“Lo dico con forza: la mia Chiesa è fondata sui migranti – i cappadoci Sisinio, Martirio ed Alessandro – chiamati a collaborare con un pastore, San Vigilio, che ha fatto di Cristo il cuore della sua vita! Le nostre Chiese, già ora, sono rivitalizzate dai migranti”.
Le parole dell’arcivescovo Lauro sono risuonate sabato 28 giugno a Roma, nella Messa a conclusione delle celebrazioni organizzate dalla parrocchia di San Vigilio intitolata alla fine degli anni Sessanta al patrono trentino e guidata fino al 1990 da preti diocesani trentini, in particolare don Carlo Gelmi che ne fu parroco per ben 23 anni.
Un Dio spiazzante
“Sorprendete e spiazzante – ha detto don Lauro commentando la Parola di Dio – è la narrazione dell’agire di Dio propostoci da Ezechiele. È spiazzante un Dio che passa in rassegna le pecore, una ad una una. È spiazzante un Dio che si prende cura della pecora ferita. Spiazzante un Dio che impedisce che la forza diventi narcisismo, esibizione di sé”.
“Più che la narrazione di un Dio che cerca l’uomo e per il quale ognuno è prezioso ai suoi occhi, nel reale – ha aggiunto l’Arcivescovo in trasferta – prevale un’altra visione, lontana da quella di un Dio che abita ai margini, tra gli scartati, negli ultimi”.
Chiesa umanità nuova
“Ci fa bene sapere – ha sottolineato ancora don Lauro – quanto ricorda La Lettera agli Efesini con la sua meravigliosa definizione di Chiesa: “ha fatto di noi un uomo nuovo”. Noi continuiamo a descriverla in termini organizzativi, ma questa Chiesa, grazie allo Spirito, è l’umanità nuova donata da Gesù. Di questa Chiesa – ha ribadito monsignor Tisi riprendendo passaggi sviluppati anche in cattedrale il 26 giugno – non c’è da aver paura. Essa può trasformare il terreno del conflitto in luogo del confronto. Ci aiuta a scoprire il perdono non come virtù debole ma virtù dei forti, di chi ha coraggio dire no alla vendetta. Una Chiesa che dice che non può stare in piedi una pace che viene dalle armi. Chiesa, ancora, che vive il servizio come anticipo della via beata. Nella festa di San Vigilio ci sono tante possibilità di ripartire dalla concretezza del nostro Dio che è meraviglia delle meraviglie, a loro volte vissute da uomini e donne concrete sul modello di Cristo che è benedizione e perdono”.
Una festa su tre giorni
La Messa con l’arcivescovo Lauro è giunta al termine di tre giorni di festeggiamenti, iniziati il 26 giugno con la Messa presieduta dal cardinale vicario del Papa Baldassare Reina e proseguiti il giorno successivo con la Messa guidata da monsignor Dario Gervasi, Segretario del Dicastero per i laici. Don Lauro ha anche guidato sabato sera la processione per le vie della parrocchia. Ai momenti liturgici si sono alternati momenti musicali e di intrattenimento, con il gran finale all’insegna dei fuochi d’artificio.