“Vi racconto mio zio, il vescovo che salvò gli ebrei”. Su Vita Trentina l’intervista esclusiva al nipote di monsignor Nicolini, vescovo di Assisi

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Un centenario dalla mente lucida è ancora oggi testimone diretto della figura e dell’opera del vescovo trentino di Assisi, mons. Giuseppe Placido Nicolini, dichiarato “Giusto fra le nazioni” per l’aiuto dato agli ebrei nella Seconda guerra mondiale. E’ suo nipote Vittorino Nicolini, nato a Villazzano ma vissuto a Rovereto e da un anno ospite della APSP di Brentonico dove lo ha incontrato il settimanale Vita Trentina (di cui è stato corrispondente dai tempi di mons. Giulio Delugan).

L’occasione è stata offerta dal dono di un bassorilievo in bronzo raffigurante il vescovo di Assisi (“il suo volto è davvero riconoscibile, tale e quale” il commento del nipote), scolpita dall’artista trentino Guido Merzliak e consegnata alla presenza della nipote di Vittorino, Elisa Tagliaferri Bava, e del pronipote di mons. Placido, Fabio Pedrotti. Erano presenti anche il sindaco di Brentonico Dante Dossi e il parroco don Daniele Laghi.

“La città era piena di SS – il ricordo di Assisi di Vittorino, che ci visse per sei mesi nel 1945 insieme allo zio – lo zio mi confermò che aveva rischiato moltissimo per l’aiuto offerto di nascosto agli ebrei per metterli in salvo. Anche grazie ad un capitano della Wermacht, come mi confidò, con il quale aveva dei rapporti segreti; pensate che con lui era nata un’amicizia e per dieci quindici anni tornò ad Assisi per trovare lo zio a guerra finita”. L’intervista integrale sull’ultimo numero del settimanale.

Foto Zotta