“Natale, Dio si lascia insegnare a parlare e mette il suo timbro: amore a fondo perduto”. L’omelia del vescovo Lauro nel solenne pontificale in cattedrale

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“L’emergenza principale non è la fatica di entrare in relazione con gli altri ma il mancato incontro con noi stessi”. Nel solenne pontificale di Natale in cattedrale a Trento (inizio ore 10), l’arcivescovo Lauro Tisi offre una chiave di lettura di fronte all’assenza di pace, buone notizie, gioia. “In nostro soccorso – aggiunge l’Arcivescovo –  può venire la riscoperta della parola come elemento qualificante dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi”. Don Lauro spiega così il mistero del Natale: “E’ bello pensare che Dio si è fatto Parola umana. Ma altrettanto mirabile è che Dio lascia che siano altri, Maria e Giuseppe per primi, ad insegnargli a parlare”. “Gesù – aggiunge ancora l’Arcivescovo – porta il suo timbro sulla parola: amore a fondo perduto, un amore che non dice mai basta”. “Dobbiamo dunque re-imparare – incalza Tisi – a dire Dio partendo da Gesù. Diversamente, è dietro l’angolo il rischio di utilizzarlo per partite che con questo Dio non hanno nulla a che vedere, motivate da logiche di potere, causa di divisione, violenza, intolleranza.”

E infine, dopo l’accorato invito a ritrovare il dialogo con se stessi nell’intimità del cuore, la rassicurazione natalizia: “In qualunque situazione vi troviate, ricordate – conclude monsignor Tisi – che Dio fa festa per voi, si appassiona per voi, si commuove come un bimbo per voi”.

In allegato testo integrale omelia  

FOTO ZOTTA