vescovi a Benevento

L’appello dei vescovi al Governo: salvate le aree interne del Paese. A Benevento, dalla Val di Fiemme, il racconto di buone prassi tra parrocchie

bookmark

Condividere beni materiali, risorse umane e responsabilità pastorali: è questa la “ricetta” pastorale vissuta in Val di Fiemme e raccontata da don Albino Dell’Eva, parroco di 11 comunità, intervenuto all’incontro dei vescovi delle aree interne in corso a Benevento al Centro “La Pace”, alla presenza del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Aree interne che rischiano spopolamento e desertificazione, anche a causa della lontananza dai servizi essenziali: scuole, stazioni, ospedali.

Un allarme sottoscritto da cento arcivescovi (tra loro quello di Trento monsignor Lauro Tisi), vescovi e cardinali che firmano insieme una lettera aperta al Governo e al Parlamento.

A Benevento, don Dell’Eva è stato invitato a condividere le buone prassi in atto sul territorio fiemmese. Nella sua relazione, il sacerdote ha raccontato come le parrocchie della valle – riunite nell’Unità pastorale Santa Maria del Cammino – abbiano intrapreso un percorso di collaborazione che permette di sostenere anche le realtà più fragili, evitando rischi di “default” comunitario. “Il forte sostiene il debole e il patrimonio personale non solo non va perduto, ma diventa comune. Non rimane diviso, ma viene con-diviso”, ha spiegato don Albino ai presenti.

Un modello di gestione comunitaria

Razionalizzare le risorse, accorpare i servizi burocratici e pianificare insieme gli interventi di manutenzione: questi i cardini del progetto avviato dall’Unità pastorale e descritto dal sacerdote trentino. Un modello che, ha sottolineato don Dell’Eva a Benevento, può diventare una risposta concreta anche per le aree interne italiane.

Il risultato? Una maggiore efficienza amministrativa che libera energie da destinare alla pastorale. Nelle parrocchie della Val di Fiemme sono già emersi nuovi catechisti, ministri straordinari dell’Eucaristia, lettori, sacristi e operatori Caritas: persone che hanno scelto di formarsi e camminare insieme in un’unica azione pastorale.

Oltre i confini delle “aree interne”

Cavalese, chiesa di San Sebastiano

Il contesto della Val di Fiemme non coincide pienamente con quello tipico delle aree interne segnate dallo spopolamento. Qui, infatti, il turismo continua a rappresentare un fattore decisivo per il mantenimento della popolazione. Tuttavia, la distanza dal centro diocesano comporta difficoltà nell’accesso a servizi fondamentali, come la formazione degli operatori pastorali.

“Prima ancora dei beni materiali, si mettono in comune i beni della fede e della carità, in modo che a nessuna comunità manchi il necessario per l’animazione della vita cristiana”, ha evidenziato il sacerdote.

La sfida del futuro: nuovi ruoli per i laici

Con il numero di sacerdoti in calo, la figura del parroco “tuttofare” non è più sostenibile. Serve un maggiore coinvolgimento dei laici, chiamati ad assumersi responsabilità pastorali e ministeriali. È una trasformazione che interroga profondamente il volto della Chiesa sul territorio. In una lettera ai fedeli, don Albino ha scritto: “La riduzione del numero delle parrocchie rappresenta una delle possibili risposte alle sfide dell’inedita situazione: parroci con carichi di lavoro gravosi e comunità con una presenza sempre più diluita del loro pastore”.

L’ostacolo più grande: la condivisione economica

Se la collaborazione pastorale sembra ormai consolidata, resta più difficile quella economica. “Ho visto le mie undici comunità ben disposte a darsi una mano sotto l’aspetto pastorale, meno e con maggiore resistenza a farlo sul piano economico e finanziario”, ammette don Albino. Eppure proprio la fusione dei beni in un’unica proprietà rappresenta, secondo il sacerdote, la via per evitare disuguaglianze e garantire il futuro delle parrocchie. “Mettere in comune i beni materiali permette a tutti di camminare senza affanni. Così il forte sostiene il debole e il patrimonio diventa comune. Non rimane diviso, ma viene con-diviso”.