2024-08-19 70° morte Degasperi (13)

De Gasperi, monito per l’oggi: l’omelia dell’arcivescovo Tisi a Sella Valsugana

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«Con falsi nomi chiamano impero il rapinare, l’ammazzare, il violentare. E dove fanno il deserto, la chiamano pace». Con questa citazione di Tacito, l’arcivescovo Lauro Tisi ha aperto l’omelia della Messa in suffragio di Alcide De Gasperi, celebrata nella chiesa di Sella Valsugana nel pomeriggio di martedì 19 agosto, nel 71° anniversario della morte dello statista trentino e all’indomani della Lectio di Gianfranco Astori a Pieve Tesino.

Parole antiche, ma che – ha sottolineato l’Arcivescovo – descrivono perfettamente la realtà odierna: «Molti leader mondiali si proclamano uomini di pace, mentre distruggono intere popolazioni».

De Gasperi, Schuman e Adenauer: un’altra statura morale

In netto contrasto con i “guerrafondai” del presente, l’Arcivescovo ha ricordato figure come De Gasperi, Schuman e Adenauer: «Uomini di ben altra grandezza, capaci di guardare alla complessità senza semplificazioni ingannevoli». Il silenzio complice davanti alle ingiustizie, ha ammonito l’Arcivescovo, è connivenza: «È arrivato il momento di dire le cose come stanno».

Il crollo del diritto e il tradimento delle conquiste del dopoguerra

Monsignor Tisi ha espresso amarezza per la situazione attuale delle istituzioni internazionali: «Quanto è triste vedere dove è arrivato l’Onu, cosa resta dei diritti umani e delle conquiste del dopoguerra! Mai avrei pensato, anche solo dieci anni fa, di dover vedere il diritto rotolare così in basso».

La radice del male: individualismo e perdita di relazione

Secondo l’Arcivescovo, la crisi contemporanea nasce dall’individualismo dominante: «L’uomo ha cominciato a pensarsi come un “io” che cammina senza dover rispondere a nessuno. Ma quando dico “io” chiamo in causa una moltitudine di volti: esisto con gli altri e per gli altri». Questa deriva, ha aggiunto, porta a una società governata da algoritmi, logiche economiche e finanziarie, dimentica della dimensione umana.

De Gasperi, esempio di umiltà e dialogo

Il ricordo di Alcide De Gasperi, ha concluso l’Arcivescovo, diventa allora un appello al presente: «La sua grandezza stava nel sapersi distaccare da sé, dal potere, dal denaro, perfino dalle proprie idee. Non volle governare da solo, ma cercò un governo che tenesse insieme istanze diverse. È un insegnamento attualissimo».

Un invito, dunque, a trasformare l’ammirazione in impegno concreto: «Chiediamo la grazia di passare dalla contemplazione alla pratica di questo stile».