Consigli diocesani (presbiterale e pastorale) tracciano un bilancio di cinque anni di attività e “disegnano” il cammino sinodale. Don Lauro: “Al centro la sopravvivenza della fede”

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Clima decisamente costruttivo, sabato 27 novembre nell’aula magna del seminario a Trento, nella riunione congiunta di Consiglio presbiterale e Consiglio pastorale diocesano, entrambi al termine del loro mandato. Tempo di bilancio, dunque, di cinque anni di attività, fertili di importanti passi avanti, nonostante la pandemia. Ora sguardo puntato al futuro, in particolare al cammino sinodale in avvio anche nella Chiesa trentina.

L’attività dei due Consigli (presbiterale e pastorale)

Per il Consiglio presbiterale, è stato il segretario don Duccio Zeni, parroco di Mattarello, a presentare la sintesi del cammino dell’ultimo quinquennio (QUI PRESENTAZIONE)  mentre Carlo Tonelli, membro della segreteria, lo ha fatto per il Consiglio pastorale diocesano (QUI ATTIVITA CPD).

Il successivo, partecipato, confronto (moderato da Cecilia Niccolini), ha rilanciato l’importanza di un maggior dialogo in futuro tra i due organismi (dove deve prevalere – è stato detto – la consultazione alla ricerca del consenso), auspicabilmente anche con formula residenziale, per favorire un vero clima sinodale.

Sinodalità, a cominciare dai vescovi 

Sinodalità, nella quale anche la Chiesa di Trento è chiamata, da ora e per i prossimi anni, ad investire con coraggio, in sintonia con i due cammini sinodali della Chiesa universale e di quella italiana. Ad introdurre il percorso, l’arcivescovo Lauro, reduce d’all’Assemblea Generale Straordinaria della CEI  (22-25 novembre) dove i vescovi sono stati invitati, quanto a sinodalità, a dare da subito il buon esempio, impostando i loro lavori di gruppo con metodologie innovative, all’insegna – ha spiegato lo stesso don Lauro – di un “confronto autentico, costruttivo, in cui ogni pastore doveva narrare in modo concreto di sé e della propria Chiesa”, rispondendo a due interrogativi:

«Come si realizza oggi nella mia Chiesa locale o nella realtà ecclesiale a me affidata quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è propria?»

«Come si realizza oggi nella nostra collegialità episcopale quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata?» .

Monsignor Tisi cita poi le parole in Assemblea CEI del card. Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi: “Tutta la chiesa è convocata in Sinodo, una decisione di cui non siamo ancora in grado di misurare la portata”. “Anche noi – ha ribadito don Lauro – dobbiamo metterci in cammino: nel grande cambiamento complessivo ci viene chiesto un rinnovamento spirituale che vada ad esorcizzare il pessimismo“.

La Diocesi impegnata nel cammino sinodale 

Se dal confronto tra vescovi è emersa come priorità la necessità di rinnovare, fin dalle modalità organizzative, il rapporto tra Chiese locali e CEI, la “sfida” sinodale passa ora alle singole diocesi, chiamate ad avviare un loro personale cammino sugli stessi interrogativi di fondo: come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?

Ad introdurre, sabato scorso, il tema – sulla base del materiale messo a disposizione a livello universale e nazionale – sono stati i due “referenti diocesani per il cammino sinodale” scelti all’interno del Consiglio pastorale diocesano: don Celestino Riz (parroco a Tione e in val del Chiese) e Claudia Giordano (parrocchia dei Solteri) – QUI PRESENTAZIONE . “La capacità di immaginare un futuro diverso per la Chiesa e per le sue istituzioni – hanno spiegato – dipende in larga parte dalla scelta di avviare processi di ascolto, dialogo e discernimento comunitario, a cui tutti e ciascuno possano partecipare e contribuire”, mettendo così in  atto un vero e proprio “segno profetico”.

I prossimi passi 

Prossimo passo – è stato spiegato – sarà la costituzione a brevissimo di una un’équipe sinodale diocesana che avrà il compito di discernere il cammino più efficace da attuare in Diocesi, per pianificare il processo partecipativo, preparando i coordinatori di gruppo per le riunioni di consultazione sinodale. Esse dovranno essere aperte all’ascolto di voci (soprattutto “esterne” all’ambito ecclesiale) chiamate a narrare il loro vissuto, per consentire quindi alla Chiesa di discernere le priorità della propria azione evangelizzatrice.

Nel lodare la passione con cui i due delegati hanno avviato il lavoro sinodale, don Lauro invita a collocare il più possibile le iniziative in Diocesi nel solco del cammino della Chiesa italiana. “Lasciamoci sorprendere dallo Spirito”, sottolinea l’Arcivescovo ribadendo uno dei suoi “mantra”: “spostare la riflessione e l’impegno concreto della Chiesa dagli aspetti organizzativi alla questione cruciale della sopravvivenza della fede, rilanciata da Gesù stesso nel Vangelo di Luca: ‘Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?’ (Lc 18,8)”.