“E tornammo a riveder Vivaldelli”. Palarotari ancora gremito per l’originale attualizzazione della Divina Commedia da parte del biblista trentino

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“E tornammo a riveder Vivaldelli”. Facendo eco alla “Divina”, Vita Trentina sintetizza con titolo felice la serata di martedì 29 ottobre al Palarotari di Mezzocorona, con più di 1500 persone (comprese quelle ospitate nell’antica cantina) catturate dal professor Gregorio Vivaldelli.

Il biblista rivano, confermandosi una sorta di novello Virgilio, le conduce per due ore, con abilità e competenza, e non senza accenti ironici, alla scoperta della grande attualità esistenziale del viaggio infernale di Dante. Vivaldelli affianca – ormai come una sorta di marchio di fabbrica – la parafrasi letteraria alla sapienza biblica e alla forza del pensiero di autori contemporanei (nella circostanza: da Romano Guardini a Josef Mayr Nusser, da Susanna Tamaro ad Alessandro D’Avenia). La felice ricetta non perde sapore: lo dimostra l’afflusso crescente alla proposta della Diocesi di Trento (tramite l’organizzazione della propria Biblioteca) e i volti compiaciuti all’uscita.. 

A un anno esatto dalla profonda ferita umana ed ambientale della tempesta Vaia – che nello stesso giorno del 2018 aveva costretto ad annullare la serata con Vivaldelli prevista all’Auditorium –  è di grande intensità emotiva il minuto di silenzio (in sintonia con la comunità di Dimaro dove era presente l’arcivescovo Lauro) chiesto dal delegato diocesano alla cultura don Andrea Decarli, all’inizio della “riflessione spettacolare” (così la definisce) in cui Vivaldelli, e prima di lui Dante, rilancia l’interrogativo: “Dovè il tuo cuore?“. Dalle malebolge, contrappasso in cui si disperano ruffiani e adulatori, esce l’ansia di riscoprire la “sincerità come stile di vita“, il rifiuto di inganno e volgarità, con un appello vibrante contro la violenza sulle donne (una slide ricorda la prossima Giornata del 25 novembre), ma anche contro la rincorsa illusoria all’azzardo che porta alla ludopatia. La sfida, per chiunque la voglia raccogliere, è quella di provare insieme a ricostruire, a partire dal profondo del proprio cuore, sentieri di verità: unico salvagente per ritrovare, in questo mare di incertezza, un approdo – conclude Vivaldelli – di speranza e di pace. Non solo interiore. (pf)

FOTO DI GIANNI ZOTTA