“Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi”. È questo il cuore dell’appello diffuso oggi dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) insieme a Ucei, Ucoii, Coreis e alla Moschea di Roma.
Il documento sottolinea “l’improrogabile necessità di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l’odio, salvaguardare la convivenza, purificare il linguaggio e tessere la pace”.
Allo stesso tempo denuncia la propaganda che sfrutta ingenuità ed emozioni, capace di dividere e banalizzare la nostra umanità, inducendo a schierarsi “l’uno contro l’altro, ma mai a favore del Bene”.
Richieste concrete: stop armi e aiuti umanitari
L’appello non resta solo simbolico, ma avanza proposte precise: fermare le operazioni militari a Gaza e i lanci di missili verso Israele, liberare gli ostaggi e restituire i corpi, garantire cibo agli affamati e cure ai feriti. Un messaggio rivolto ai credenti e a tutti i cittadini italiani, chiamati a farsi costruttori di pace.
A sottoscrivere il documento sono i rappresentanti delle principali comunità religiose italiane: Card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia, Abu Bakr Moretta e Yahya Pallavicini per la Coreis, Naim Nasrollah per la Moschea di Roma.
In un momento di conflitto e tensione internazionale, la voce unitaria delle comunità religiose italiane rappresenta un messaggio potente di dialogo interreligioso.
La pace – ribadisce l’appello – non può essere costruita contro qualcuno, ma solo insieme, attraverso rispetto, dignità e riconoscimento reciproco.
Foto Siciliani-Gennari/SIR