Nella Casa-Famiglia, Monica e Denis mi hanno spiegato come c’è stata una scelta di condividere la loro paternità e maternità con tutti coloro che nel mondo vengono scartati, con tutti quei bambini che sperimentano la fragilità della malattia e della disabilità. Questo non sempre è facile, però è un’opportunità per farsi interpellare: farsi determinare i passi è una grazia grossa!
Dice Gesù: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”: è come guardarsi allo specchio e scoprire il meglio che c’è in noi; sarà come imparare ad accettarci e ad amarci, non inebriati dal nostro narcisismo, ma sorpresi dai suoi doni, che ci rendono speciali e finalmente liberi di consegnarci agli altri in uno slancio di generosità.
Oltre alla Casa-Famiglia c’è poi la realtà della Cooperativa Sociale “la Fraternità”, che accoglie persone con disagio sociale, le quali, attraverso il lavoro nelle serre, si riscoprono utili. Fraternità significa innanzitutto il “mettere insieme” esperienze, servizi e relazioni: come una grande famiglia che insieme educa, si educa, lavora e dà lavoro a chi è ai margini della società.
Per questo concludo condividendovi una frase che mi sta accompagnando tanto, in questi mesi, che è di don Oreste Benzi, fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII: “Al povero non va dato ciò che è possibile a noi ma ciò di cui lui ha bisogno”.
Alberto Bolognani