“Siete un unicum”: l’arcivescovo Tisi in dialogo con i volontari di Primiero, Vanoi e Mis

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È stato un incontro in clima familiare e davvero ricco di stimoli quello tra l’Arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, e le molte anime del volontariato del Primiero, giovedì 22 maggio nella caserma di Vigili del Fioco del Primiero. La serata, parte della Visita pastorale dell’Arcivescovo nelle comunità di Primiero, Vanoi e Mis, ha visto riuniti i rappresentanti di numerose associazioni che operano sul territorio: dal Soccorso Alpino ai Vigili del Fuoco volontari, dal Gruppo Missionario ai volontari delle scuole materne, dall’Avulss ai Nuvola, solo per citarne alcune.

Dopo i numerosi interventi dei volontari – carichi di passione e amore per la propria terra – è stato monsignor Tisi a concludere l’incontro raccontando un simpatico aneddoto: “Un quarto d’ora prima di arrivare qui, ero in pizzeria con don Augusto. Mi si avvicina un signore e mi dice che ha comprato un liquore chiamato Unicum: ‘visto che tutti i giorni lei dice che il Primiero è un unicum, ho preso l’unicum’. Mi ha fatto sorridere: un astemio (l’Arcivescovo n.d.r.) che fa pubblicità agli alcolici! Ma dietro la battuta, c’è qualcosa di vero: questo territorio è davvero un unicum. Non lo dico per circostanza – lo dico perché si sta materializzando quello che già percepivo: qui c’è una marcia in più.”

La gioia del donarsi

Un filo conduttore comune è emerso da tutte le testimonianze: fare volontariato genera gioia. “Non è solo un dovere. È un piacere. È un modo per assaporare la vita. E questo, stasera, lo avete detto tutti”, ha commentato Tisi, elogiando il forte spirito di comunità del Primiero: “In ogni evento non c’è mai solo una realtà coinvolta, ma tutte. Nessuno si salva da solo come ci disse papa Francesco e voi lo dimostrate con i fatti.”

“Un ragazzo, Martino, ha detto una frase che mi ha colpito: ‘Dio è colui che esiste per gli altri’. È la sintesi del Vangelo. Quando l’uomo smette di esistere per gli altri, smette di essere umano.”

Una comunità aperta e radicata

L’Arcivescovo ha definito il Primiero una comunità non chiusa su sé stessa, ma capace di guardare lontano: “Siete una realtà locale che sa farsi globale, che guarda anche all’Africa. Non chiamatevi periferia: siete un cuore pulsante.” Ha poi ricordato l’importanza della memoria e della formazione: “Nessuno nasce imparato. Tutto ciò che fate oggi è frutto di ciò che avete ricevuto. Continuate a trasmettere, a innovare”.

“Questo è l’umano splendido”

Tra i momenti più intensi, il riferimento all’intervento del Soccorso Alpino: “Andate incontro a persone che non conoscete, solo perché hanno bisogno. Questa è la bellezza del gratuito. Ed è ciò che ci salva in un tempo di tanta violenza.” Infine, un accento forte sull’autonomia e la responsabilità dei territori: “Le vostre scuole materne sono simbolo di un territorio che si prende cura di sé. L’autonomia non va persa, ma vissuta come servizio. Sentiamo ancora una volta – ha concluso monsignor Tisi – il valore dell’autonomia, la percezione che il territorio è nostro, ce ne prendiamo cura, ce lo carichiamo sulle spalle, con quella leggerezza di chi, mentre si carica il proprio territorio, dà lo sguardo anche al mondo”.