Il vescovo Lauro agli adolescenti in festa: “Eliminiamo i cannoni delle parole cattive e dei giudizi e ritroviamo la gioia dell’incontro”

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“L’immagine finale spesso è quella che resta. Dopo l’incontro con Gesù, il giovane ricco del Vangelo se ne vada triste. E questo ha sempre portato a giudicarlo negativamente, a ‘massacrarlo’. Anche a voi capita di essere spesso giudicati sempre arrabbiati, o quelli che fanno sempre casino. In realtà voi siete persone interessantissime: il giovane ricco aveva una dote meravigliosa: stava cercando la felicità. Proprio come voi. E se ogni tanto c’è un po’ di tristezza, che problema c’è? La sostanza è che siete persone in ricerca!”.

Le parole rassicuranti dell’arcivescovo Lauro arrivano ai quasi cinquecento adolescenti riuniti sabato 14 maggio per la loro Festa sul Doss Trento, al culmine di un intenso pomeriggio di laboratori e di giochi. Don Lauro si sofferma sulla natura di “passaggio” dell’età adolescenziale (“Avete dentro un mondo che state lasciando, ora avete bisogno di altro anche se non sapete ancora di cosa”) e ‘promuove’ la proposta esistenziale di Gesù: “Lui vi dice: se vuoi essere felice fai il mio percorso, vienimi dietro, fa’ quello che faccio io. Vivi la gratuità, prenditi cura di chi è in difficoltà, non legartela al dito, non essere solitario”.

“I cannoni? Non senso assoluto”  

Proposta non facile, che potrebbe – riconosce il vescovo – far “salire naturalmente un po’ di tristezza”, in assenza di garanzie di risultati. E allora don Lauro invita ragazze e ragazzi ad osservare i cannoni collocati in fondo al prato, davanti al mausoleo del Doss Trento, sui quali gli adolescenti avevano già posto le loro bandiere della pace. “Quei cannoni – ammonisce don Lauro – sono figli di gente che pensava agli altri come nemici, sono nati per ammazzare gente, dividere il mondo, conquistare popoli e dire ‘tu stai sotto di me’. Sono un non senso assoluto!”

“Il cristianesimo è questo: o i cannoni o Gesù” 

Esiste però un’alternativa alla “violenza come metodo per risolvere i problemi” ed è, appunto, la novità evangelica (“faccio nuove tutte le cose”): “Meglio gli altri – concretizza don Lauro – come amici che come avversari; meglio farsi vicino piuttosto che dividere, meglio dialogare piuttosto che creare fratture. Il cristianesimo è questo: o i cannoni o Gesù. Con Gesù al posto dei cannoni ci sono gli abbracci, la festa, l’incontro gioioso come quello che avete vissuto oggi, negli oratori, tutti i giorni a scuola e nelle vostre case”.

E l’arcivescovo conclude l’omelia: “Eliminiamo i cannoni della parole cattive, eliminiamo i giudizi, la cattiveria e ritroviamo la gioia dell’incontro”.

Prima di congedarsi da ragazze e ragazzi, insieme ai quali nel pomeriggio don Lauro aveva condiviso personalmente il gioco, il vescovo chiama l’applauso per il giovane Matteo Moranduzzo, che ordinerà prete il 18 giugno e infine rilancia, strappando sorrisi e un’applauso convinto: “Se m’invitate sul vostro territorio io vengo volentieri, ma non per fare celebrazioni, anche solo per stare insieme e fare una partitella”.