Ognissanti, vescovo Lauro: “Dio, amante della virgola, è irriducibile nel rilanciare la speranza grazie a chi regala la propria vita. Dall’Uomo delle Beatitudini l’antidoto alla dissoluzione dell’umanità””

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“Dio è una virgola, non un punto. Ama fare e ricevere domande”. Sono le parole con le quali l’arcivescovo Lauro ha aperto l’omelia nella solennità di Ognissanti, sul cimitero di Trento, nel pomeriggio di oggi, 1° novembre. “Il terreno del morire, da sempre è fecondo di domande”, nota l’Arcivescovo, distinguendo tra le domande originate da una “riflessione astratta attorno alla morte” oppure dall’”esperienza del morire delle persone che ti hanno amato e che hai amato”.
Monsignor Tisi (nel giorno del suo 61° compleanno) prova a filtrare l’attualità – il “sangue versato di tanti innocenti, la morte inferta con inaudita crudeltà” – alla luce della Parola di Dio e in particolare del testo dell’Apocalisse, per giungere infine a sottolineare come “Dio, amante della virgola, è irriducibile nel rilanciare continuamente la speranza, facendo nascere ogni giorno uomini e donne che alla logica del dare la morte sostituiscono il regalare la propria vita”. “Proprio in queste ore drammatiche – aggiunge don Lauro – , mentre l’umanità da un lato registra incredibili sviluppi nella tecnologia e prospetta scenari di grande cambiamento, dall’altra, tragicamente, rischia di cancellare sé stessa con l’indebolimento del sistema democratico, il ritorno tragico dei nazionalismi, il ricorso sistematico alla forza e alle armi. A questa umanità si rivolge oggi l’Uomo delle Beatitudini che regala a ogni uomo e ogni donna le fonti della vita, l’antidoto alla morte e alla dissoluzione dell’umanità” attraverso la “riscoperta – conclude Tisi – del grazie”, la “via della pace, del dialogo e della mitezza”.

TESTO OMELIA 

Foto Gianni Zotta