Precessione festa Martiri

Festa dei Santi Martiri a Sanzeno. L’invocazione di don Lauro: “Contro la spirale di morte la meravigliosa speranza del Risorto”

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“Questa sera, e lo farò anche alla fine della Messa davanti a loro, chiedo ai Martiri di donarci questa meravigliosa speranza che è Gesù risorto. Chiedo loro di poterci innamorare di questa bellezza perché, se ne incroci gli occhi, trasformi il mondo e come è accaduto sia con Renzo Caserotti che con don Mauro Leonardelli, nemmeno la morte ti ferma, sei più forte della morte. Buon cammino, cara Chiesa di Trento accompagnata dai Martiri”.

Sono le parole accorate con cui l’arcivescovo Lauro Tisi, ricordando anche i due preti morti prematuramente nell’ultimo anno, ha suggellato la Messa celebrata la sera di giovedì 29 maggio nella basilica di Sanzeno in occasione della festa dei Santi Martiri Anauniesi, patroni della Chiesa trentina insieme a San Vigilo.

L’olio dell’offerta: segno comunitario

Alla processione con le reliquie dei Martiri è seguita la solenne Eucarestia presieduta da don Lauro insieme al vescovo Mariano Manzana e animata dai Cori della Val di Non e di Sole. I fedeli di Ala e delle parrocchie limitrofe, presenti numerosi in pellegrinaggio insieme ai loro parroci, hanno offerto quest’anno l’olio che alimenta la lampada davanti all’urna con le reliquie dei Martiri. 

“La mancanza di speranza nasce da uno sguardo chiuso”

Don Lauro ha aperto la sua omelia citando papa Leone che nell’udienza del giorno precedente (mercoledì 28) “annotava in modo arguto che la mancanza di speranza è dovuta al fatto che ci fissiamo su un certo modo rigido e chiuso di vedere le cose”. “Mi è sembrata – ha commentato don Lauro – un’osservazione estremamente felice. A volte procediamo con i nostri piccoli mondi, le nostre piccole visioni e queste ci impediscono di accorgerci del bene che ci circonda”.

Un mondo dominato dalla “narrazione mortifera”

In un tempo segnato da immagini quotidiane di guerra, odio e sfiducia, l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi – sotto la croce del Giubileo della speranza, collocata al centro della basilica giubilare – lancia un monito mirato: “Il grande rischio che stiamo correndo è quello che, mentre le immagini della morte sono diventate pane quotidiano delle nostre ore, immagini di distruzione, di barbarie, di violenza, cominciamo a maturare l’idea che il mondo è pura corruzione, violenza e morte. Senza accorgercene, stiamo maturando l’idea che dire uomo e dire donna vuol dire alla fine dire problemi, malvagità, cattiverie”.

Di fatto, secondo don Lauro, dentro quella “spirale narrativa mortifera” che domina il nostro linguaggio quotidiano abbiamo dimenticato, anche in ambito credente, che “dentro la storia abita il Risorto, abita la forza della Pasqua e c’è una moltitudine di uomini e di donne che sono, bellezza, incanto meraviglia”.

“Hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello”

Il punto di partenza è la citazione del brano dell’Apocalisse letto poco prima: “Vidi una moltitudine immensa che nessuno poteva contare”Tisi ha offerto una rilettura intensa del passo biblico: “Sono coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello”. Un’immagine potente, che per il Vescovo significa un’identità costruita nel dono di sé“C’è una sofferenza che genera vita, come le doglie del parto. E una che porta solo morte: quella che nasce dal blindare il proprio io, dalla difesa ossessiva del proprio ego”. Il dono di sé trasforma la tribolazione in bellezza. “Quando vedi un uomo che soffre perché dona sé stesso, ti commuovi. Quando lo vedi chiuso, arrabbiato, aggressivo, ti fa paura.”

Dai martiri al quotidiano: cercate i salvati!

Nel ricordare i tre Martiri che hanno dato origine alla Chiesa di Trento, l’Arcivescovo rilancia: “Noi siamo figli di questi Martiri. Ma oggi, attorno a noi, ci sono volti salvati che vivono l’amore e si spendono per gli altri. Cercateli!”. “Cercateli nelle vostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle comunità. Ma soprattutto – ha concluso – cercateli in voi stessi: forse quell’uomo e quella donna, siete anche voi”.

Un Dio dentro l’umanità

“Questo – ha concluso don Lauro – è il Dio dei cristiani. Un Dio che ha scelto di abitare l’umanità. Ed è questa umanità risorta che impedisce al mondo di sprofondare. È per questo – ha detto Tisi – che io ho speranza. Perché esiste questo meraviglioso Risorto a cui nessuno potrà resistere. È lui che vincerà.”

Foto Carlo Antonio Franch – Vita Trentina