Fine settimana in monastero

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Alla domanda “In che parrocchia sei quest’anno?” rispondo che da settembre non vado proprio in una parrocchia, ma bensì in un monastero: il piccolo monastero di Pian del Levro (sei sorelle e un fratello). Solitamente è bello vedere lo sguardo delle persone a questa risposta, c’è chi ti guarda stranito e chi invece ti sorride incuriosito. Il mio fine settimana è spesso “sempre uguale”: si alterna tra preghiera (nel silenzio, con le sue sfumature e sbavature), lavoro, studio, riposo e vita fraterna (con le sue dolcezze e asprezze) nell’ordinarietà, nella quotidianità e nella semplicità in cui possiamo trovare la bellezza della vita, gustata nel momento presente ad ogni passo, sia esso gioioso o faticoso.

Di solito un po’ di tempo lo dedico all’approfondimento del monachesimo con una delle sorelle, Gemma, e alla scrittura di un’icona, con i consigli di un’altra sorella, Emilia. Ammetto che quest’ultima attività mi piace molto. Sapevate che le icone si scrivono, non si disegnano? Io l’ho imparato qui; consiglierei a tutti di scriverne una, in primis perché è molto più facile di quanto sembri, poi perché è un’esperienza di preghiera diversa che ti permette di gustare e svelare a poco a poco il volto di Cristo. Potrei dire che scrivere un’icona è un incontro con Gesù, con te stesso e con il tuo limite: una sorta di triduo Pasquale racchiuso in una raffigurazione, provare per credere.

La Domenica spesso vengono in comunità gruppi di famiglie e insieme a Silvia ed Andrea, mi occupo dei bambini e ragazzi (mentre i genitori si incontrano con le altre sorelle). Solitamente cuciniamo con loro (imbrattando il pavimento di farine e di sugo) e giochiamo. Stare coi bambini penso sia un’attività che regala sempre qualcosa di nuovo, che svela parti di noi, dai bimbi veniamo infatti spinti a crescere e farci piccoli allo stesso tempo.

Se dovessi riassumere la mia esperienza del fine settimana, lo farei con le parole del salmo 133: “Ecco com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme! Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre”. Vivere insieme non è facile e scontato, anzi è una sfida, come scalare una montagna, ma in due o più ci si ricorda più cose, si portano più provviste: si affronta insieme la fatica e il cammino con più leggerezza, camminando verso la meta tenendo lo sguardo rivolto verso l’alto, qualcosa che non è ancora raggiunto, ma che già con lo sguardo possiamo ammirare.

Gianluca Panizza