando bene di noi. Capolavoro di un Dio innamorato dell’uomo che ci tratta da figli e che addirittura si gioca la vita per noi”.

“C’è tanta bellezza nel mondo”

Di qui l’accorato appello di don Lauro a non perdere la fiducia nell’uomo. “Per fortuna nel mondo ci sono miliardi di uomini che non sono né violenti, né barbari, né aggressivi, miliardi di uomini sotto tutti i cieli e a tutte le latitudini che scrivono pagine di perdono, di vicinanza, di consolazione. Sì, lo grido qui a Piné, basta con questa fake news dell’uomo che è solo barbarie. L’uomo è anche bellezza, c’è tanta bellezza nel mondo, guardatevi attorno”.

“Qui, davanti a Maria, ringrazio per la bellezza di Gesù che ci ha raccontato che chi ama scompare, che ci ha raccontato che non c’è amore senza libertà, che ci ha detto tu puoi, tu sei grande, vai, e continua a raccontare la bellezza di una vita spesa per gli altri”.

Nel pomeriggio la recita del Rosario e la benedizione eucaristica dei malati.

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